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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. 6
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Frizzoni, Gustavo: La galleria Hage a Nivaagaard presso Nivaa in Danimarca
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0468

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422

GUSTAVO FRIZZO NI

stesso anno, conservata nella pinacoteca dell’Accademia in Vienna. Nè fu ommessa dal
dott. Bode nella sua grandiosa opera intorno a Rembrandt, pubblicata a Parigi nel 1905,
avendola egli veduta anteriormente in Inghilterra presso la ditta antiquaria Dowdeswell and
Dowdeswells. Discorrendone egli nell’ottavo volume a pag. 88, osserva come il pittore vi
manifesti certi richiami a suoi predecessori, quali il de Keyser e il Ravesteyn. In fine il
dipinto è rammentato nell’opera Rembrandt, di Ad. Rosenberg edita nel 1906, a pag. 46.

In altro modo, ma alla sua volta con grande valentìa si rivela quale ritrattista nella
sua figura d’uomo il potente Rubens (fig. 18). Acquistato presso Sedelmeyer a Parigi
nel 1902, era appartenuto precedentemente al colonnello Haukey, a Beaulieu Hastings. Bello
e bene conservato, è riconosciuto per opera tutta di mano dell’autore, mentre si sa che in
tanti altri dipinti fu coadiuvato da colleghi e da scolari. I competenti lo giudicano eseguito
fra il 1616 e il 20. Lo illustra Max Rooses nella sua nota opera intorno kartista e vedesi
riprodotto nel Rubens, di Ad. Rosenberg.1

Figura aitante della persona, tipico anche come costume del tempo, tiene un degno
posto nella galleria.

Minore di pochi anni ed educato allo stesso gusto è Cornelis de Vos (1585-1651). In
diverse gallerie stanno esposti ritratti suoi, spesse volte arieggianti il fare di Rubens, ben
che meno genialmente intesi. La raccolta Hage ne possiede due. Nella tela più grande, che
ci si presenta nel mezzo della parete che fronteggia l’ingresso all’artistico tempietto, sta
rappresentata a figure intere seduta una coppia coniugale in signorili abbigliamenti. Dalla
raccolta del Marchese d’Hautpool era passato in quella di Sir G. Donaldson in Londra,
quindi in quella Sedelmeyer, dove la comperò il raccoglitore danese nel 1903.

Mentre codesto dipinto è alquanto deficiente per rispetto alla sua conservazione, si pre-
senta in ottimo stato invece la seconda sua tela, dove sono ritratti, evidentemente dal vero,
a mezze figure, un padre e il giovinetto suo figdiuolo (fig. 19). È riconosciuta per una delle
migliori sue pitture (datata anno 1626) e da noverarsi senza esitazione fra le opere più pia-
centi della pinacoteca, grazie tdla schietta semplicità del trattamento e della freschezza
conservata a traverso i secoli.

La meno rappresentata fra le scuole antiche nella galleria LIage è la tedesca, ove si
faccia astrazione di una Madonnina col Bambino dormiente, tavoletta di qualche pittore neer-
landese del principio del XVI secolo, tanto delicata e fine da meritare di essere riprodotta
nella figura 20, non foss’altro per invocare dai competenti un giudizio possibilmente deter-
minato intorno alla sua vera discendenza.

Contiene tuttavia la scuola tedesca due opere di Luca Cranach seniore, tutt’altro che
spregevoli. Eccessivamente gotica, starebbcsi per dire, è bensì la Madonna, con gli occhi
in isbieco, quasi alla giapponese ; ma vi è grazioso il gesto del San Giovannino che viene
porgendo un grappolo d’uva al bambino Gesù, là dove tre angioletti in alto reggono la
cortina con cui viene fatto omaggio al gruppo principale.

Nell’ insieme è forse preferibile il quadretto più piccolo, una madre, messa in mezzo
di quattro bambini, intesa per simbolo della Carità, come vi sta scritto in uno alla data 1535,
e al consueto piccolo drago, emblematico all’autore (fig. 21). Se non vi si riscontra, come
non è da aspettarsi dal buon Sassone, speciale avvenenza di tipi, conviene riconoscere che
il quadretto può piacere per l’ingenuità nella rappresentazione del soggetto, come pure per
l’ottima qualità del colorito, condotto in tutto quale tersissimo smalto.

È da avvertire in fine, che aggiunge varietà e vaghezza al grazioso Museo privato una
serie di delicate sculture in candido marmo e di pitture di artisti danesi moderni, in buona
parte assai lodevoli alla loro volta.

Gustavo Frizzoni.

1 Stuttgart u. Leipzig, 1905, pag. 143.
 
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