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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 7.1897

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Brayda, Riccardo: La casa mediovale di Via Giacomo Leopardi in Torino
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https://doi.org/10.11588/diglit.11589#0030

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16 ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI

moritesi con portici. Di tali case si riscontra facilmente
l'esempio in quasi tutti i paesi che circondano Torino. In
quella al civico numero 4, ad essa coerente, abitò il celebre
storico Carlo Botta, e vi nacque suo figlio Paolo Emilio,
« lo scopritore delle antiche mura di Ninive, » come ri-
cordava una lapide che ivi aveva fatto apporre il Muni-
cipio. Passando innanzi al portico suaccennato, e percor-
rendo la tortuosa via dei Pellicciai, si riusciva ad un largo,
piazzetta ampia per quei tempi, sulla quale prospettava e
prospetta tuttora un ampio casamento, che nelle modeste
forme del Seicento e del Settecento, di cui fu rivestito, non
arrestava troppo lo sguardo del visitatore. Ma chi si fosse
fermato ad osservarlo attentamente, avrebbe scorto sotto
l'intonaco una robusta costruzione in pietra da taglio al
piano terreno, ed un'elegante cornice al primo piano, che
fu conservata per servire di altare ad una Madonna che
era stata dipinta sull'intonaco nel Seicento.

Egli è appunto di questa casa che io voglio discorrere
particolarmente.

Il tratto compreso tra la via dei Pellicciai, questa piaz-
zetta e la via Porta Palatina, meriterebbe un lungo esame
per la ricostruzione della Torino medioevale non solo, ma
eziandio per lo studio del periodo romano.

Imperocché, se poco attendibile pare la credenza che in
quel luogo sorgesse il tempio dedicato a Diana, è certo
però che la forma della chiesa di San Silvestro, ora dello
Spirito Santo, i materiali di cui son composti i muri dei
sotterranei di detta chiesa, i grossi blocchi in marmo del
basamento della casa da me ripristinata, unico esempio
nelle case del Piemonte, fanno conoscere che un edilìzio
romano di molta importanza esistesse in quelle vicinanze,
e che di tale fabbrica fossero stati reimpiegati parte dei
materiali che la costituivano.
 
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