GLI INIZI ARTISTICI DI BENOZZO GOZZO LI
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strusse la chiesina, un secentista pittore orvietano ci ha lasciato degli assai brutti disegni1
che poco o nulla servono a darci idea di quello che fosse l’opera originale.1 2
Il fatto che nel Seicento le monache di Santa Rosa si curassero di far copiare i dipinti
prima che andassero distrutti, può soltanto lasciarci supporre che essi fossero allora qualche
poco famosi.
* * *
Non ostante il Vasari abbia rammentato con molta precisione una non breve serie di
pitture eseguite dal Gozzoli a Roma,3 nessun biografo, all’infuori del Wingenroth, s’è finora
Fig. 9 — Benozzo Gozzoli : I Quattro Evangelisti. Montefalco, Chiesa di San Francesco
Cappella di San Girolamo — (Fotografia Alinari).
arrischiato a sostenere che eg'li vi abbia fatto mai, dopo il 1449, una lunga permanenza.
1 Sono fotografati e riprodotti nell’ opuscoletto :
Descrizione di 9 storie di Santa Rosa, dipinte da Be-
nozzo Gozzoli nel 1453, con commentario storico.
Pompei, 1872. Vedi anche R. Papini, L’Arte, 1910,
II fascicolo.
2 Le monache del convento di Santa Rosa posseg-
gono tre abbozzi su tavola che si dicono di mano di
Benozzo ; sulla loro autenticità, non avendoli veduti,
non posso dare alcun giudizio.
3 ... « ed a Roma in Araceli, nella cappella dei
Cesarmi, le storie di Sant’Antonio da Padova, dove
ritrasse di naturale Giuliano Cesarmi e Antonio Co-
lonna, similmente nella Torre de’ Conti, cioè sopra
una porta per cui si passa, fece in fresco una Nostra
Donna con molti Santi ; ed in Santa Maria Maggiore,
all'entrar di chiesa per la porta principale, fece a man
ritta in una cappella a fresco, molte figure che sono
ragionevoli ». Vite, t. Ili, 47. — Ove però è da notare
che Giuliano Cesarmi vescovo, cardinale di Sant’An-
gelo, essendo morto nel 1444 alla battaglia di Varna
(Milanesi. Note al Vasari) non potè il Gozzoli la-
trarlo di naturale, a meno di non ammettere che le
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strusse la chiesina, un secentista pittore orvietano ci ha lasciato degli assai brutti disegni1
che poco o nulla servono a darci idea di quello che fosse l’opera originale.1 2
Il fatto che nel Seicento le monache di Santa Rosa si curassero di far copiare i dipinti
prima che andassero distrutti, può soltanto lasciarci supporre che essi fossero allora qualche
poco famosi.
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Non ostante il Vasari abbia rammentato con molta precisione una non breve serie di
pitture eseguite dal Gozzoli a Roma,3 nessun biografo, all’infuori del Wingenroth, s’è finora
Fig. 9 — Benozzo Gozzoli : I Quattro Evangelisti. Montefalco, Chiesa di San Francesco
Cappella di San Girolamo — (Fotografia Alinari).
arrischiato a sostenere che eg'li vi abbia fatto mai, dopo il 1449, una lunga permanenza.
1 Sono fotografati e riprodotti nell’ opuscoletto :
Descrizione di 9 storie di Santa Rosa, dipinte da Be-
nozzo Gozzoli nel 1453, con commentario storico.
Pompei, 1872. Vedi anche R. Papini, L’Arte, 1910,
II fascicolo.
2 Le monache del convento di Santa Rosa posseg-
gono tre abbozzi su tavola che si dicono di mano di
Benozzo ; sulla loro autenticità, non avendoli veduti,
non posso dare alcun giudizio.
3 ... « ed a Roma in Araceli, nella cappella dei
Cesarmi, le storie di Sant’Antonio da Padova, dove
ritrasse di naturale Giuliano Cesarmi e Antonio Co-
lonna, similmente nella Torre de’ Conti, cioè sopra
una porta per cui si passa, fece in fresco una Nostra
Donna con molti Santi ; ed in Santa Maria Maggiore,
all'entrar di chiesa per la porta principale, fece a man
ritta in una cappella a fresco, molte figure che sono
ragionevoli ». Vite, t. Ili, 47. — Ove però è da notare
che Giuliano Cesarmi vescovo, cardinale di Sant’An-
gelo, essendo morto nel 1444 alla battaglia di Varna
(Milanesi. Note al Vasari) non potè il Gozzoli la-
trarlo di naturale, a meno di non ammettere che le