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Bullettino di archeologia cristiana — 1.1863

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No. 7 (Luglio 1863)
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Una questione sull'arco trionfale dedicato a Costantino
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Disegni d'alquanti vasi del mondo muliebre sepolto con Maria moglie di Onorio imperatore
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https://doi.org/10.11588/diglit.17350#0061

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— 53 —

leneva la zecca, forse possedeva anche quel contiguo
monumento. Inoltre ottimamente risponde alle condi-
zioni de' tempi e del primo svolgersi liberamente il
culto cristiano, che innanzi ad ogni altra sia stata
eretta la basilica Lateranense. Questa era il principale
dominicum (casa del Signore) dentro la città, e la
cattedrale del romano pontefice. Or è naturale, che
in primissimo luogo si sia voluto provvedere alla chiesa
principale nella metropoli del mondo romano e cristiano;
poscia, e forse in pari tempo, ai titoli, cioè alle chiese
parrocchiali, qual' era S. Clemente; e da ultimo alle
basiliche da erigere fuori della città sui sepolcri de'
martiri ed in loro onore. Ed in vero de' sepolcreti
sopra terra, che cominciarono con le basiliche sorte
sui primitivi cemeteri sotterranei, i primi vestigi ap-
pajono solo negli ultimi anni dell' età Costantiniana (1).
Le iscrizioni ci mostrano, che i loculi sotterranei con-
tinuarono ad essere la sepoltura ordinaria dei fedeli
di Roma durante tutto il regno di Costantino. Milziade
fu deposto sotterra nel cemelero di Callisto in crypta(^) :
al contrario Silvestro, Marco e Giulio successori di
lui, nelle basiliche sui cemeteri di Priscilla, di Balbina

(1) V. Inscr. Christ. T. I p. cvii.

(2) IAb. poni, in Milliade §. in ed. Yignoli T. I p. 77.

e di Calepodio. Sembra adunque, che le basiliche su-
burbane erette da Costantino o durante il suo regno
siano posteriori ai primi anni della pace e del trionfo.
La Vaticana però e l'Ostiense dedicate all' onore de'
principi degli Apostoli saranno forse contemporanee
della Lateranense. Quest' argomento diligentemente di-
scuterò nel secondo tomo delle iscrizioni.

Cosi è dimostrato, che nel 31*5, innanzi al qual
anno non fu certamente dedicalo 1' arco a Costantino,
questo principe era non solo palesemente cristiano, ma
tutto inteso ai vantaggi della chiesa, zelantissimo della
sua unità, e con essa già largheggiava dei tesori del
suo patrimonio e del fisco imperiale. Il Papa Milziade
già risiedeva in Laterano ; i cristiani in ogni parte
costruivan basiliche, e solennemente le dedicavano, in
Oriente a loro spese, in Occidente ed in Roma a spese-
loro e del principe. L' iscrizione adunque dell' arco
trionfale sarà un monumento de' rapporti tra l'impe-
ratore cristiano ed il senato pagano. Di questi rapporti
studieremo per così dire là formola nelle parole INSTl\-
CTV D1V1MTAT1S, quando sarà certificato, se esse
furono originalmente concepite e dettate da chi scrisse
quell' epigrafe in nome del senato e del popolo romano,
o se furono sostituite in luogo di altre esprimenti un
senso manifestamente pagano.

Disegni d'alquanti vasi del mondo muliebre sepolto con Maria moglie di Omuio imperatore.

In un codice di antiche iscrizioni e di disegni varii
di antichità scritto circa la fine del secolo XVI e da-
tomi ad esaminare dal dotto e cortese possessore il
sig. Marchese Raffaelli di Cingoli, fra altre curiose no-
tizie ho trovato a pag. 43 delineati cinque vasi con
l'indicazione seguente: Ex achate quinque vascula in
sepulchro Marine Honorii imperatori* filine, Stiticonis
uxoris ( si doveva scrivere Honorii imperatoris uxoris,
Stiliconis filiae ) in Vaticanum dum fundamenta jace-
rentiir novi templi pontifìcatu Panli 3 repertn. 1 va-
setti sono disegnati a metà, e sotto ciascuno le lette-
re S. M. indicano sepukhrum Marine, e li distinguono
da altri oggetti che a quel sepolcro non apparteneva-
no. Con la scorta di questa indicazione ho riconosciuto
questi istessi vasi nel codice Valicano 3439 p. 174 con-
tenente disegni di antichità posseduti da Fulvio Orsi-
no. Ivi i cinque vasi hanno sotto di se le lettere S. M.
anzi uno sep. Marine. Un sesto vaso appartenente allo
stesso sepolcro è delineato nel rovescio della pagina
citata; è di forma semplicissima e non merita l'onore
dell'edizione. 1 primi cinque però ne sono degni, ed
io qui li divulgo compiti nella metà che X autore del
codice ha ommesso. Dirò poi quanto rari sono cotesti
disegni, che ni' è sembrato dover pubblicare come una
non spregevole scoperta nel mio bullettino. Sono de-
lineati nella pagina seguente.

Già ho altre volte fatto menzione del mondo mu-
liebre di Maria figliuola di Stilicone, moglie di Onorio (1)

rinvenuto 1' anno lì)44 dentro il sepolcro di lei Bella
basilica Vaticana. Maggior tesoro di gemme, di ori e
di oggetti varii intagliati in pietre preziose non fu trovato
mai in verun sepolcro cristiano de' primi cinque secoli.
Tutte le relazioni di quella grande scoperta sono state
diligentemente riferite dal Cancellieri nell'insigne opera
De secretariis veteris basilkae Vaticanne, p. 99a-1002.
J 032—1039. Dalle quali raccogliendo insieme le varie
notizie si rileva, che I' imperatrice giaceva in un sar-
cofago di granito rosso d' Egitto ed avea una veste
di drappo d' oro, un panno di simile drappo avvolto
intorno al capo, ed uno disleso sul volto e sul petto.
Da questi drappi furono tratte, altri dice 3o, altri 40
libbre di oro finissimo: v' ha chi dice 80, la sua testi-
monianza però in parte discorde da quelle de' testimoni
oculari mi sembra di assai minor peso(l). Alato del
cadavere era una cassetta d' argento piena di vasi di
cristallo, di agata e d' altre pietre. I vasi e i diversi
pezzi di cristallo erano trenta, fra i quali dite tazze
non molto grandi, 1'una rotonda, l'altra ovale con
fitjtirettc di mezzo cavo bellissime; ed una lucerna mi-
nutamente descritta da Lucio Fauno fatta d'oro e di
cristallo in l'orma di conchiglia, con mosca d' oro mo-
bile, che ricopriva il buco per infonder l'olio, lutto
d'arte e grazia squisite. I vasi di agata ed alcuni ani-
maletti in quella od altra pietra, erano otto pezzi; dei
vasi, due di mirabile bellezza. Conteneva inoltre quella

(I) V. Bull, di Maggio p. 37.

(1) Bullingeri Epitl. ad Vadianum in Goldasti, Centuria epist. Phttljt
p. 232, e nel Mertene, De aut. eccl. ritìb. T. Il p. 1033.
 
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