CORRIERI
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del fusaiolo. Questo fogliame, ora quasi irriconosci-
bile, figurava come sostegno della tavoletta, che e
ottagonale, ornata con tralci volti a spirale. L’ultimo
capitello del nostro gruppo (n. 13) è un masso cilin-
Fig. 15 — Sulmona, Cripta della Cattedrale. Sedia episcopale.
Fig. 16 — Sulmona, Cattedrale
Particolare della sedia episcopale.
drico, di un maggior diametro di quello del fusto
della colonna. A contatto dei quattro angoli della ta-
voletta, come fossero volute, spiccano quattro spor-
genze equidistanti. In ciascuna superficie fra l’una e
l’altra sporgenza, è una mitra in rilievo piatto, con
le code volte in su ad arco. Sotto l’aggetto dell’arco
è una zona coronata da un listello.
Continuando l’esame della nostra cripta, noto la
sedia episcopale (C della pianta), un’opera frammen-
taria. Della sedia originale non ha altro che i due
fianchi o bracciuoli, e probabilmente il sedile, fram-
menti del xii secolo. Questa sedia nei primi tempi
era certamente nella chiesa superiore ; dopo gli ab-
bellimenti secenteschi, e forse quando fu costruito l’al-
tare marmoreo del Patrono, tolta dal luogo primitivo
fu adattata nella cripta, ove si venera il corpo del
Santo. Che sia così è dimostrato dalla dipintura dello
schienale, dell’epoca anzidetta, e dal sedile absidale
non interrotto e sul quale la sedia fu ricomposta.
Ne do una riproduzione per mostrare le finissime
sculture dei due pezzi originali, le quali hanno una
stretta analogia con lo stile e la tecnica delle sculture
degli amboni abruzzesi dello stesso secolo, massima-
mente con quelle mirabili dell’ambone di Prata An-
sidònia. 1
1 P. Piccirilli, L'Abruzzo monumentale, in Rassegna abruzzese,
anno III, n° 7.
L’Arte. XIII, 30.
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del fusaiolo. Questo fogliame, ora quasi irriconosci-
bile, figurava come sostegno della tavoletta, che e
ottagonale, ornata con tralci volti a spirale. L’ultimo
capitello del nostro gruppo (n. 13) è un masso cilin-
Fig. 15 — Sulmona, Cripta della Cattedrale. Sedia episcopale.
Fig. 16 — Sulmona, Cattedrale
Particolare della sedia episcopale.
drico, di un maggior diametro di quello del fusto
della colonna. A contatto dei quattro angoli della ta-
voletta, come fossero volute, spiccano quattro spor-
genze equidistanti. In ciascuna superficie fra l’una e
l’altra sporgenza, è una mitra in rilievo piatto, con
le code volte in su ad arco. Sotto l’aggetto dell’arco
è una zona coronata da un listello.
Continuando l’esame della nostra cripta, noto la
sedia episcopale (C della pianta), un’opera frammen-
taria. Della sedia originale non ha altro che i due
fianchi o bracciuoli, e probabilmente il sedile, fram-
menti del xii secolo. Questa sedia nei primi tempi
era certamente nella chiesa superiore ; dopo gli ab-
bellimenti secenteschi, e forse quando fu costruito l’al-
tare marmoreo del Patrono, tolta dal luogo primitivo
fu adattata nella cripta, ove si venera il corpo del
Santo. Che sia così è dimostrato dalla dipintura dello
schienale, dell’epoca anzidetta, e dal sedile absidale
non interrotto e sul quale la sedia fu ricomposta.
Ne do una riproduzione per mostrare le finissime
sculture dei due pezzi originali, le quali hanno una
stretta analogia con lo stile e la tecnica delle sculture
degli amboni abruzzesi dello stesso secolo, massima-
mente con quelle mirabili dell’ambone di Prata An-
sidònia. 1
1 P. Piccirilli, L'Abruzzo monumentale, in Rassegna abruzzese,
anno III, n° 7.
L’Arte. XIII, 30.