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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 7.1897

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Carbonelli, Giovanni: Magister Jacobus Albinus de Montecalerio: de sanitatis custodia; codice inedito del sec. XIV
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https://doi.org/10.11588/diglit.11589#0384

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370

ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI

tagliò di troppo i margini dei folii, e con questi gli orna-
menti miniati. Il titolo dei libri e dei capitoli è scritto in
rosso, il testo in nero. Le lettere capitali sono ornate con
filettature, e sono alternate rosse ed azzurre, come pure i
segni di paragrafo.

Non è autografo, ciò appare chiaramente dal trovarvi
frequenti errori di trascrizione, corretti da altra mano, meno
calligrafica, che può essere quella dell'autore ; e da errori
nella numerazione dei capitoli, fatta in cifre arabiche an-
tiche, corrette nel margine con cifre romane. La numera-
zione è per folii, con cifre arabiche del xvil secolo, poste
in alto e a destra ; l'ultimo folio, è scritto solo per due
terzi di colonna nel verso, dove finisce il testo.

Che questa copia del Codice sia stata quella di offerta
a Giacomo d'Acaja, al quale l'autore lo ha dedicato, pare
certo, tenuto conto delle pagine miniate e della ornamen-
tazione abbastanza elegante delle lettere capitali; quantunque
le numerose correzioni mostrino l'imperizia dell'amanuense ;
imperizia che può essere scusata dalla difficoltà della ma-
teria trattata, ma che tuttavia rende la scritturazione > un
po' trascurata. Malacarne congettura che effettivamente sia
stata quest'opera presentata a Giacomo d'Acaia, vivente
la sua seconda moglie Sibilla di Baux, avanti che Amedeo
il Verde lo spogliasse del principato, il che gli farebbe
ritenere che fosse stata scritta fra gli anni 1352 e 1356.

Questa congettura di Malacarne sarebbe confermata
dalla scritta che si legge in calce alla prima pagina, biblio-
theceoe franciscanìe pinerolij, che potrebbe essere
l'ex libris dei frati di S. Francesco, come anche una nota
messa nel volume quando da quella passò ad altra biblio-
teca. Ad ogni modo, il fatto d'aver appartenuto a questo
convento, in modo speciale prediletto dai principi d'Acaia,
lascerebbe credere che da questi gli sia pervenuto.
 
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