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SULLE TESI TEORICO ARTISTICHE
DEL PRIMO RINASCIMENTO
Si confronti il sopracitato libro di Iiiexe Behn, L. B. Alberti aìs Kunstphi-
losoph, Strasburgo 1911: ben scritto e chiaramente disposto, esso non offre
troppo almeno allo storico. Sulla teoria delle proporzioni nel primo Rinasci-
mento fino a Leonardo è utile l'articolo del Paxofsky, « Monatsb. f. Kunst-
wiss. » 1921, 207 sgg. È ancora assai utile, anche per lo storico dell'arte, la
tesi di laurea di K. Vossler, Die poetischen Theorien der italienischen Friih-
renaissance (dal Trecento iu poi), Berlino 1900.
Passando dal Medio Evo al Quattrocento, si osserva innanzi tutto
clie il concetto di arte figurativa subisce una definitiva trasforma-
zione. L. B. Alberti è il profeta di una nuova età, che comincia solo
dopo i tempi nuovi, come l'influsso da lui esercitato. Per la prima
volta (nel Trattato della pittura) il concetto di bellezza è messo in
intimo rapporto con l'arte figurativa (anche se derivato dell'euri/th-
mia vitruviana) nel senso di armonia, mentre ciò che non è armonico
è brutto (esempio : superfici troppo grandi accanto a superfici pic-
cole, come nel volto di una vecchia). Con l'arte nuova, che nel senso
dell'Alberti e dei suoi processi tecnici, come quello del « velo », par-
tiva da una conscia ed esatta riproduzione della natura, era indispen-
sabile un chiarimento, che l'Alberti dà ponendo come legge suprema
la bellezza accanto alla somiglianza. L'antichità offre anche qui
esempi favorevoli e contrarli ; il celebre aneddoto di Zeusi e delle
fanciulle di Crotone (da Cicerone) appare qui per la prima volta, e
sarà da allora in poi continuamente ripetuto; gli si contrappone la
storia che ci racconta Luciano dell'antico realista Demetrio di Aio-
pece. Il tema è ancora approfondito nel trattato albertiano sull'ar-
chitettura (VI, specialmente capp. 5-7). Anche qui Veurythmia vi-
truviana è applicata in una nuova accezione alla definizione della
bellezza architettonica : come « concerto » (secondo la traduzione del
SULLE TESI TEORICO ARTISTICHE
DEL PRIMO RINASCIMENTO
Si confronti il sopracitato libro di Iiiexe Behn, L. B. Alberti aìs Kunstphi-
losoph, Strasburgo 1911: ben scritto e chiaramente disposto, esso non offre
troppo almeno allo storico. Sulla teoria delle proporzioni nel primo Rinasci-
mento fino a Leonardo è utile l'articolo del Paxofsky, « Monatsb. f. Kunst-
wiss. » 1921, 207 sgg. È ancora assai utile, anche per lo storico dell'arte, la
tesi di laurea di K. Vossler, Die poetischen Theorien der italienischen Friih-
renaissance (dal Trecento iu poi), Berlino 1900.
Passando dal Medio Evo al Quattrocento, si osserva innanzi tutto
clie il concetto di arte figurativa subisce una definitiva trasforma-
zione. L. B. Alberti è il profeta di una nuova età, che comincia solo
dopo i tempi nuovi, come l'influsso da lui esercitato. Per la prima
volta (nel Trattato della pittura) il concetto di bellezza è messo in
intimo rapporto con l'arte figurativa (anche se derivato dell'euri/th-
mia vitruviana) nel senso di armonia, mentre ciò che non è armonico
è brutto (esempio : superfici troppo grandi accanto a superfici pic-
cole, come nel volto di una vecchia). Con l'arte nuova, che nel senso
dell'Alberti e dei suoi processi tecnici, come quello del « velo », par-
tiva da una conscia ed esatta riproduzione della natura, era indispen-
sabile un chiarimento, che l'Alberti dà ponendo come legge suprema
la bellezza accanto alla somiglianza. L'antichità offre anche qui
esempi favorevoli e contrarli ; il celebre aneddoto di Zeusi e delle
fanciulle di Crotone (da Cicerone) appare qui per la prima volta, e
sarà da allora in poi continuamente ripetuto; gli si contrappone la
storia che ci racconta Luciano dell'antico realista Demetrio di Aio-
pece. Il tema è ancora approfondito nel trattato albertiano sull'ar-
chitettura (VI, specialmente capp. 5-7). Anche qui Veurythmia vi-
truviana è applicata in una nuova accezione alla definizione della
bellezza architettonica : come « concerto » (secondo la traduzione del