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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. 6
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Cronaca
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0524

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478

CRONACA

o dieci pitture provenienti dalla Villa della Pelucca,
presso Monza, affrescata da Bernardino Luini. A tali
pitture vennero quattro o cinque anni fa ad aggiun-
gersi tutte quelle dello stesso ciclo (circa una quindi-
cina) che erano conservate nel palazzo reale di Milano
e che per concessione di S. M. il Re furono donate
al massimo istituto lombardo. Col dono reale tutte
le pitture della Pelucca conservate in Italia venivano
assicurate a Brera, anzi, meno alcuni pochi frammenti
sparsi qua e là, quali quelli del Louvre, della Wallace
Collection, del Museo Condè a Chantilly, della col-
lezione Kann ora dispersa, può dirsi che a Brera si
trova ormai la massima parte di quanto è giunto a
noi di quella decorazione pittorica.

Senonchè presto si affacciò il problema della loro
collocazione, problema assai arduo data la mancanza
di un locale degno nel quale raccoglierle. Si dovette
perciò depositarle provvisoriamente su cavalletti nelle
due grandi sale lombarde con ingombro di cpieste e
con danno grave alle pitture stesse esposte alla pol-
vere a cagione della loro inclinazione su i cavalletti.

S’imponeva dunque un provvedimento, e a solle-
citarlo si levò più volte anche la voce dei giornali.
D’altra parte dal giorno del suo ingresso a Brera l’at-
tuale direttore dott. Modigliani non cessò di studiare
la cosa perchè ad una soluzione si giungesse.

Poche settimane fa, alfine, grazie al buon volere
del prefetto della Biblioteca Braindense, la Pinacoteca
ha potuto rientrare in possesso di una sala nella quale
erano un tempo i quadri della raccolta Oggioni e che
era stata ceduta alla Braidense, in cambio di altri lo-
cali, quando Corrado Ricci effettuò il riordinamento
della Galleria. E in questa sala, che sarà tutta dedicata
agli affreschi della Pelucca, avranno ottima collocazione
così quelli donati dal Re come gli altri che erano pre-
cedentemente a Brera.

La sala dell’ampiezza di circa 100 mq. viene di
seguito alla grande galleria d’ingresso nella quale
sono conservati gli affreschi della scuola lombarda e
ne costituisce quasi una continuazione per modo che
l’ordinamento regionale e cronologico della raccolta
Braidense non verrà per nulla alterato dall’apertura
del nuovo salone. Il locale, che serviva a deposito di
libri ed era male illuminato, ha subito una completa
trasformazione : chiuse le finestre ed aperti nel soffitto
due ampi lucernari la luce vi piove ora dall’alto ab-
bondante, calma e diffusa. Si sta ora costruendo il
pavimento di legno di rovere e uno zoccolo artistica-
mente intagliato che correrà tutto in giro alle pareti.

Anche nella galleria d’ingresso saranno aperti altri
lucernari e, abbattuto completamente il muro divisorio
tra questa e il nuovo locale dell’ex galleria Oggioni,
l’effetto delle prime grandi sale della Pinacoteca, che
è già così felice, acquisterà ancor più in grandiosità
ed in imponenza. I lavori sono molto avanti ed in in-

verno, potrà essere inaugurata la nuova bella sala che
sarà certamente degna di Brera e del dono Reale.

fé La Galleria Borghese in Roma verrà riordinata
dal suo direttore Giulio Cantalamessa.

fé Si sono scoperti alcuni pregevoli affreschi nella
Chiesa madre di Torre di Palme costruzione del xiv sec.

Il nostro caro collaboratore, l’illustre CORNEL
DE FABRICZY, è mancato agli studi, all’arte, ai nu-
merosi ammiratori e amici, il 5 ottobre 1910 in Tu-
bingen, nell’età di 71 anni. L’Italia deve al ricercatore
diligente e solerte, riconoscenza perenne, chè l’opera
di tutta la vita del Fabriczy è stata dedicata alla gloria
dell’arte nostra, al Brunellesco e agli scultori fioren-
tini. Non v’è stata notizia, non un fatto acquisito dagli
studi sull’arte italiana che non trovasse in Germania,
per opera del grande erudito, divulgazione e commento.
E venuto meno agli studiosi dell’arte nostra un alleato
sincerò, equanime e sapiente.

L’aristocrazia parigina è in lutto per la morte di uno
dei suoi membri più illustri, VITTORIO MASSENA
duca di Rivoli e quarto principe di Essling.

11 nipote del celebre maresciallo napoleonico era
nato nel 1836. Giovanissimo era fuggito dal collegio
per arruolarsi nell’esercito e combattè come ufficiale
dello stato maggiore durante la campagna d’Italia a
Montebello ed a Magenta, ricevendo per il valore di-
mostrato un’alta onorificenza. Negli ultimi dieci anni
dell’impero rappresentò il collegio elettorale di Nizza
al Corpo legislativo.

Tornato a vita privata dopo la proclamazione della
repubblica, si consacrò alla collezione di tutte le let-
tere, di tutti i quadri, le miniature e le armi che si
riferivano all’epoca napoleonica e formò così un vero
ed inestimabile museo di reliquie napoleoniche. Aveva
per questo ai suoi servizi un centinaio di corrispon-
denti in tutti i paesi d’Europa ed i lavori erano diretti
sotto la sua sorveglianza da uno storico di valore,
Teodoro Gerard. Il suo gabinetto di lavoro era un vero
cenacolo, dove si riunivano di frequente i più noti
letterati.

Vittorio Massèna è morto dopo parecchi mesi di
malattia, nel palazzo della figliastra, duchessa di Ca-
mastra, moglie del commissario generale italiano alla
Esposizione di Bruxelles.

L’Italia deve profonda riconoscenza al Duca di Ri-
voli anche per avere arricchito la sua letteratura arti-
stica di opere preziose sull’iconpgrafia dei Trionfi del
Petrarca, sulle xilografie veneziane del Rinascimento.
Il volume apparso nel 1892, la Bibliographie des livres
à figures vénitiens de la fin du XVe siècle et dii com-
mencement du XVIe attesta dell’ampiezza e della sicu-
rezza dell’erudizione del bibliofilo, che coronò le lunghe
ricerche coi quattro indispensabili tomi in folio : Les
Livres à figures vénitiens de la fin du XVe siècle et
dii commencement du XVIe.
 
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