STUDII SU MICHELANGELO DA CARAVAGGLO
199
anno della donazione della raccolta fatta dal cardinale Federico Borromeo alla Biblioteca
Ambrosiana :1 e l’antichità deH’attribuzione è arra della sua attendibilità.
Ma non c’è bisogno di quella, poiché il semplice confronto della canestra del quadretto
ambrosiano con quella della Cena in Emmaus della National Gallery dimostra non solo lo
stesso spirito nella disposizione degli oggetti, ma anche tale identità di canestra, di fattura,
persino delle foglie esorbitanti dalle frutta, che non può lasciar dubbi sulla comunanza della
mano, anzi può permettere di pensare che il quadretto ambrosiano sia stato il modello stu-
diato direttamente dal vero e ripetuto più tardi nel quadro sacro.
La noncuranza da parte degli studiosi in cui è rimasto il quadretto ambrosiano dipende
Michelangelo da Caravaggio : Cena in Emmaus. Londra, National Gallery.
dal fatto che il colore si è molto ritirato. Ma pur tenendo presente questo stato di conser-
vazione, credo convenga ammettere una maggiore aridità e secchezza nello studio dal vero,
che non nella Cena. E a questo punto convien ricordare che il Baglione, che pur altre volte
si lascia entusiasmare per i fiori del Caravaggio, nota che il primo quadro che fece a Roma
fu « un Bacco con alcuni grappoli d’uve diverse, con gran diligenza fatte; ma di maniera
un poco secca ».' Ora, se si osserva che il quadro della National Gallery fu eseguito dall’ar-
tista nella sua piena maturità, non prima del 1605, poiché fu eseguito per il cardinale Bor-
ghese ; è facile di spiegare la diversità delle due trattazioni col riportare il quadretto ambro-
siano al tempo dei primi studii fatti a Roma, quando il fare del pittore era appunto « un
poco secco ». .
La novità consiste nel trovare interesse per un semplice canestro posto nel basso di
pag. 136.
2 Baglione, op. cit., pag. 136.
1 Guida sommaria per il visitatore della Biblioteca
Ambrosiana e delle Collezioni annesse, Milano, 1907,
199
anno della donazione della raccolta fatta dal cardinale Federico Borromeo alla Biblioteca
Ambrosiana :1 e l’antichità deH’attribuzione è arra della sua attendibilità.
Ma non c’è bisogno di quella, poiché il semplice confronto della canestra del quadretto
ambrosiano con quella della Cena in Emmaus della National Gallery dimostra non solo lo
stesso spirito nella disposizione degli oggetti, ma anche tale identità di canestra, di fattura,
persino delle foglie esorbitanti dalle frutta, che non può lasciar dubbi sulla comunanza della
mano, anzi può permettere di pensare che il quadretto ambrosiano sia stato il modello stu-
diato direttamente dal vero e ripetuto più tardi nel quadro sacro.
La noncuranza da parte degli studiosi in cui è rimasto il quadretto ambrosiano dipende
Michelangelo da Caravaggio : Cena in Emmaus. Londra, National Gallery.
dal fatto che il colore si è molto ritirato. Ma pur tenendo presente questo stato di conser-
vazione, credo convenga ammettere una maggiore aridità e secchezza nello studio dal vero,
che non nella Cena. E a questo punto convien ricordare che il Baglione, che pur altre volte
si lascia entusiasmare per i fiori del Caravaggio, nota che il primo quadro che fece a Roma
fu « un Bacco con alcuni grappoli d’uve diverse, con gran diligenza fatte; ma di maniera
un poco secca ».' Ora, se si osserva che il quadro della National Gallery fu eseguito dall’ar-
tista nella sua piena maturità, non prima del 1605, poiché fu eseguito per il cardinale Bor-
ghese ; è facile di spiegare la diversità delle due trattazioni col riportare il quadretto ambro-
siano al tempo dei primi studii fatti a Roma, quando il fare del pittore era appunto « un
poco secco ». .
La novità consiste nel trovare interesse per un semplice canestro posto nel basso di
pag. 136.
2 Baglione, op. cit., pag. 136.
1 Guida sommaria per il visitatore della Biblioteca
Ambrosiana e delle Collezioni annesse, Milano, 1907,