Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

DOI Heft:
Fasc. 3
DOI Artikel:
Corrieri
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0268

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
2 2 6

CORRIERI

ce n’eran tre di grandissimo pregio ed interesse, tutti
e tre appartenenti al conte Alessandro Casati :

il ritratto della contessa Giovanna di Beigioioso
d’Este, nata Mellerio (1775-1798), è una idealizzazione
poetica : la giovanissima gentildonna, seduta, distratta,
tiene in mano una farfalla, vero emblema della sua
tenue vitalità; l’esecuzione e la tonalità chiara, sof-
fusa, ricordano il frescante, l’autore di poetiche crea-
zioni, l’artista ben giustamente sopranominato il pit-
tore della grazia ;

il ritratto d’uomo seduto, il fratello dello stesso
Andre? Appiani, è invece condotto con quella fini-
tezza e quel fare levigato e brillante ch’egli usava pre-
feribilmente non solo nei ritratti ma anche in tutti i
suoi quadri da cavalletto, così tanto nel suo ritratto
di Napoleone Bonaparte della villa Melzi a Bellagio,
quanto nel suo «Olimpo» dell’Accademia di Brera;
il quadro reca al basso, oltre la firma del pittore,
anche l’aggiunta delle parole : concordia fratrum (?),
poco leggibili sotto al cristallo : peccato che non
se sia data la trascrizione nel catalogo, nel quale
non sempre vennero indicate le firme ed altre leg-
gende ;

infine il ritratto dello scenografo Paolo Landriani
(i755"i839), semplice busto, ma vivace, animato, dagli
occhi penetranti, rapido sguardo ; il Paolo Landriani,
collega a Brera e probabilmente amico dell'Appiani,
venne daTpiesto insigne maestro fermato sulla tela
in tutta la sua personalità intellettuale. Ai suoi tempi
il Landriani era stato un insigne prospettico e pittore
di scene teatrali e se le sue grandi scene del teatro della
Scala come al solito sono andate inesorabilmente ri-
dipinte e quindi obliterate, distrutte, tuttavia di lui
ci rimangono molti schizzi a penna e sepia, raccolti
in alcuni albmns dal ragioniere Agostino Ronchetti.
Che bella ed interessante pubblicazione sarebbe mai
quella che contenesse le riproduzioni di questi gran-
diosi e magnifici scenari, preceduti dalla riproduzione
del ritratto dell’autore, posseduto adunque dal conte
Casati !

Alcuni ritratti piacevoli ma convenzionali di Ange-
lica Kaufmann, italiana d’arte, straniera di nome, ser-
vivano di collegamento a parecchi ritratti dispersi qua
e là di pittori d’oltr’Alpi ed anche di pittrici.

Primeggiavano alcuni ritratti del Rigami : uno del
maresciallo de La Tour d’Auvergne (del dottor Cor-
rado Cramer Paurtales) davvero singolare per la vi-
talità, lo slancio di quel personaggio ; due altri, del
maresciallo Villars e del consigliere d’ Hozier (en-
trambi della raccolta Giuseppe Beltrami), preziosi per
la grande finezza dei toni e della esecuzione.

Piacevolissima la tela del Nattier rappresentante la
principessa Barbara di Beigioioso nataci’Adda-Visconti-
Aicardi ; opera eseguita nel 1742 e ricca delle solite
preziose ed originali tonalità perlacee ed azzurrognole
di questo raffinato ritrattista.

Del David i signori fratelli Grandi avevano esposto
un notevole ritratto di giovanetta in singolare atteggia-
mento di convenzionale teatralità, come predilige vasi
dalla società di quel tempo in cui si pensava, par-
lava, gesticolava, scriveva come se la vita non fosse
che una successione di commedie e di tragedie, svol-
gentisi tutte quante sul palco scenico.

Vicino era un piccolo tondo, contenente il busto
di una graziosa fanciulla acconciata con nastri rossi :
il catalogo, che dice : forse la figlia della pittrice,
aveva però ommesso di trascrivere la firma preziosa
del fondo: L. E. V. Le Bruii, 1793.

Ancora della scuola francese una tela del barone
Gros, appartenente a Donna Vittoria Cima, e ritraente
a due terzi di figura Michele Tealdi, governatore del
Banco di San Giorgio, rappresentante di Genova al
corpo legislativo. Questa è davvero un’opera potente
per la caratteristica impronta del personaggio effigiato
e per la tonalità bassa ed armoniosa, il forte impasto
del colore ; già appare il senso moderno pittorico che
chiamiamo in gergo artistico la macchia (contrasti del
chiaroscuro e delle tonalità).

Alcuni altri ritratti ancora eli valenti artisti stra-
nieri, e fra essi :

del Seybold, viennese di elezione, un caratteri-
stico ritratto di dama con un bambino (della Galleria
Warowland) ;

del tedesco Denner, di cui tutti ricordano i ce-
lebri ritratti di vecchia e di vecchio della Galleria di-
vienila, un singolare ritratto di monaca (appartenente
al prof. Novati).

Tutti questi ed altri pregevoli ritratti, alcuni dei
quali quasi quasi dei veri capolavori, erano per lo più
frammisti ed in alcune sale anche sopraffatti da molti
e molti altri di valore secondario e di sovente nullo
e peggio. Ne seguiva che il sistema molto oppor-
tuno di accettare senz’altro le attribuzioni notificate
dai proprietari, produceva dei casetti assai umori-
stici di tele di Fra’ Galgario, Rosalba Carriera, An-
drea Appiani, e via via, tutte di nuovo stile, ina-
spettato.

Un altro lato debole della mostra fu l’esposizione
o raggruppamento delle opere, non secondo gli au-
tori, ma secondo i proprietari delle medesime ; ed un
altro difetto ancora fu quello di non aver avuto il co-
raggio per una mostra di ritratti di lasciar le sale della
«Permanente», in quel caso veramente disadatte, ed
ottenere le sale del ridotto della Scala o quelle della
Villa reale, tutte illuminate da finestre laterali, tutte
suscettibili di suddivisioni in scomparti, ove si sarebbe
quindi potuto esporre i ritratti nelle condizioni incui
si trovano di solito negli appartamenti e per i quali
gli artisti li hanno dipinti.

Quelle sterminate serie di personaggi posti in fila
gli uni dopo gli altri, oltre al produrre una stan-
chevole monotonia ed una noia infinita, parevano
 
Annotationen