Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Österreichisches Archäologisches Institut [Hrsg.]
Jahreshefte des Österreichischen Archäologischen Institutes in Wien — 12.1909

DOI Heft:
Beiblatt
DOI Artikel:
De Campi, Luigi: Tombe Langobarde della necropoli barbarica di Civezzano
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.45357#0416

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
I 2 I

Tombe Langobarde della necropoli barbarica di Civezzano

122

dorati. Dalia giacitura nella tomba non e possibile
giudicare se serviva all’ acconciatura dei capelli od
a fermare le vesti del corpo.
3. Una laminetta d’ argento della forma d’ uno
dei nostri tagliacarta, lunga cm 20, larga al capo
cm 1*5, in coda cmo‘5. Al capo ha dei piccoli fori
simmetrici e piu sotto uno maggiore della forma d’ uno
zero schiacciato all’ estremitä superiore. I margini
delle faccie sono percorsi da due file di triangoletti
e fanno cornice ad una serie di riquadri nel mezzo.
Probabilmente era un oggetto di ornamento.
4. Due fibbie di bronzo dorato, lunghe cm
fregiate di un intreccio a nastri. Una delle fibbie e
intera, all’ altra manca 1’ ardiglione.
5. Un altra fibbia pure di bronzo dorato, com-
posta di un semicerchio del diametro di cm 3 e d’ un
ardiglione di cm 31/, (a quanto ora ci scrive Don
Vittorio Merler questa fibbia sarebbe d’ argento e
apparterrebbe alla tomba vicina).
6. Due piastrelle di bronzo dorato, lunghe cm 2l/2
ornate ciascuna da quattro bullette. Servivano, a quanto
pare, come finimento di cintura.
7. Quattro scudicciuoli di bronzo dorato, lunghi
cm 5. Ogniuno ha cinque borchie, disposte in due
serie, una di 3 e 1’ altra di 2.
8. Un bacile di lamina di bronzo, del diametro
di cm 231/2. L’ orlo appare alquanto piii grosso e le
due anse erano attaccate con borchie ribadite. II
bacile era intero, ma un colpo di piccone, dato nello
scavare il terreno lo ruppe ad un ansa.
9. Quattro grani di corallo da collana ed alcuni
altri di terra cotta.
10. Dei filamenti d’ oro, ehe probabilmente sta-
vano nel ricamo della cintura o nel tessuto delle vesti.
11. Due orecchini d’ oro, lunghi cm e lavo-
rati con finitezza d’arte. Son divisi in tre parti:
1’ anello del diametro di cm 21/2 — con cui erano
appesi all’ orecchio — terminante in un globetto
intrecciato con fili d’oro: dal globetto si diparte un
piccolo anello ehe va a legare una rosa di filigrana con
in mezzo una perla, e contornata alla circonferenza da
fregi: dalla rosa pendono tre ciondoli, i laterali con
tre globetti d’ oro ed uno piü grosso all’ estremitä in
forma di fava, quello di mezzo con tre perle ed in
tondo una bella e lucente ametista lunga cm 2.
12. Croce di forma greca di lamina d’oro ben
conservata, del peso di grammi 3'35. L’ asta misura
9 cm ed e di un centimetro piu lunga delle braccia.
Queste e qirella al punto di contatto sono alquanto
piu streite ehe alle estremitä. A ciascuna estremitä

si osservano quattro piccoli fori pei quali passava il
filo ehe la teneva cucita al vestito. L’ ornamentazione
della croce e rilevata per mezzo dello stampo e come
si vede dalla figura, e costituita da un intreccio di
cordoni e di nastri tanto caratteristici negli ornamenti
dell’ epoca bizantina. La croce si rinvenne stacciando
la terra il giorno dopo lo scavo, per cui non e escluso
il caso ehe appartenesse alla tomba vicina nella quäle
giaceva il cadavere di un uomo.“
E qui finisce la descrizione delle circostanze di
rinvenimento, 1’ elenco del corredo funebre e la sua
disposizione.
Noi dobbiamo essere grati alla Rivista Trentina
di averci trasmesso fedelmente tutti quei dati di
fatto ehe pote e seppe raccogliere all’ atto e dopo
la scoperta. Se sono piuttosto monchi e defi-
cienti nel rilevare distintamente il materiale d’ ogni
singola tomba, non e da meravigliarsi, perche un
rinvenimento casuale lascia sempre desiderare partico-
lari. Comunque la cosa sia, avremmo raggiunto 1’ in-
tento, se dall’ esame del materiale ehe sta a nostra
disposizione e dai confronti ehe verremo istituendo
saremo in caso di stabilire 1’ etä e rilevare adeguata-
mente 1’ alta importanza del deposito. Il proprietario
dello stabile dopo molte ricerche pratiche e trattative
cedette tutto il corredo funebre di quelle tombe al
Museo di Corte in Vienna, la cui direzione colla
liberalitä e squisita cortesia ehe la distingue mi per-
mise non solo 1’ ispezione degli oggetti, ma volle
mettere a mia disposizione splendide fotografie degli
stessi prodotte dal valente fotografo Signor Franken-
stein dalle quali furono tratti i cliches ehe illustrano
questa memoria.
Questi ed altri rinvenimenti fatti in epoche di-
verse confermano l’esistenza nelle adiacenze di Ci-
vezzano d’ una vasta e ricca necropoli a file con
tombe orientate generalmente da Oriente a ponente,
ora in nuda terra, ora costruite con embrici all’ uso
romano, poi sepolture circoscritte e rinforzate da
petrame e deposizioni entro casse di legno, munite
di robuste ferramenta con motivi ornamentali assai
decorativi. Tanto le deposizioni a file quanto il rito
del seppellimento, 1’ orientazione ed il patrimonio
artistico ehe le accompagnava, spettano notariamente
a popoli calati dal settentrione nell’ alto medio evo,
portatori di civiltä, con elementi d’ arte orientale ed
indubbi contrassegni cristiani. Sembrerebbe ehe al
grado, alla posizione sociale del defunto dovesse
corrispondere una speciale forma di tomba accom-
pagnata da adeguato mobilio funebre. Ma non e
 
Annotationen