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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. 4
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Zippel, Giuseppe: Paolo II e l'arte, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0291

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PAOLO II E L'ARTE

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avere per dove fenestre picole con 2 erose, sono in su il ponte che pasa de le camere de N. S.re nel
zardino,1 l’una da uno canto, l’altra da l’altro, etc.

(c. 137 a) Deve avere (meistro Lionoro chi abita apreso la corte di Savelli), per uno chatarzono e
due anelle poste a la porta del ponte va de la camera di N. S. in nel zardino etc. (22 luglio 1466) —
per piastre 6 di fero stagnato, per la porta seconda chi pasa de la camera di S. S. nel zardino, cioè
per stagnatura (30 dicembre 1466).

(c. 140 b) De’ avere (Simone di Iohanni da Fiorenza fabro a Roma) per 2 feri per tenere la lumera,
sono in su il canto dii zardino verso la tore de la bisa, pesòno libre 24 etc. (1 settembre 1466) — per
4 feri di doe lumere in su il canto del zardino verso mons. di vicenza, pesòno 1. 74 etc. (28 sett. 1466)
— per 2 chatene con li rami per le volte mazor dii zardino etc. (7 febbraio 1467).

I documenti riassunti fin qui, dimostrano ad evidenza, come negli anni 1466 e '67 l’at-
tività edilizia del papa Barbo fosse rivolta soprattutto al « Giardino », e come la costruzione

Palazzetto di Venezia. Esterno (lato nord).

di questo singolarissimo monumento dell’architettura civile del Rinascimento fosse tanto
avanzata, da comprendere anche la loggia superiore, unita mediante un andito o « ponte »,
custodito da due porte ferrate e illuminato da due piccole fenestre, all’appartamento del
Pontefice; esso occupava, per l’appunto, le sale del piano nobile (quello che sta al medesimo
livello del loggiato del Giardino) più vicine all’angolo fra la torre e il Palazzetto. Ci mo-
strano ancora, codeste ricordanze di messer Baldassarre, come si operasse in quell’epoca la
congiunzione tra il porticato inferiore del Giardino e il Palazzo, mediante il ramo di scala
che mette nella torre, e da questa nel palazzo, il cui piano rez-de-chciussée si trova ad un

1 Nella ricostruzione della loggia a tempo di Paolo III, Farnese, questo « ponte » si trasformava in un ampio
corridoio, e scomparivano le porte e le finestre.

L’Arte. XIII, 32.
 
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