LA GALLERIA HAGE A NIVAAGAARD PRESSO NLVAA IN DANIMARCA
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occupato durante la sua lunga carriera vitale nelle provincie del Veneto, della Lombardia
e delle Marche. Che in queste sue peregrinazioni egli si sia andato trasformando e per-
correndo una vasta parabola di artistica evoluzione è cosa della quale abbiamo occasione
di convincerci quanto più impariamo a conoscere le numerose sue opere, sparse da tempo
per tante parti del mondo civile. Gli è appunto per questa sua facoltà di atteggiarsi in
diversi modi, che si spiega come le sue opere abbiano potuto essere più volte attribuite
ad altri differenti autori. Che se allo scrivente è accaduto in diverse occasioni rivendicargli
opere, ora generalmente accettate per sue, fra le quali vuoisi rammentare una della galleria
imperiale di Vienna, quivi schierata fino a poco fa fra i dipinti di Giov. Rottenhammer,
un tedesco della fine del XVI secolo, imitatore degli italiani, quasi non rimarrebbe da me-
Fig. 2 — Cima da Conegliano : Madonna col Bambino fra due Santi.
ravigliarsi che il ritratto della galleria Hage venisse tenuto per opera di Holbein in casa
dei marchesi Coccapane in Modena dove si trovava pochi anni or sono.
Gli è a Giovanni Morelli che spetta il merito di avervi ravvisato lo spirito e la materia
del nostro Lotto; il quale non può fare a meno di rivelarsi, quando dai particolari del ca-
rattere delle mani, della luminosità del paesaggio, dell’impasto e dell’armonia dei colori,
non meno nelle carni che nei panneggi, si riesce a ritrarre quella sintesi, da cui scaturisce
la chiara percezione della sua personalità artistica.
Dal confronto coi ritratti del dottore della Torre col suo discepolo, nella Galleria Na-
zionale di Londra, si giunge ad argomentare appartengano entrambi i quadri ad un tempo
che si potrebbe qualificare di transizione pel loro autore, quando egli, al termine della sua
prima dimora nelle Marche, nel 1512, facendo la sua prima comparsa a Bergamo, si avviava
di ritorno ai patrii lidi del Veneto.
Lo stemma impresso sul rovescio della tavola allude alla famiglia d’Este, alla quale è
appartenuto forse l’individuo rappresentato nel dipinto,
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occupato durante la sua lunga carriera vitale nelle provincie del Veneto, della Lombardia
e delle Marche. Che in queste sue peregrinazioni egli si sia andato trasformando e per-
correndo una vasta parabola di artistica evoluzione è cosa della quale abbiamo occasione
di convincerci quanto più impariamo a conoscere le numerose sue opere, sparse da tempo
per tante parti del mondo civile. Gli è appunto per questa sua facoltà di atteggiarsi in
diversi modi, che si spiega come le sue opere abbiano potuto essere più volte attribuite
ad altri differenti autori. Che se allo scrivente è accaduto in diverse occasioni rivendicargli
opere, ora generalmente accettate per sue, fra le quali vuoisi rammentare una della galleria
imperiale di Vienna, quivi schierata fino a poco fa fra i dipinti di Giov. Rottenhammer,
un tedesco della fine del XVI secolo, imitatore degli italiani, quasi non rimarrebbe da me-
Fig. 2 — Cima da Conegliano : Madonna col Bambino fra due Santi.
ravigliarsi che il ritratto della galleria Hage venisse tenuto per opera di Holbein in casa
dei marchesi Coccapane in Modena dove si trovava pochi anni or sono.
Gli è a Giovanni Morelli che spetta il merito di avervi ravvisato lo spirito e la materia
del nostro Lotto; il quale non può fare a meno di rivelarsi, quando dai particolari del ca-
rattere delle mani, della luminosità del paesaggio, dell’impasto e dell’armonia dei colori,
non meno nelle carni che nei panneggi, si riesce a ritrarre quella sintesi, da cui scaturisce
la chiara percezione della sua personalità artistica.
Dal confronto coi ritratti del dottore della Torre col suo discepolo, nella Galleria Na-
zionale di Londra, si giunge ad argomentare appartengano entrambi i quadri ad un tempo
che si potrebbe qualificare di transizione pel loro autore, quando egli, al termine della sua
prima dimora nelle Marche, nel 1512, facendo la sua prima comparsa a Bergamo, si avviava
di ritorno ai patrii lidi del Veneto.
Lo stemma impresso sul rovescio della tavola allude alla famiglia d’Este, alla quale è
appartenuto forse l’individuo rappresentato nel dipinto,