GLI INIZI ARTISTICI DI BENO ZZO GOZZO LI
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trasformazione non era ancora incominciata, nè si accennava vicina; se l’occasione di cimen-
tarsi a una vasta opera non fosse venuta a forzarne le facoltà assopite, probabilmente essa
avrebbe tardato ancora qualche anno ad iniziarsi.
Nella parete maggiore della cappella, Benozzo volle dipingere in fresco, sul muro, un
macchinoso polittico gotico (fig. 4) di forme assai più primitive dì quanto l’Angelico stesso
fosse solito immaginare e, sopra una grande Crocefissione (fig. 7) ; nella volta i quattro evan-
gelisti, nei pilastri Santa Caterina e San Bernardino (fig. 8) e, in altre due piccole compo-
sizioni senza interesse, due storie di San Gerolamo: quando uscendo dalle porte di Roma
Fig. 7 — Benozzo Gozzoli : Il Crocefisso. Montefalco, Chiesa di San Francesco
Cappella di San Girolamo — (Fotografia Alinari).
getta in terra il cappello cardinalizio e quando cava la spina al leone, del quale impauriti
due monaci friggono a gambe levate.
Manca nell’assieme la unità e la coesione e, nei particolari ogni calore d’ispirazione e
ogni equilibrio. L’artista s’affanna a ripetere motivi già usati, adattandoli alla meglio come
può al caso suo.
Nella cuspide mediana del polittico riproduce quanto piu può esattamente, il Cristo
Giudice che, tre o quattr’anni prima aveva visto dipingere dal maestro a Orvieto e lo rim-
picciolisce e lo guasta stranamente col collocarlo qui fuor di posto, entro un’angusta edico-
letta nel piano secondario della composizione; per la vòlta (fig. 9) si serve, quasi senza muta-
menti, de’ quattro evangelisti dipinti nella cappella Niccolina; solo li rende piu lignei e più
rozzi, non essendo riuscito a farli più rigidi e più maestosi.
Le forme però, dove l’artista le ha studiate con diligenza, sono più gentili e più cor-
rette che nelle pitture del coro e il colorito è più dolce e più armonioso. La Vergine, ove
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trasformazione non era ancora incominciata, nè si accennava vicina; se l’occasione di cimen-
tarsi a una vasta opera non fosse venuta a forzarne le facoltà assopite, probabilmente essa
avrebbe tardato ancora qualche anno ad iniziarsi.
Nella parete maggiore della cappella, Benozzo volle dipingere in fresco, sul muro, un
macchinoso polittico gotico (fig. 4) di forme assai più primitive dì quanto l’Angelico stesso
fosse solito immaginare e, sopra una grande Crocefissione (fig. 7) ; nella volta i quattro evan-
gelisti, nei pilastri Santa Caterina e San Bernardino (fig. 8) e, in altre due piccole compo-
sizioni senza interesse, due storie di San Gerolamo: quando uscendo dalle porte di Roma
Fig. 7 — Benozzo Gozzoli : Il Crocefisso. Montefalco, Chiesa di San Francesco
Cappella di San Girolamo — (Fotografia Alinari).
getta in terra il cappello cardinalizio e quando cava la spina al leone, del quale impauriti
due monaci friggono a gambe levate.
Manca nell’assieme la unità e la coesione e, nei particolari ogni calore d’ispirazione e
ogni equilibrio. L’artista s’affanna a ripetere motivi già usati, adattandoli alla meglio come
può al caso suo.
Nella cuspide mediana del polittico riproduce quanto piu può esattamente, il Cristo
Giudice che, tre o quattr’anni prima aveva visto dipingere dal maestro a Orvieto e lo rim-
picciolisce e lo guasta stranamente col collocarlo qui fuor di posto, entro un’angusta edico-
letta nel piano secondario della composizione; per la vòlta (fig. 9) si serve, quasi senza muta-
menti, de’ quattro evangelisti dipinti nella cappella Niccolina; solo li rende piu lignei e più
rozzi, non essendo riuscito a farli più rigidi e più maestosi.
Le forme però, dove l’artista le ha studiate con diligenza, sono più gentili e più cor-
rette che nelle pitture del coro e il colorito è più dolce e più armonioso. La Vergine, ove