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Bandini, Angelo Maria
De obelisco Caesaris Augusti e Campi Martii ruderibus nuper eruto commentarius — Rom, 1750 [Cicognara, 2516]

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https://doi.org/10.11588/diglit.8409#0184

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( XLII )

(ertamente più ad unsi meridiana , che alle altre
ombre , avanti, o dopo il mezzogiorno , le quali
effendo più lunghe , non si sminuiscono , ne si al-
lungano cos) poco in ciascun giorno.
V. Umbra non poteva effere di tutto V Obeli-
sco , per ejjère troppo macchinoso, benché sojjè fiato
piramidale , o conico . U ombra poi intiera , si non
sio, verticale , e gettata da uno siile secondo la di-
re zzione dell' assé del mondo ( come gettar si suole
nei piccoli Orologj orizzontali ) non può indicare le
sezioni dei circoli orarj coli' orizzonte ; di modo che
per additare i numeri delle ore non era necejsaria
tale ampiezza, di Orologio , quale richiederebbe^,
V esiremita dell' ombra proveniente dalla cima dell'
Obelisco . Per lo che quanto mai grande, ed enor-
me sarebbe siata /' ampiezza del laslrico , acciò si
denotassero tutte le ore , posio che effe indicar (i do-
veffero dalle ombre della sola cima dell' Obehsco,
0 della palla dorala , sopra di effe collocata ?
VI. Per regulas , qua; funt ex xre inclu-
sx , cioè perpendicolari alla linea meridiana , non
già ad effa parallele , come hanno penfato alcuni.
Quefia perpendicolare pofizkne di dette righe , o
piafire , era più a propofito per mofirare le lun-
ghezze delle ombre , e le grandezze dei giorni, e
delle notti, per mezzo di segni , numeri, o lette-
re incife nelle ifieffe righe , come fogliono effe in-
ciderfi nelle meridiane moderne.
VII. Apici auratam pilam addidit ; vale a
dire acciocché V ombra centrale della palla si po-
teffe sffare per mezzo della figura ellittica dell'
ombra ; a cui dipoi e fiato fifiituito V ifiesfo raggio
del Sole , che paffando per un alto soro , fi rende
vifibile nel pavimento particolarmente di un tem-
pio . Adunque quefia aggiunta della palla dorata,
conferma sempre più V uso della linea meridiana.
Vili. Haec obfervatio &c. Il motivo , per
il quale la linea meridiana una volta ben tirata
nel lafirico posio vicino all' Obelifco , coli' andar
del tempo più non corrifpondeffe , altro non potè
effere , che uno slogamento dell' Obelisco cagionato
dal fedimento di tutta la mole , o da una muta-
zione dell' affé del mondo , o , quel che torna V ifief-
fo , dei poli del diurno giro della terra . L' attri-
buire a quejì' ultimo motivo la variazione della
linea meridiana offervata da Plinio , fembra un
affurdo , non effendone altronde fiato ricavato al-
cuno indizio , ne facendosi alcuna menzione dagli
Afironomi, che fia fiato offervato nei tempi addie-
tro un fimile fconcerto . Certamente noi fappiamo
dai Commentar] della Regia Accademia di Fran-
cia , che quegli Afironomi fpediti dal Re nello E-
ghto -, dopo aver fatte le loro offervazioni intorno
alle Piramidi vicine alla Citta del Cairo , cffer-
varono , che due lati di effe ftavano diretti nello
ifieffo piano del meridiano . La qual pofizione non

convenit umbra; meridiana:, quarti umbris reli-
quarum diei horarum , quae » utpote longiores ,
non parum fingulis diebus decrefeere, vel auge-
feere queunt.
V. Umbra nequibat essèt totius Obeli-
sei, nimiam in molem expanfì, etfi pyramidalis
fuiiTet, vel conicus Umbra vero integra, nifi
verticalis, & a stylo , juxta mundi axem di-
redlo, projecìa ( ut in parvis horizontalibus
horologiis projici folet ) nequit indicare se-
cìiones , quae sìunt a circulis horariis cum_>
horizonte ; itaut non requiratur ad signan-
dos horarum numeros ea horologii amplitudo,
qua; ab umbra per gnomonis verticem projecìa
requireretur . Proinde quanta , & quam enor-
mis fieri debuisset extenfio strati lapidis ad si-
gnandas sìngulas horas, si per umbras folius ver-
ticis ObeliJci, vel aurata pila;, qua; vertici fuit
addita , indicando fuiffènt ?
VI. Per regulas, qua funt ex are incluse, nem-
pe normales ad meridianam lineam , non eidem
parallelas, ut aliis vifum fuit. Normalis haec re-
gularum pofitio aptior erat ad fignandas um-
brarum longitudines,dierumque ac nocìium ma-
gnitudines per notas , numeros , aut litcras, re-
gulis ipfis incifas , ut hodiernis meridianis inci-
di folent.
VII. Apici auratam pilam addidit ; ut nempe
poiTet ex elliptica figura umbra;, determinari
centralis umbra pila; aurata; ; cui deinde fubsti-
tuta fuit lucida Solis Ipecies per fublime fora-
men immilli, &in pavimento, potiffimum tem-
pli , conlpicua . Ha;c itaque additio aurata; pi-
la; confirmat ufum linea; meridiana;.
Vili. Hac observatio &c.CauiTa,ob quam me-
ridiana linea in lapide prope Obelifcum ftrato
olirti recìe Ugnata , proceffu temporis a ventate
deflecìeret, non alia effe potuit, quam vel Obe-
lifci luxatio, fubfidente solo , vel axis mundi,
five quod eodem recidit polorum diurna; verti-
ginis in tcllure mutatio . Et huic quidem meri-
diana; linea; variationem a Plinio obfervatam ac-
ceptam referre , ablurdum videtur, cum ejufmo-
di mutationis nullum aliunde indicium depre-
henfum fuerit, neque ab ullo Aftronomorum
anomalia ejufmodi olim observata memoretur .
In Commentariis certe Regia; Galliarum Aca-
demia; proditum est, Aftronomos a Rege in JS.-
gyptum milTos inftitutis circa pyramides urbi
Alcairo vicinas obfervationibus, deprehendiflè
maxime ipfarum bina latera in ipfo meridiani
plano jacere . Qui fané pofitus cum cafui nulla-
tenus tribui poffit, argumento eft , meridiana;
linea; iis in locis ab antiquiflìmorum ufque M-
 
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