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Schlosser, Julius von; Kurz, Otto; Rossi, Filippo [Übers.]
La letteratura artistica: manuale delle fonti della storia dell'arte moderna — Firenze: La Nuova Italia [u.a.], 1964

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https://doi.org/10.11588/diglit.7581#0419

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III.

I MAESTEI DELL'AECHITETTUBA

Si è già parlato più volte (Libro IV) degli studi vitruviani e del
gigantesco programma dell'Accademia progettata dal Tolomei, che
vengono continuati indefessamente anche nel periodo di cui ora ci
occupiamo. Il costante interesse per l'antico autore è dimostrato dai
libri molto usati di un Antonio Labacco (1552), Pietro Cattaneo di
Siena (1554), Gio. Ant. Eusconi (1590), G. B. Montani (1608), ma
soprattutto dal commentario critico di G. B. Bertano (1558). Tutti
però sono molto superati in importanza dai quattro grandi trattati
d'architettura di cui principalmente dovremo ora parlare.

È da osservare innanzi tutto che il Gotico, specialmente nell'Italia
settentrionale, era ancora una forza vitale; non ancora compiute
erano le grandi cattedrali di due centri importantissimi come Milano
e Bologna, cosi diverse nel loro insieme; proseguiva anzi in esse il
lavoro e ne nascevano, specie a Bologna, le memorabili controver-
sie sullo stile della loro continuazione tra i dotti architetti di mo-
derne tendenze e i conservatori, esponenti dell'opinione popolare. Lo
Springer ci ha lasciato un quadro divertente e istruttivo nella descri-
zione del « sarto gotico » di Bologna (nei suoi Bilder aus der neueren
KunstgescMchte); è notevole che un architetto di grido, educato ad
una scuola severa come Francesco Terribilia di Bologna (1589), ap-
paia poi come campione delle tendenze moderne contro le fantasti-
cherie di un dilettantismo architettonico (di vecchia data in Italia,
in questo campo, cresciuto nelle commissioni profane delle fabbriche
e documentabile con molti esempii), dilettantismo che si fa forte del
commentario a Vitruvio del Cesariano, del segreto del triangolo ecc. ;
e notevole anche come egli giunga a un compromesso che porta alla
continuazione della volta nello stile antico per non mettere un « ber-
retto italiano su una veste tedesca ». Un fenomeno analogo si osserva
nella storia della musica; la passione dei Fiorentini di quest'epoca
 
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