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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 29.1926

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Testi Rasponi, Alessandro: Giuliano Argentario
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https://doi.org/10.11588/diglit.55345#0046

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ALESSANDRO TESI RASPONI

* * *
Tolte così di mezzo le soluzioni troppo sempli-
ciste che Giuliano fosse un architetto o un ar-
gentarius della camera episcopale di Ravenna ri-
mane questo dilemma: o la sua qualità di dedicator
gli compete perchè munifico costruttore delle due
basiliche erette a sue spese, o perchè delegatagli
per volontà del principe costantinopolitano; le
figurazioni dell’abside di San Vitale aiutano a ri-
solvere.
Nel centro del catino noi vediamo la Maiestas
Domini sedente sul globo, e alla sua destra il
santo titolare che da lui riceve la corona de lapide
praetioso simbolo del martirio; alla sinistra il ve-
scovo mandante Eclesio offert il modello della nuova
basilica. Nei due quadri parietali sono dipinti i
due cortei di Giustiniano e di Teodora che proce-
dono simbolicamente alla dedicatio della basilica,
portando le loro oblazioni: Una patena ed uno
scyphus aurei.
Essendo la basilica fornita di matroneo, non vi
ricorre la solita distinzione della pars virorum e
pars mulierum, che troviamo stabilite a Ravenna:
la prima a destra, la seconda a sinistra di chi en-
trava per la porta regia. Qui invece i cortei fu-
rono coordinati alla scena centrale del catino del-
l’abside. l’imperatore procede verso la destra del
Cristo, l’imperatrice verso la sinistra.
Nel primo quadro, tenuto calcolo delle necessità
prospettiche che si imponevano all’artista, il
corteo processionale si ricostruisce così: precedono
due ecclesiasti, il turiferario ed il diacono che porta
l’evangeliario: segue l’arcivescovo Massimiano col
pallium indutum super diploidem e recante in mano
la croce gemmata che sarà poi collocata sul nuovo
altare. Immediatamente dopo viene l’imperatore
che porta la patena aurea per l’offerta. In un se-
condo piano prospettico dietro le persone di Mas-
simiano e di Giustiniano emergono le spalle e la
testa di un terzo personaggio, in abito di patrizio,
che in ordine di corteo procede alla sinistra del-
l’imperatore. Questi tre formano il gruppo centrale
del quadro. La corte che fa seguito a Giustiniano
è rappresentata da due funzionari anch’essi in abito
di patrizi; segue un gruppo di soldati, uno dei quali
reca lo scudo imperiale fregiato del chrismon.
All’infuori dei soldati, tutte le teste di questo
quadro sono ritratti, e doveva trattarsi di gente
ben nota a Ravenna, poiché la sola didascalia che
vi troviamo è quella di Maximianus, cui si accom-
pagna l’altra di Eclesius posta nel catino, perchè
non si avessero a confondere i due personaggi.

Nel quadro dell’opposta parete, sempre tenuto
calcolo delle necessità prospettiche, non solo si
può ricostruire il corteo, ma topograficamente si
può fissare il luogo preciso nel quale si svolge:
L’imperatrice, che reca lo scyiphus aureus per l’of-
ferta, preceduta da due dignitari in veste patrizia,
ha raggiunto l’abside terminale del nartece dal
lato di sud. Il primo dei patrizi che la precede, e
che ha la veste purpurea a differenza di quella
albata degli altri, solleva la cortina della porta la-
terale della basilica per cui si accedeva alla scala
destra del matroneo. L’Augusta è seguita da un
corteo di sette dame le ultime delle quali non hanno
ancora oltrepassata la porta di comunicazione fra
il quadriportico ed il nartece. Prospetticamente
spostato, perchè non coprisse le figure principali,
del quadro si vede il cantaro del quadriportico.
Tolte le cinque ultime dame del corteggio,
tutte le teste dei personaggi sono ritratti, e anche
questi dovevano essere ben riconoscibili a Ravenna.
Se accostiamo ora i risultati dell’esame dei docu-
menti e di quello delle pitture della basilica, ve-
diamo che si confermano e si completano a vi-
cenda.
Le dramatis personae nei documenti sono tre,
il vescovo Eclesio, Giuliano Argentario e l’arci-
vescovo Massimiano; nei mosaici il vescovo Eclesio
sta nel catino; l’arcivescovo Massimiano, l’impe-
ratore Giustiniano e l’ignoto personaggio che gli
è alla sinistra nel gruppo centrale del quadro a
destra del Cristo. Nell’opposto Teodora non è
che il necessario complemento della presenza del-
l’imperatore.
Documenti e pitture riguardano un solo avve-
nimento: la Sacra di San Vitale compiuta il 17
maggio del 548. Ma nè Giustiniano nè Teodora,
che morì a Costantinopoli di cancro nel successivo
giugno, erano in tale giorno a Ravenna, dove anzi
non furono mai. La loro presenza in quei mosaici
è dunque simbolica; le solenni èyxodvia che Giu-
stiniano faceva personalmente a Costantinopoli,
si compirono a Ravenna per delega, e qui soc-
corre l’epigrafe che conserva il nome del dedicator,
cui tale onorifica delega fu data. Corre subito alla
mente, dopo ciò, quel terzo personaggio che pro-
cede alla sinistra del]'Augusto, e l’unica conclu-
sione che possa trarsene è che sia Giuliano Argen-
tario, del quale in altro studio, che destino a questa
Rivista, partendo dalle conclusioni a cui sono ar-
rivato, tenterò di meglio identificare la persona.
Alessandro Tesi Rasponi.
Luglio, 1925.
 
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