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GUSTAVO FRIZZO NI
che vi apparisce a prima vista si è la sensibile influenza esercitata dal Parmigianino sul-
l’autore del dipinto, il ravennate Luca Longhi.
Pittore poco conosciuto all’estero, potè dar luogo a uno strano equivoco, da che nel
quadro accennato, già appartenente alla citata raccolta del principe Putbus, dove fu acqui-
stato dal mecenate danese, venne scambiato l’autore con un artista vie più eclettico, quale
si rivela essere stato in genere Giorgio Vasari. Nè vi sarà bisogno quindi di speciale dimo-
strazione per persuadere ogni buon intenditore, che nulla vi è di comune con lui nel quadro
indicato. Qui invece ci si presenta in tutto e per tutto il nostro dolce Ravennate, in quella
si potrebbe chiamare la sua terza maniera, se è vero che da prima seguisse gli ammaestra-
Fig. 5 — Antonio Badile : Ritratto di dama.
menti del Francia, in seguito si sentisse impressionato dalle grazie di Raffaello, da ultimo da
quelle del Parmigianino.
Il dipinto, così attraente a vedersi nelle linee della composizione, purtroppo dovette
essere eccessivamente spulito, quindi insozzato da mano inesperta, ma ci rimane da confi-
dare che mercè altra mano esperta e riparatrice, quale è quella di Luigi Cavenaghi, abbia
a riguadagnare alquanto della sua primitiva purezza e a mostrarsi vie più degno di occu-
pare un posto onorevole fra i suoi compagni.
Buoni quadri sarebbero pure staiti alcuni altri ritratti di autori veneti, dei quali tuttavia
non accade fare menzione presentandosi ora alquanto alterati da ristauri poco lodevoli.
Da non trascurarsi invece per la sua speciale rinomanza è la grande tela nella quale
si vedono famigliarmente riuniti tre membri della nobile famiglia Anguissola di Cremona.
Si sa come dalla medesima sia sorta una distinta pittrice, quella gentile Sofonisba, che
negli anni più maturi ebbe a stringere amicizia con Antonio Van Dyck, allorquando questi
nel fiore dell’età venne a trattenersi alcuni anni in diverse città d’Italia. Dedita principal-
GUSTAVO FRIZZO NI
che vi apparisce a prima vista si è la sensibile influenza esercitata dal Parmigianino sul-
l’autore del dipinto, il ravennate Luca Longhi.
Pittore poco conosciuto all’estero, potè dar luogo a uno strano equivoco, da che nel
quadro accennato, già appartenente alla citata raccolta del principe Putbus, dove fu acqui-
stato dal mecenate danese, venne scambiato l’autore con un artista vie più eclettico, quale
si rivela essere stato in genere Giorgio Vasari. Nè vi sarà bisogno quindi di speciale dimo-
strazione per persuadere ogni buon intenditore, che nulla vi è di comune con lui nel quadro
indicato. Qui invece ci si presenta in tutto e per tutto il nostro dolce Ravennate, in quella
si potrebbe chiamare la sua terza maniera, se è vero che da prima seguisse gli ammaestra-
Fig. 5 — Antonio Badile : Ritratto di dama.
menti del Francia, in seguito si sentisse impressionato dalle grazie di Raffaello, da ultimo da
quelle del Parmigianino.
Il dipinto, così attraente a vedersi nelle linee della composizione, purtroppo dovette
essere eccessivamente spulito, quindi insozzato da mano inesperta, ma ci rimane da confi-
dare che mercè altra mano esperta e riparatrice, quale è quella di Luigi Cavenaghi, abbia
a riguadagnare alquanto della sua primitiva purezza e a mostrarsi vie più degno di occu-
pare un posto onorevole fra i suoi compagni.
Buoni quadri sarebbero pure staiti alcuni altri ritratti di autori veneti, dei quali tuttavia
non accade fare menzione presentandosi ora alquanto alterati da ristauri poco lodevoli.
Da non trascurarsi invece per la sua speciale rinomanza è la grande tela nella quale
si vedono famigliarmente riuniti tre membri della nobile famiglia Anguissola di Cremona.
Si sa come dalla medesima sia sorta una distinta pittrice, quella gentile Sofonisba, che
negli anni più maturi ebbe a stringere amicizia con Antonio Van Dyck, allorquando questi
nel fiore dell’età venne a trattenersi alcuni anni in diverse città d’Italia. Dedita principal-