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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. 2
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0179

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MISCELLANEA

essere, perchè l’affresco del Pantheon secondo ogni
probabilità è un opera anteriore a quella della Cupola
dei Santi Apostoli, che, secondo lo Schmarsow, sa-
rebbe posteriore notevolmente all’affresco della Vati-
cana ; quindi dobbiamo riscontrare in esso logicamente
delle forme più primitive, le quali annunziano la ca-
pacità dell’eccellenza, ma non dimostrano l’eccellenza
ancora raggiunta.

Crediatno di poter congetturare ragionevolmente
che l’affresco del Pantheon abbia una data di alcuni
anni anteriore a quella della Vaticana (Platina di-
nanzi Sisto IV), cominciata verso l’anno 1477). 1
Però se la figura di Gabriele non dimostra ancora
il corpo sviluppato degli angeli della Sagrestia, non-

1 41

Un altro segno caratteristico vediamo pure nella
vigorosa struttura delle mani: sono larghe, dalle dita
corte che potremo ritrovare nelle figure di Melozzo.
Per iscendere a qualche particolare più evidente, no-
tiamo nella mano sinistra dell’angelo il rigonfiamento
del muscolo a cui si attacca il dito pollice, che noi
riscontriamo nella mano medesima del Cristo in gloria,
ma più visibile ancora in quella alzata e aperta del-
l’Apostolo della Sagrestia di San Pietro.

Ma se alcun dubbio potesse sorgere in noi sul
valore dei confronti rilevati, dovrebbe cedere dinanzi
alle affinità stilistiche della testa di Gabriele con quella
dell’Angelo della Sagrestia veduto egualmente di pro-
filo ! In ambo le opere abbiamo lo scorcio del labbro

Melozzo da Forli : Particolare dell’Annunciazione.

Roma, Pantheon (Fot. Anderson).

dimeno è delineata con grande scienza dell’anatomia,
e noi non scorgiamo affatto in esso tutti i difetti dei
quali lo Schmarsow lo accusa.

Non dispiaccia all’illustre critico se noi pensiamo
che in lui è stata manchevole anche l’osservazione
esteriore, perchè non è vero che 1 orecchio è scoperto,
e perchè, data la veste che arriva alla base del collo,
non si sa perchè si deva rimproverare all’artista di
averci negata la vista della clavicola. Il collo snello
ed elegante dimostra un modellato perfetto e fa ve-
dere la bella maniera del Forlivese di lumeggiare le
carni con tocchi intensi e decisi !

1 Eugene Muntz, Gazelte des Bcaux Arts, ig75 :

« Ce qui est certain c’est que ce travail était déjà commencé
en 1477 », e che lo Schmarsow considera come opera che ha pre-
ceduta quella della cupola dei SS. Apostoli.

superiore, il disegno troppo marcato della pinna na-
sale, l’acconciatura identica dei capelli aggruppati
dietro la nuca, come spostati dal vento, dimodoché
il collo resta completamente libero. Questa ingegnosa
trovata dei capelli fuggenti sul lato opposto, ha fatto
credere allo Schmarsow che essi siano corti e fini-
scano dietro in un ciuffo bizzarro.

La disamina attenta invece dimostra chiaramente
che il pittore li ha fatti girare precisamente con lo
stesso moto di quelli della testa di angelo della Sa-
crestia. Supporre dunque che l’affresco del Pantheon
sia della mano di Antoniazzo, è accusare Melozzo di
essersi servito nel suo capolavoro delle idee di un
pittore secondario. In quanto all’ostacolo delle ali,
possiamo accettare la spiegazione data dal Cantala-
messa.

Melozzo da Forlì : Angiolo musicante
Roma Sagrestia Vaticana (Fot. Anderson).
 
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