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CORRIERI
lare, che è un ricordo del fiore del capitello corintio.
Ecco qui un bel gruppo di questi capitelli, per i
quali fu adoperata una pietra calcarea bianchissima,
di una grana fina ed uniforme. Chiara si scorge in
essi l’analogia stilistica e la rude tecnica, cose che
lasciano supporre essere usciti dalla fantasia di un
unico imperito scalpellatore.
1 tipi delle figure 4, 5, 6 e 7 mostrano un unico
concetto : un rigido fogliame a lancia, tagliato aspra-
mente su un cono tronco rovescio e una tavoletta
tivo. Qui i circoli annodati chiudono rosoncini di vario
gusto; in quello della figura 9, al posto di un rosone
è scolpito un disco alquanto convesso, con un reti-
colato fatto con leggere incavature : forse il tagliapietre
volle rappresentare un frutto.
Il capitello della figura io, caratterizzato dall’ampio
guscio, che limita il sommoscapo del fusto, ha una
decorazione che si rilega a quella che abbiamo visto
nel capitello n. 6.
Il capitello rappresentato nella fig. ir, è cubiforme,
quadrilatera, che serve da abaco, con le quattro facce
ora lisce, ora ornate. L’artefice soppresse il collarino
e preferì di dare al collo del capitello una maggiore
sporgenza, in modo da avere nel collegamento col
sommoscapo un leggero risalto a spigolo vivo o ar-
rotondato. Questo risalto alcune volte è parte inte-
grale di elementi decorativi come nella fig. 5. Odia-
tagli nelle facce degli abachi sono sempre piatti : trecce,
viticci a spirali o con rametti a foglie dentate, otte-
nuti con incavi e listelli angolari. Bellissimo è il fregio
dell’alto abaco nel capitello della fig. 6, un motivo
di cerchi annodati, costituiti da un duplice stelo, da
uno dei quali nasce una palma stilizzata, campeggiante
nell’àrea circolare: reminiscenza d’arte greca.
I capitelli notati con i numeri 8 e 9, a forma d’im-
buto, punto si allontanano dagli altri descritti per
quanto riguarda tessitura architettonica e gusto orna-
e reca, nella faccia verso l’abside, una figura in rilievo
schiacciato, la quale ha l’atteggiamento di un’orante,
La faccia, che viene immediatamente dopo, porta qn
leone e un pesce, simbolo del Salvatore. Il leone sta
di fronte ad un alberello a foglie lanceolate. La bestia
evangelica fece giudicare l’imagine atteggiata a orante,
Daniele nella fossa dei leoni : il giudizio mi sembra
un po’ esagerato. Le altre due facce sono coverte con
trecce e steli, da cui si diramano foglioline anche lan-
ceolate.
Grandioso è il capitello della dodicesima figura.
Peccato che sia rimasto così sfregiato ! Il campo co-
nico è partito in due zone per mezzo di un fusaiolq q
di un listello. Nella zona inferiore, limitata da altro
listello sporgente dal vivo del fusto, sono rosoni vi-
gorosamente scolpiti dentro circoli annodati, e nella
zona di sopra, fogliami di acanto nascenti dalla linea
CORRIERI
lare, che è un ricordo del fiore del capitello corintio.
Ecco qui un bel gruppo di questi capitelli, per i
quali fu adoperata una pietra calcarea bianchissima,
di una grana fina ed uniforme. Chiara si scorge in
essi l’analogia stilistica e la rude tecnica, cose che
lasciano supporre essere usciti dalla fantasia di un
unico imperito scalpellatore.
1 tipi delle figure 4, 5, 6 e 7 mostrano un unico
concetto : un rigido fogliame a lancia, tagliato aspra-
mente su un cono tronco rovescio e una tavoletta
tivo. Qui i circoli annodati chiudono rosoncini di vario
gusto; in quello della figura 9, al posto di un rosone
è scolpito un disco alquanto convesso, con un reti-
colato fatto con leggere incavature : forse il tagliapietre
volle rappresentare un frutto.
Il capitello della figura io, caratterizzato dall’ampio
guscio, che limita il sommoscapo del fusto, ha una
decorazione che si rilega a quella che abbiamo visto
nel capitello n. 6.
Il capitello rappresentato nella fig. ir, è cubiforme,
quadrilatera, che serve da abaco, con le quattro facce
ora lisce, ora ornate. L’artefice soppresse il collarino
e preferì di dare al collo del capitello una maggiore
sporgenza, in modo da avere nel collegamento col
sommoscapo un leggero risalto a spigolo vivo o ar-
rotondato. Questo risalto alcune volte è parte inte-
grale di elementi decorativi come nella fig. 5. Odia-
tagli nelle facce degli abachi sono sempre piatti : trecce,
viticci a spirali o con rametti a foglie dentate, otte-
nuti con incavi e listelli angolari. Bellissimo è il fregio
dell’alto abaco nel capitello della fig. 6, un motivo
di cerchi annodati, costituiti da un duplice stelo, da
uno dei quali nasce una palma stilizzata, campeggiante
nell’àrea circolare: reminiscenza d’arte greca.
I capitelli notati con i numeri 8 e 9, a forma d’im-
buto, punto si allontanano dagli altri descritti per
quanto riguarda tessitura architettonica e gusto orna-
e reca, nella faccia verso l’abside, una figura in rilievo
schiacciato, la quale ha l’atteggiamento di un’orante,
La faccia, che viene immediatamente dopo, porta qn
leone e un pesce, simbolo del Salvatore. Il leone sta
di fronte ad un alberello a foglie lanceolate. La bestia
evangelica fece giudicare l’imagine atteggiata a orante,
Daniele nella fossa dei leoni : il giudizio mi sembra
un po’ esagerato. Le altre due facce sono coverte con
trecce e steli, da cui si diramano foglioline anche lan-
ceolate.
Grandioso è il capitello della dodicesima figura.
Peccato che sia rimasto così sfregiato ! Il campo co-
nico è partito in due zone per mezzo di un fusaiolq q
di un listello. Nella zona inferiore, limitata da altro
listello sporgente dal vivo del fusto, sono rosoni vi-
gorosamente scolpiti dentro circoli annodati, e nella
zona di sopra, fogliami di acanto nascenti dalla linea