35§
PAOLO D'ANCONA
Urb. lat. 45, 109 : I due codici offrono scarsa importanza sotto il rispetto deil’arte.
La decorazione però a ghirigori calligrafici a penna o a punta di pennello con circoletti
d’oro radianti, testimonia della loro origine ferrarese.
Urb. lat. 261: Il fregio che inquadra la carta iniziale di questo codice (v. fig. 4) è
formato da bianchi rami stilizzati i quali si aggirano su fondo rosso, verde o turchino pun-
Fig. 5 — Biblioteca Vaticana: Cod. Urbin. lat. 325 c. 2.
teggiato, e contengono nei meandri delle volute uccelli, pavoni, animali di varia specie,
putti che saltano, giuocano e si arrampicano, medaglioni con ritratti a mezza figura. Si
tratta insomma del noto motivo calligrafico di decorazione, derivato dall’antico, che ebbe
singolare fortuna a Ferrara, a Firenze e a Napoli circa la metà del secolo XV. Presso la
iniziale, entro un piccolo campo, vedesi Archimede in veste dottorale, nella intimità del suo
studiolo, intento a tracciare figure geometriche. La stessa figura ricorre in varie altre carte
di questo codice singolarmente ricco di mini, che trova perfetto riscontro con più codici
Laurenziani e col Chigiano segnato I, Vili, 280. Quanto all’autore si può pensare a qualche
per ora ignòto maestro della cerchia de’ Giraldi.
PAOLO D'ANCONA
Urb. lat. 45, 109 : I due codici offrono scarsa importanza sotto il rispetto deil’arte.
La decorazione però a ghirigori calligrafici a penna o a punta di pennello con circoletti
d’oro radianti, testimonia della loro origine ferrarese.
Urb. lat. 261: Il fregio che inquadra la carta iniziale di questo codice (v. fig. 4) è
formato da bianchi rami stilizzati i quali si aggirano su fondo rosso, verde o turchino pun-
Fig. 5 — Biblioteca Vaticana: Cod. Urbin. lat. 325 c. 2.
teggiato, e contengono nei meandri delle volute uccelli, pavoni, animali di varia specie,
putti che saltano, giuocano e si arrampicano, medaglioni con ritratti a mezza figura. Si
tratta insomma del noto motivo calligrafico di decorazione, derivato dall’antico, che ebbe
singolare fortuna a Ferrara, a Firenze e a Napoli circa la metà del secolo XV. Presso la
iniziale, entro un piccolo campo, vedesi Archimede in veste dottorale, nella intimità del suo
studiolo, intento a tracciare figure geometriche. La stessa figura ricorre in varie altre carte
di questo codice singolarmente ricco di mini, che trova perfetto riscontro con più codici
Laurenziani e col Chigiano segnato I, Vili, 280. Quanto all’autore si può pensare a qualche
per ora ignòto maestro della cerchia de’ Giraldi.