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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. 5
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Venturi, Lionello: Pietro, Lorenzo Luzzo e il Morto da Feltre
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0407

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PIETRO, LORENZO L UZZO E IL MORTO DA PEL TRE

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formazione delle « Vite », porta a una conchiusione : Andrea fu la fonte diretta delle notizie
date dal Vasari sulla dimora del Morto nell’Italia Centrale.

Le notizie dunque date da Andrea si riferiscono non solo agli studii sui monumenti
antichi compiuti dal Morto a Roma, a Tivoli, a Pozzuoli, lungo la via Campana, al Trullo,
a Baia, a Mercato di Sabato, e alle opere eseguite a Firenze, ma, anche, ciò che più importa,
al valore e al carattere dell’uomo. Il Morto fu lo scopritore delle grottesche : questo è il
posto che nella storia della pittura gli crea il Vasari. Di far figure riuscì meno pratico;
anzi, perchè non eccelse per esse in Firenze, di là si partì per Venezia : così viene accen-
nato se pur non affermato chiaramente. 11 carattere dell’uomo era di « cervello capriccioso

et fantastico», «astratto nella vita», di « maninconica persona ». Lo stile del pittore non

è precisato dal Vasari, che si contenta con dire che sin dalla giovinezza il Morto si con-
dusse a studiare a Roma. Le date de’viaggi sono precisabili per tre fatti: i lavori del
Pintoricchio per Alessandro VI, durante i quelli il Morto giunse a Roma, ebber luogo
dal 1493 al 1498; 1 2 3 i cartoni di Leonardo e di Michelangelo, per i quali il Morto si portò
da Roma a Firenze, furono finiti nel 1505 ; 5 i lavori fatti a Pier Soderini possono datarsi
tra il 1505, anno vasariano dell’andata a Firenze del Morto, al 1508, anno della presenza
del Morto a Venezia. 4 Sulla vita, del Morto nell’Italia centrale il Vasari è dunque bene
informato.

Ma quando si tratta di Venezia, le condizioni cambiano. Vi era stato il Vasari nel

1541-42, tempo nel quale già raccoglieva materiali per le Vite, s e aveva potuto conoscere

artisti che l’informassero sui pittori veneti, molto sommariamente tuttavia. L’unico pittore,
con il quale secondo il Vasari il Morto aveva avuto rapporti, era sparito da tempo: Giorgione.
Non fu quindi possibile di raccogliere se non una tradizione vaga e generica: il Morto aveva
aiutato Giorgione al Fondaco de’ Tedeschi (1508), s’era dato a’piaceri amorosi, era stato a
lavorare nel Friuli, 6 era morto capitano della Serenissima a Zara.

La collaborazione a Giorgione, le rélazioni erotiche, le opere in Feltre, le relazioni con
Zara saranno tutti attributi dati al pittore Pietro Puzzo da Feltre da tradizioni scritte in
tempo posteriore al Vasari, ma da lui indipendenti. Ciò significa che con le notizie fornite
sul periodo veneto del Morto, Giorgio Vasari vuole alludere a Pietro Puzzo, stabilendo per
la prima volta l’identificazione Pietro Puzzo = Morto.

>1= * *

La tradizione relativa a Pietro Puzzo, col nome di lui designato, ci appare la prima
volta in una cronaca intitolata: « Breve Compendio delle cose più notabili dell'antiquissima,
et nobilissima citta di Feltre comintiando dalla sua fondai-ione fino all’anno dell'fumana
salute 1580. Raccolta per Bonifacio Basale, D[ottore] et nobil di Feltre ». 7 Poiché la breve
biografia del Puzzo è posta alla fine della Cronaca, essa fu scritta dopo il 1580. D’altra parte,
poiché il Pasole era un nobile di Feltre, è certo ch’egli conosceva la tradizione viva nella

1 Vasari, op. cit., V, 201 e 202.

2 C. Ricci, Pintoricchio, Paris, MCMIII, cap. VI.

3 Vasari, op. cit., V, 203.

4 II Vasari indica questi lavori come fatti per la
stanza di Pier Soderini; ma il Milanesi (Note al Va-
sari, op. cit., V, pag. 201-2) dimostra co’ documenti
che la stanza di Pier Soderini fu decorata nel 1502-3
da Francesco di Pietro di Donato dall’Orto, e deriva

da questo errore la persuasione che tutta la crono-
logia vasariana del Morto sia erronea. Tuttavia, basta

osservare che sin dal tempo del Vasari, com’egli stesso

ci attesta, la camera del Soderini era distrutta, per
supporre con probabilità di ragione che l’errore si ri-
ferisca al luogo, e non al tempo, nò alla realtà del-
l’esecuzione.

5 Kallah, Vasaristudien, Wièn-Leipzig, 1908, pa-
gina 71 e 143.

6 In cui Feltre era allora compresa.

7 Si conserva il manoscritto autografo del Pasole
nel Cocl. Cicogna 3246 del Museo Civico di Venezia.
I fogli non sono numerati.
 
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