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Schlosser, Julius von; Rossi, Filippo [Übers.]
La letteratura artistica — Florenz, 1964

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https://doi.org/10.11588/diglit.7581#0626

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libro ix — la teoria artistica dei secoli xvii e xviii

Pascoli, di Andrea Sacchi al suo scolaro Francesco Lauro, il cui
tono di dignitosa erudizione non contradice al profilo artistico del-
l'uomo, al pari dei consigli in essa contenuti, adesione al semplice
e grande linguaggio formale dell'antichità, ammonimento contro gli
atteggiamenti esagerati del Manierismo ormai superato. È quindi
comprensibile che non rimanga alla retroguardia la scuola pittorica
che fin dal tempo dei Carnicci si era sviluppata a Bologna, da lungo
tempo celebre per la sua dottrina, e che nonostante ogni indipendenza
manteneva i più stretti rapporti con Eoma. Particolarmente caratte-
ristica è l'unione di dilettanti eruditi coi pittori. Un prelato che ebbe
parte importante nella vita artistica bolognese, monsignor Gio. B.
Agucchi, si mise a scrivere un trattato artistico, collo pseudonimo di
Grazi a dio laccati, prima insieme con Annibale Carrocci,
poi col Domenichino ; allo stesso modo l'Albani progettò insieme col
suo compatriota dottor Orazio Zamboni (circa 1635) un trattato che
non fu poi compiuto e del quale il Malvasia, che ne possedeva dei
frammenti, ci ha riferito notevolissimi saggi. Un segno del tempo è
il tono di aspra critica che vi predomina specialmente contro il Va-
sari. Se ancora prevale la considerazione del « peregrino concetto »,
e il naturalismo del Caravaggio (specialmente delle sue mezze figure)
viene quindi rifiutato come troppo poco conforme alle regole dell'arte,
d'altra parte è evidente l'allontanamento dal manierismo, che viene
bollato nel Parmigianino e nei suoi seguaci col parlare di una « peste
d'affettazione ». Ne vedremo in seguito il massimo esempio, nel trat-
tato di un pittore di moda e di un teologo, Pietro da Cortona e il
padre Ottonelli. Gli artisti fiorentini battono su un altro tono, più po-
polare; cosi il pittore aulico che accompagnò a Innsbruck Claudia
Medici, Lorenzo Lippi (1606-1664), autore di un poema eroicomico,
il Mahnantile riacquistato, parodia del solenne epos regolare; cosi
le satire di Giovanni da San Giovanni, in cui critica diversi compagni
d'arte, senza la biliosa maniera giovenalesca di Salvator Rosa. A giu-
dicarne dagli estratti del Baldinucci, e nonostante il riferimento a
un modello letterario allora famoso, i Ragguagli del Parnaso del Boc-
ca lini, sembra che fossero piuttosto nel tono burlesco del Piovano
Arlotto, la cui figura popolare proprio allora era entrata nell'arte
contemporanea. Ancor meno erudizione è nelle botteghe dei pittori
« lombardi » secondo una tradizione del resto ormai antica. L'atti-
vità spiccatamente letteraria di un pittore di Bassano della fine del
secolo xvii, Gio. B. Volpato (1633-1706, da non confondere col suo
celebre omonimo incisore di Raffaello!), rimase in massima parte allo
stato di manoscritto ; ha tuttavia una certa connessione con la fon-
 
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