de sanitàtis custodia
371
Come e quando questo Codice sia pervenuto alla biblio-
teca di Torino, non si sa ; nel 1667, non era ancora a Torino,
o per lo meno non era ancora in possesso del Duca, perchè
il Rossotto (1) non lo conobbe, il che meraviglia il Pasini;
è probabile fosse ancora a Pinerolo. Nel margine inferiore
del terzo folio, era incollato un pezzo di carta antica sul
quale, scritto con caratteri del XVII secolo, si leggeva :
Jacobvs Sabavdvs
de' conser.
VALETV9 :. n. 18.
Evidentemente questa è una nota d'inventario, ma di
quale collezione o biblioteca, non è possibile saperlo. Final-
mente sul margine destro della prima pagina si vede il
bollo moderno della Biblioteca Nazionale di Torino.
La paleografia del Codice ha carattere schiettamente
piemontese del xiv secolo, spesso si incontrano vocaboli
piemontesi latinizzati ; in molti casi le abbreviazioni paleo-
grafiche diventano di difficile interpretazione, essendo per-
sonali ; qualcuna è di uso molto più antico dell'epoca in cui
venne scritto.
Le ricerche indirizzate a determinare l'anno in cui questa
opera medica, forse la più antica piemontese che si conosca,
venne redatta ; si associano per necessità con quelle fatte
per conoscere questo Magister Jacobus, che Pasini chiama
Pedemontanus e la nota soprascritta Sàbaudus.
La dedica scritta dal suo autore a Giacomo d'Acaia,
limita il tempo al regno di questo principe; è adunque
vivente questi che Jacobus scrisse e gli dedicò l'opera sua;
l'accenno alla moglie ed ai figli maggiormente specifica lo
(1) Andrea Rossotto , Syllabus Scriptorum Pedemonianorum.
Monteregali, Gislandi 1667.
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Come e quando questo Codice sia pervenuto alla biblio-
teca di Torino, non si sa ; nel 1667, non era ancora a Torino,
o per lo meno non era ancora in possesso del Duca, perchè
il Rossotto (1) non lo conobbe, il che meraviglia il Pasini;
è probabile fosse ancora a Pinerolo. Nel margine inferiore
del terzo folio, era incollato un pezzo di carta antica sul
quale, scritto con caratteri del XVII secolo, si leggeva :
Jacobvs Sabavdvs
de' conser.
VALETV9 :. n. 18.
Evidentemente questa è una nota d'inventario, ma di
quale collezione o biblioteca, non è possibile saperlo. Final-
mente sul margine destro della prima pagina si vede il
bollo moderno della Biblioteca Nazionale di Torino.
La paleografia del Codice ha carattere schiettamente
piemontese del xiv secolo, spesso si incontrano vocaboli
piemontesi latinizzati ; in molti casi le abbreviazioni paleo-
grafiche diventano di difficile interpretazione, essendo per-
sonali ; qualcuna è di uso molto più antico dell'epoca in cui
venne scritto.
Le ricerche indirizzate a determinare l'anno in cui questa
opera medica, forse la più antica piemontese che si conosca,
venne redatta ; si associano per necessità con quelle fatte
per conoscere questo Magister Jacobus, che Pasini chiama
Pedemontanus e la nota soprascritta Sàbaudus.
La dedica scritta dal suo autore a Giacomo d'Acaia,
limita il tempo al regno di questo principe; è adunque
vivente questi che Jacobus scrisse e gli dedicò l'opera sua;
l'accenno alla moglie ed ai figli maggiormente specifica lo
(1) Andrea Rossotto , Syllabus Scriptorum Pedemonianorum.
Monteregali, Gislandi 1667.