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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. 5
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Ciaccio, Lisetta: Gli affreschi di S. M. di Vezzolano e la pittura piemontese del trecento
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0382

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338

LISETTA MOTTA CI ACCIO

volgarmente rappresentati in alto rilievo, per mezzo di spessi dischi di stucco dorato : tuttavia
lo stesso fare calligrafico romanico nell’esecuzione dei volti, ed il frequente ricorrere nelle
vesti dei diversi personaggi della solita tunica di un color azzurro pallido e del manto bruno
a pesanti bordi dorati, rivelano un artefice dello stesso ambiente artistico.

Nella zona superiore della 3‘a arcata di nuovo ricorre il motivo del Cristo in gloria fra
i 4 segni evangelici, trattato con gli stessi particolari iconografici che nell’arcata prece-
dente (fìg. 2), ma eseguito da ben diversa mano ; nonostante lo stato di conservazione infe-
licissimo, la figura del Cristo appare solenne nella severa e nobile espressione del viso e
nel ricco panneggiamento formato dall’ampia tunica e dal manto, di tipo prettamente bizan-
tino. Laddove il decoratore della seconda arcata ci apparisce un meschino imbianchino, ispi-
rantesi a miniature francesi, qui ci troviamo dinanzi ad un vero artista educato alla scuola

big- 3 — Abbazia di Vezzolano. Chiostro, arcata 6a. Affresco.

italo-bizantina del Duecento. Dell’affresco della zona inferiore non resta più se non qualche
misera traccia indecifrabile.

Anche della qa arcata rimane soltanto l’affresco superiore, ove è rappresentata la Madonna,
col bambino, seduta fra due piccoli angioli che la incensano: ed un po’ più in basso, a
destra, un santo vescovo e, a sinistra, un terzo angiolo in atto di presentare alla Vergine
un devoto chierico inginocchiato ed offerente il modello di una chiesa. Quantunque assai
sciupato e di carattere del tutto dozzinale, quest’affresco sembra appartenere sempre alla
stessa cerchia artistica che quelli delle arcate ia e 2a.

Assai meglio conservata e più fine è una lunetta affrescata nella 6a arcata sulla porti-
cina che dal chiostro mette nella chiesa: vi è rappresentata la Vergine seduta su uno scanno
marmoreo, sotto un’edicoletta ad arco trilobo, adorata da due angioli inginocchiati, con turi-
boli (fig. 311), I tipi delle teste ne sono, come quelli delle altre pitture, specialmente delle
prime arcate, tratte da miniature francesi del secolo Xiir, e così pure le capigliature a ric-
cioli convenzionali, le ali le cui penne sono fatte di una sola pennellata ciascuna, con tinte
a forti contrasti.

Nel complesso per altro la fattui'a di questa lunetta appare assai più accurata e dotta
che non negli altri affreschi del chiostro, a cui la fa supposre alquanto posteriore anche il
panneggio non più affatto romanico, ma già goticizzante, di tipo francese del secolo xiir.
La medesima influenza dell’arte transalpina rivelano anche il manto della Vergine di color
 
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