GLI AFFRESCHI DI SANTA MARIA Di VEZZOLANO
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prof. Renier, seguendo un’opinione comune fra gli studiosi d’arte del Piemonte, che la pit-
tura locale non possa esser fiorita che in grande ritardo rispetto a quella delle altre regioni
d’Italia, nonostante la fisionomia schiettamente trecentesca dell’affresco e degli altri della
medesima arcata, li attribuì alla seconda metà del Quattrocento. Credo abbastanza facile
dimostrare l’inesattezza di una tale determinazione.
Un elemento di datazione per le opere d’arte medioevali, del quale in generale non si
Fig. ii — Abbazia di Vezzolano. Chiostro, arcata 5a. Contrasto dei 3 morti e dei 3 vivi.
tiene conto sufficientemente, è il costume. Il frequente variare della moda non è davvero
una prerogativa dei tempi nostri, anzi fu nell’abbigliamento maschile assai più sensibile e
febbrile nei secoli XIV e XV che non nell’età moderna; chè, osservando nelle pitture di
quei tempi certi minuti e capricciosi particolari del vestiario, si può constatare come cia-
scuno di essi non ricorra che durante un numero assai ristretto di anni, per modo che il
riscontrare o no il medesimo in un’opera d’arte può esserci di sicura guida nel datarla con
una certa esatta approssimazione.
Ora nei nostri affreschi di Vezzolano i tre giovani adoratori della Sacra Famiglia ed
i tre vivi del Contrasto, sono abbigliati con una sì minuziosa eleganza medioevale, da doversi
senz’altro escludere che un tardigrado pittore li abbia così rappresentati per imitare pitture
anteriori, laddove essi ci appariscono piuttosto quali schietti figurini della moda del tempo.
Vediamo quindi se, esaminando i costumi dei sei gentiluomini, ci sia possibile determinare
approssimativamente in quali anni essi furono ritratti.
Tutti vestono tuniche attillate, piuttosto lunghette, adorne di cintura portata all’altezza
dei fianchi, con maniche pure attillate, allacciate nell’avambraccio da fitti bottoncini, quali si
usarono in tutta la seconda metà del secolo XIV, ben diverse da quelle più corte, formanti
pieghe in cintura, con maniche di fantasia, in uso, benché con molte variazioni, per tutto il
secolo xv. Alcuni dei personaggi poi portano un brevissimo mantellino con cappuccio abbas-
sato, particolare che riscontriamo nelle miniature di un Livre des voies de Dieu dei tempi di
Carlo V di Francia(1365-1380) della Bibl. Nation. di Parigi (Ms. frane. 1792).1 Di più uno dei tre
1 Michel, Histoire de l’art, voi. Ili, parte 1, pa- (Bibl. Nationale ms. frane., 2813), miniate fra il 1375 ed
gina 126. Lo stesso tipo di vestiario riscontriamo pure il 1379 (Michel, loc. cit., pagg. 127, 1296131): se-
nelle miniature delle Grandes Chroniques de France nonché queste presentano insieme altri particolari del
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prof. Renier, seguendo un’opinione comune fra gli studiosi d’arte del Piemonte, che la pit-
tura locale non possa esser fiorita che in grande ritardo rispetto a quella delle altre regioni
d’Italia, nonostante la fisionomia schiettamente trecentesca dell’affresco e degli altri della
medesima arcata, li attribuì alla seconda metà del Quattrocento. Credo abbastanza facile
dimostrare l’inesattezza di una tale determinazione.
Un elemento di datazione per le opere d’arte medioevali, del quale in generale non si
Fig. ii — Abbazia di Vezzolano. Chiostro, arcata 5a. Contrasto dei 3 morti e dei 3 vivi.
tiene conto sufficientemente, è il costume. Il frequente variare della moda non è davvero
una prerogativa dei tempi nostri, anzi fu nell’abbigliamento maschile assai più sensibile e
febbrile nei secoli XIV e XV che non nell’età moderna; chè, osservando nelle pitture di
quei tempi certi minuti e capricciosi particolari del vestiario, si può constatare come cia-
scuno di essi non ricorra che durante un numero assai ristretto di anni, per modo che il
riscontrare o no il medesimo in un’opera d’arte può esserci di sicura guida nel datarla con
una certa esatta approssimazione.
Ora nei nostri affreschi di Vezzolano i tre giovani adoratori della Sacra Famiglia ed
i tre vivi del Contrasto, sono abbigliati con una sì minuziosa eleganza medioevale, da doversi
senz’altro escludere che un tardigrado pittore li abbia così rappresentati per imitare pitture
anteriori, laddove essi ci appariscono piuttosto quali schietti figurini della moda del tempo.
Vediamo quindi se, esaminando i costumi dei sei gentiluomini, ci sia possibile determinare
approssimativamente in quali anni essi furono ritratti.
Tutti vestono tuniche attillate, piuttosto lunghette, adorne di cintura portata all’altezza
dei fianchi, con maniche pure attillate, allacciate nell’avambraccio da fitti bottoncini, quali si
usarono in tutta la seconda metà del secolo XIV, ben diverse da quelle più corte, formanti
pieghe in cintura, con maniche di fantasia, in uso, benché con molte variazioni, per tutto il
secolo xv. Alcuni dei personaggi poi portano un brevissimo mantellino con cappuccio abbas-
sato, particolare che riscontriamo nelle miniature di un Livre des voies de Dieu dei tempi di
Carlo V di Francia(1365-1380) della Bibl. Nation. di Parigi (Ms. frane. 1792).1 Di più uno dei tre
1 Michel, Histoire de l’art, voi. Ili, parte 1, pa- (Bibl. Nationale ms. frane., 2813), miniate fra il 1375 ed
gina 126. Lo stesso tipo di vestiario riscontriamo pure il 1379 (Michel, loc. cit., pagg. 127, 1296131): se-
nelle miniature delle Grandes Chroniques de France nonché queste presentano insieme altri particolari del