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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. 3
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0266

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MISCELLANEA

224

dalle guance paffute in atto di soffiare con tutta la
forza dei polmoni nella tromba per fare risuscitare il
morto.

Ecco una nota caratteristica in cui si rivela il mae-
stro del movimento per eccellenza.

Indipendentemente da questa osservazione notiamo
alcuni riscontri significativi tra uno degli angeli della
sagrestia, e particolarmente in quello veduto di fronte,
coll’arco in mano in atto di suonare.

La veste che s’incrocia sul petto, fermata intorno
alla vita da un nastrino bianco, dimostra stretta ras-
somiglianza con quella dell’altro angelo, sì nell’ag-
gruppamento analogo delle pieghe, sì nel taglio an-
golare della scollatura e nell’identico bel verde dei-
risvolti.

Anche le ali nella loro forma araldica possono tro-
vare un confronto interessante con l’affresco del Pan-
theon dal Cantalamessa attribuito a Melozzo. Anzi
questa pittura della Minerva, che ha un angelo con
l’ala ancora araldicamente convenzionale, e un altro
con l’ala meglio approssimata a quella degli uc-
celli , si direbbe che dimostri il momento di tra-
passo, a cui il Cantalamessa aveva accennato inge-
gnosamente. 1

Così ci è permesso di fissare la data della pittura
ad un tempo posteriore di quello dell’Annunziazione
del Pantheon.

In ultimo vorrei richiamare l’attenzione su un’altra
figura dell’affresco, quella del defunto che vediamo

apparire supplichevole colle mani giunte dinanzi al
supremo giudice.

Sebbene questo ritratto di Giovanni Coca sia trat-
tato a guisa di abbozzo, Melozzo tuttavia ha sa-
puto cogliere a volo la vita e esprimere il segreto
della fìsonomia. La testa che si presenta di profilo,
come quello di una medaglia, richiama alla mente un
altro ritratto, quello del Donatore che si vede a si-
nistra della tavola di San Sebastiano della Corsiniana.

In questa figura come in quella di Coca, Melozzo
ci ha rivelato una profonda penetrazione e ricerca
psicologica. L’espressione delle due teste è del tutto
diversa, ma la costruzione nel suo complesso generale
assai simile fa supporre la mano di un medesimo ar-
tista.

Come si vede, i confronti stilistici dell’affresco della
Minerva con le altre opere di Melozzo non sono iso-
late e accidentali, ma numerosi ed efficaci, tanto più
che anche lo stesso prof. Schmarsow fu costretto a
confessarne l’importanza nel seguente periodo del suo
libro :

« Solamente dopo ripetuti confronti io mi sono ac-
« corto della strettissima parentela che passa tra il di-
« pinto della tomba di Coca della chiesa della Mi-
« nerva e le altre opere di Melozzo ». (Melozzo da
Forlì, pag. 392).

Considerata la scarsezza delle opere rimasteci del
grande pittore, mi sono fatto un dovere di richiamare
nuovamente l’attenzione degli studiosi sull’interessante
affresco.

1 Bollettino d’Arte, agosto 1909.

Lisa de Schlegel.
 
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