POLITTICI D'ALABASTRO
2 I I
i frammenti del Museo di Genova, anche nella loio
grossolanità, e in special modo le tavolette di San Be-
nedetto a Settimo si dimostrano con forme più vive,
con ligure d’alquanto più vicine alla realtà. Non solo
noi vediamo nel paliotto pisano una maggiore raffi-
natezza in ogni forma, pur mantenendosi con le stesse
caratteristiche, una mancanza di esagerazione nello
stecchire le membra dei personaggi, nello sporgere
degli occhi, nell'allungarsi dei nasi, nel tagliare le
scola gotica dello stesso tipo di quella che si vede in
basso sulla cornice del polittico del Museo di Napoli.
Se si pensa poi che a quel paliotto si possono av-
vicinare, più che alle altre sculture, i frammenti del
Museo di Genova, per una minore contorsione delle
. ^ *s
figure, per una più corretta, quantunque grossolana,
modellazione, si avrà intanto una prima classificazione,
per quanto empirica, secondo l’età.
Quanto al luogo d’origine di queste sculture m’è
Fig. 8 — 11 Martirio di Santa Caterina
Londra, Burlington House, Società degli Antiquari
(Galvanoplastica del R. A. I.).
nuche come per scoperchiarle — difetti che avevano
fatto esser così severo lo storico di Ferrara ; non solo
insomma vediamo un’opera sotto ogni rapporto mi-
gliore delle altre tre, ma un particolare paleografico
interviene a confermarci l’ipotesi che al paliotto di
San Benedetto a Settimo si debba attribuire un’epoca
più tarda, rispetto specialmente alle sculture di Napoli
e di Ferrara. Infatti nei cartelli che si svolgono entro
le scene di quello le iscrizioni sono impresse in ca-
ratteri maiuscoli romani, mentre nei rotuli che si
svolgono in queste è conservata la scrittura mimi-
riuscito dopo varie ricerche, di avvicinare questo gruppo
esiguo ad un gruppo molto maggiore di bassirilievi
aventi con quelli descritti non solo un grado strettis-
simo di parentela, ma talora addirittura di identità.
Affinchè si potessero meglio confrontare queste opere
fra loro, io ho creduto opportuno di pubblicarne al-
cune di cui già gli storici dell’arte ebbero ad occu-
parsi in pubblicazioni straniere.
Un grandissimo numero di queste tavolette di ala-
bastro esistenti in Inghilterra, dove la scultura in que-
sto materiale ebbe una larga diffusione durante il xjv
2 I I
i frammenti del Museo di Genova, anche nella loio
grossolanità, e in special modo le tavolette di San Be-
nedetto a Settimo si dimostrano con forme più vive,
con ligure d’alquanto più vicine alla realtà. Non solo
noi vediamo nel paliotto pisano una maggiore raffi-
natezza in ogni forma, pur mantenendosi con le stesse
caratteristiche, una mancanza di esagerazione nello
stecchire le membra dei personaggi, nello sporgere
degli occhi, nell'allungarsi dei nasi, nel tagliare le
scola gotica dello stesso tipo di quella che si vede in
basso sulla cornice del polittico del Museo di Napoli.
Se si pensa poi che a quel paliotto si possono av-
vicinare, più che alle altre sculture, i frammenti del
Museo di Genova, per una minore contorsione delle
. ^ *s
figure, per una più corretta, quantunque grossolana,
modellazione, si avrà intanto una prima classificazione,
per quanto empirica, secondo l’età.
Quanto al luogo d’origine di queste sculture m’è
Fig. 8 — 11 Martirio di Santa Caterina
Londra, Burlington House, Società degli Antiquari
(Galvanoplastica del R. A. I.).
nuche come per scoperchiarle — difetti che avevano
fatto esser così severo lo storico di Ferrara ; non solo
insomma vediamo un’opera sotto ogni rapporto mi-
gliore delle altre tre, ma un particolare paleografico
interviene a confermarci l’ipotesi che al paliotto di
San Benedetto a Settimo si debba attribuire un’epoca
più tarda, rispetto specialmente alle sculture di Napoli
e di Ferrara. Infatti nei cartelli che si svolgono entro
le scene di quello le iscrizioni sono impresse in ca-
ratteri maiuscoli romani, mentre nei rotuli che si
svolgono in queste è conservata la scrittura mimi-
riuscito dopo varie ricerche, di avvicinare questo gruppo
esiguo ad un gruppo molto maggiore di bassirilievi
aventi con quelli descritti non solo un grado strettis-
simo di parentela, ma talora addirittura di identità.
Affinchè si potessero meglio confrontare queste opere
fra loro, io ho creduto opportuno di pubblicarne al-
cune di cui già gli storici dell’arte ebbero ad occu-
parsi in pubblicazioni straniere.
Un grandissimo numero di queste tavolette di ala-
bastro esistenti in Inghilterra, dove la scultura in que-
sto materiale ebbe una larga diffusione durante il xjv