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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. 6
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Pacchioni, Guglielmo: Gli inzi artistici di Benozzo Gozzoli
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0488

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442

GUGLIELMO PACCHIONI

Giovanni Boccati, nativo di Camerino, pare abbia molto vissuto e lavorato nell’Umbria :
che egli però abbia avuto relazioni artistiche col Gozzoli non è dimostrato nè dai suoi quadri,
nè da documenti.

Le due tavole della Galleria di Perugia, che dovrebbero appunto servire a dimostrare
la sua derivttzione da Benozzo, mettono invece in evidenza l’affinità grandissima con forme
d’arte senese e, più specialmente, con Domenico di Bartolo, prima, col Vecchietta, poi. Una
delle tavole (1447) è, del resto, precedente alla venuta di Benozzo.

Il Morelli nota nelle Annunciazioni dell’Alunno una vivissima somiglianza del tipo usato
per l’Arcangelo Gabriele con quello che il Gozzoli aveva derivato dall’Angelico.

Lasciando da parte la considerazione che cpiesto soggetto non fu trattato dal Gozzoli
(a giudicare da quanto ci ramane dell’opera sua) se non forse in quella pittura che gli orvie-
tani gli commisero come saggio e della quale ci è ignota la sorte, non riesco, esaminando
le poche Annunciazioni dell’Alunno che mi sono note (una, ad es., trovasi nella pinacoteca
di Bologna) a convincermi della giustezza di questo raffronto.1

Il tipo dell’Arcangelo Gabriele si mantenne sempre per tutte le scuole italiane tra i
più costantemente tradizionali, e nei pittori umbri quattrocenteschi esso è ereditato dai
senesi. Così mi pare sia anche per l’Alunno.

* * *

Al catalogo di questo primo periodo giovanile di Benozzo vorrei aggiungere un disegno
della Galleria degli Uffizi (n. 101) che è generalmente attribuito all’Angelico. Entro una
piccola elisse sta la Vergine seduta col Bambino sulle ginocchia; è un bel disegno eseguito
finemente e con grandissima cura, nel quale tutte le forme proprie dell’Angelico sono stu-
diate e rese minutamente e con tale approssimazione da ingannare a prima vista l’occhio
dell’osservatore.1 2

Non ostante i visibili sforzi dell’artista per raggiungere una grande spiritualità d’espres-
sione, la natura un po’ grossolana di Benozzo traspare chiaramente sotto le forme della
imitazione.

Benozzo dovè probabilmente trarre questo disegno, che mi sembra potergli con sicurezza
attribuire, da una pittura ora perduta dell’Angelico o da un altro disegno di lui, certamente
nel tempo in cui le relazioni tra lo scolaro e il maestro erano ancora strettissime.3

L’attività di Benozzo Gozzoli fu senza dubbio, anche in questo primo decennio della
sua vita artistica, meravigliosamente viva e feconda; il suo sviluppo artistico è stato al
contrario piuttosto lento che rapido, e questo importava notare, perchè la generale tendenza
apologetica, a cui è trascinato insensibilmente ogni scrittore dalla lunga consuetudine di
pensiero con gii artisti che formano l’oggetto del suo stadio, è forse riuscito a dare alla
figura di Benozzo e alle opere che egli eseguì prima del 1459 un valore e una importanza
superiori a ciò che essi ebbero realmente. Se questa non giusta valutazione a cui tendono
quasi sempre gli studi monografici, per esser essa comune alla maggior parte di essi, non
riesce quasi mai a falsare durevolmente il giudizio complessivo sullo svolgimento generale
di un dato momento artistico, riesce però bene spesso a creare un’atmosfera d’incertezza,
se non d’errore, intorno a fatti e giudizi che, per esser secondari, non sono però affatto
privi di valore.

Guglielmo Pacchioni.

1 Vedi in proposito l’articolo di A. Venturi, L’Arte,
III fase., 1909.

2 E strano che perfino il Wingenroth (Die Jugen-
dwerlie, ecc.), il quale qualche volta attribuisce a Be-

nozzo cose nelle quali è interamente lo spirito del

maestro, non abbia riconosciuto invece in quésto no-
stro disegno la mano dello scolaro.

* Di un altro disegno che trovasi a Londra non
avendo potuto procurarmi la fotografia, sono costretto
a non far qui alcuna parola.
 
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