II.
LA TEORIA ARTISTICA DEL SEICENTO IN FRANCIA
Questa terra, che vede nel secolo xvn la seconda ascesa della sua
cultura e del suo influsso, culminante nell'epoca di Luigi XIV, assume
in questo periodo anche la guida della teoria artistica. Non si tratta
veramente di concetti nuovi; questo popolo, in cui la vanità fu sempre
maggiore dell'ingegno, che non ha prodotto alcuna grande creazione
nel massimo senso della parola, pari a quella degli altri popoli civili,
ha avuto il compito di assimilare rapidamente le idee che gli veni-
vano dal di fuori, di formularle nella maniera pili felice e spesso anche
più rigida e di propagarle cosi in modo non raggiunto da altri. Le
parole di Francesco De Sanctis sulla grande preparazione filosofica
della rivoluzione mondiale in Inghilterra e in Germania possono adat-
tarsi anche al nostro argomento : « La Francia era la grande volga-
rizzatrice delle idee dal secolo anteriore elaborate ; era non la dimo-
strazione, ma l'epilogo; non la ricerca, ma la formula, non la specu-
lazione, ma l'applicazione; la scienza già assodata ne' suoi principi
e divenuta catechismo, in una forma letteraria e popolare che rendeva
la propaganda irresistibile ». Ciò vale, parola per parola, anche per
la teoria artistica. In questo caso speciale si trattava delle idee ita-
liane, provenienti cioè dalla culla di ogni speculazione sull'arte figu-
rativa, giunte a perfetta elaborazione solo nell'ambiente fiorentino-
romano della prima età del Seicento ; allo stesso modo la Francia si
impadroniva delle dottrine della poetica italiana, e le realizzava spe-
cialmente nel suo teatro. Questa parte di intermediaria essa aveva
già avuto alla fine del suo Medio Evo « gotico », la sua creazione
maggiore e più originale, quando accolse per sé e per il resto dell'Oc-
cidente l'arte spaziale di impronta italiana.
Il terreno era già preparato. Con la forza impulsiva che distin-
gue da tempo immemorabile questa vivace stirpe dei Gallo-Franchi,
già sotto Francesco I essa aveva rotto, rapidamente e completamente
LA TEORIA ARTISTICA DEL SEICENTO IN FRANCIA
Questa terra, che vede nel secolo xvn la seconda ascesa della sua
cultura e del suo influsso, culminante nell'epoca di Luigi XIV, assume
in questo periodo anche la guida della teoria artistica. Non si tratta
veramente di concetti nuovi; questo popolo, in cui la vanità fu sempre
maggiore dell'ingegno, che non ha prodotto alcuna grande creazione
nel massimo senso della parola, pari a quella degli altri popoli civili,
ha avuto il compito di assimilare rapidamente le idee che gli veni-
vano dal di fuori, di formularle nella maniera pili felice e spesso anche
più rigida e di propagarle cosi in modo non raggiunto da altri. Le
parole di Francesco De Sanctis sulla grande preparazione filosofica
della rivoluzione mondiale in Inghilterra e in Germania possono adat-
tarsi anche al nostro argomento : « La Francia era la grande volga-
rizzatrice delle idee dal secolo anteriore elaborate ; era non la dimo-
strazione, ma l'epilogo; non la ricerca, ma la formula, non la specu-
lazione, ma l'applicazione; la scienza già assodata ne' suoi principi
e divenuta catechismo, in una forma letteraria e popolare che rendeva
la propaganda irresistibile ». Ciò vale, parola per parola, anche per
la teoria artistica. In questo caso speciale si trattava delle idee ita-
liane, provenienti cioè dalla culla di ogni speculazione sull'arte figu-
rativa, giunte a perfetta elaborazione solo nell'ambiente fiorentino-
romano della prima età del Seicento ; allo stesso modo la Francia si
impadroniva delle dottrine della poetica italiana, e le realizzava spe-
cialmente nel suo teatro. Questa parte di intermediaria essa aveva
già avuto alla fine del suo Medio Evo « gotico », la sua creazione
maggiore e più originale, quando accolse per sé e per il resto dell'Oc-
cidente l'arte spaziale di impronta italiana.
Il terreno era già preparato. Con la forza impulsiva che distin-
gue da tempo immemorabile questa vivace stirpe dei Gallo-Franchi,
già sotto Francesco I essa aveva rotto, rapidamente e completamente