BRAMANTE ALLA CERTOSA DI PAVIA
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è possibile rilevare nell’affresco del Castello Sforzesco, nel quadro della chiesa di Chiara-
valle, e nella stampa attribuita a Bramante che si conserva al British Museum, e di cui
esiste pure un esemplare in una raccolta privata milanese.1 Una appunto di quelle lesene
(che per chi guardi verso VIncoronazione della Vergine del Borgognone, è la prima, a
destra, entro il nicchione laterale destro, entro cioè quell’absidiola vuota ch’è di poco lon-
Fig. 11 —Bramante: L'Uomo dell’alabarda. Milano, Pinacoteca di Brera.
tana dalla porta della Sacrestia vecchia) reca un piccolo cartello su cui chiaramente si
legge una data già notata e trascritta, incompletamente, dal Magenta: « 1493 sept.»2 Se
1 È nostra speranza e nostro augurio che presto
l’Ufficio regionale dei monumenti di Lombardia vo-
glia procedere ad una illustrazione completa e parti-
colareggiata di tutta la decorazione pittorica della
Certosa, facilitando cosi studi e raffronti che ora rie-
scono, in gran parte, assai malagevoli.
2 Scrisse il Magenta [La Certosa di Pavia, Milano,
Brocca, 1897, pag. 308). «Che tutta questa parte or-
namentale del fregio e delle lesene sia di Bernardino
da Fossano, lo dicono la maniera con cui è trattata,
dissimile da quella del fratello Ambrogio, le note di
Matteo Valerio ed ancora la data e le iniziali che noi
scoprimmo nelle due lesene, che fiancheggiano l’ab-
side, ove giace la statua di Lodovico il Moro: BFE
1493». E facile rilevare e correggere le inesattezze
in cui è caduto qui lo storico della Certosa. Le Me-
morie di Padre Valerio non citano il nome di Ber-
nardino Borgognone se non associandolo a quello del
fratello Ambrogio nella decorazione delle volte. Dopo
il numero 1493 si possono leggere ancora le quattro
lettere da noi sopra riportate: «Sept», le ultime due
delle quali sono in parte coperte dal risvolto del car-
tello. Quanto infine alla sigla che si legge nella le-
sena dirimpetto, nella prima di sinistra, essa si com-
pone in realtà di una B e di una E unite dal prolun-
gamento del tratto mediano di quest’ultima, sul quale
si inserisce superiormente una terza lettera dai tratti
incrociati: probabilmente una T. Non possiamo arri
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è possibile rilevare nell’affresco del Castello Sforzesco, nel quadro della chiesa di Chiara-
valle, e nella stampa attribuita a Bramante che si conserva al British Museum, e di cui
esiste pure un esemplare in una raccolta privata milanese.1 Una appunto di quelle lesene
(che per chi guardi verso VIncoronazione della Vergine del Borgognone, è la prima, a
destra, entro il nicchione laterale destro, entro cioè quell’absidiola vuota ch’è di poco lon-
Fig. 11 —Bramante: L'Uomo dell’alabarda. Milano, Pinacoteca di Brera.
tana dalla porta della Sacrestia vecchia) reca un piccolo cartello su cui chiaramente si
legge una data già notata e trascritta, incompletamente, dal Magenta: « 1493 sept.»2 Se
1 È nostra speranza e nostro augurio che presto
l’Ufficio regionale dei monumenti di Lombardia vo-
glia procedere ad una illustrazione completa e parti-
colareggiata di tutta la decorazione pittorica della
Certosa, facilitando cosi studi e raffronti che ora rie-
scono, in gran parte, assai malagevoli.
2 Scrisse il Magenta [La Certosa di Pavia, Milano,
Brocca, 1897, pag. 308). «Che tutta questa parte or-
namentale del fregio e delle lesene sia di Bernardino
da Fossano, lo dicono la maniera con cui è trattata,
dissimile da quella del fratello Ambrogio, le note di
Matteo Valerio ed ancora la data e le iniziali che noi
scoprimmo nelle due lesene, che fiancheggiano l’ab-
side, ove giace la statua di Lodovico il Moro: BFE
1493». E facile rilevare e correggere le inesattezze
in cui è caduto qui lo storico della Certosa. Le Me-
morie di Padre Valerio non citano il nome di Ber-
nardino Borgognone se non associandolo a quello del
fratello Ambrogio nella decorazione delle volte. Dopo
il numero 1493 si possono leggere ancora le quattro
lettere da noi sopra riportate: «Sept», le ultime due
delle quali sono in parte coperte dal risvolto del car-
tello. Quanto infine alla sigla che si legge nella le-
sena dirimpetto, nella prima di sinistra, essa si com-
pone in realtà di una B e di una E unite dal prolun-
gamento del tratto mediano di quest’ultima, sul quale
si inserisce superiormente una terza lettera dai tratti
incrociati: probabilmente una T. Non possiamo arri