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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 29.1926

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Scrinzi, Alessandro: Bartolomeo Bellano
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Giglioli, Odoardo H.: Chriaroscuri inediti di Andrea del Sarto di un suo Aiuto e del Pontormo
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https://doi.org/10.11588/diglit.55345#0299

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CHIAROSCURI INEDITI DI ANDREA DEL SARTO
DI UN SUO AIUTO E DEL PONTORMO

Queste pitture su tela montate malamente su telai, forse nel secolo xvm, sono poco
conosciute perchè relegate nel magazzino del Gabinetto dei disegni e stampe a Firenze.
Esse provengono dalla R. Accademia di Belle Arti, come lo dimostra il bollo in ceralacca
applicato a tergo delle tele insieme ad altro bollo in ceralacca del R. e I. Uffizio delle revi-
sioni e sindacati con lo stemma granducale Lorenese; passarono alla R. Galleria degli
Uffizi il 22 luglio 1913. Tre dei dipinti, dei quali prima farò cenno, sembrano eseguiti
a tempera e la trama della loro tela è abbastanza fitta e anche di discreta qualità,
mentre rada e grossolana è quella del quarto monocromato la cui ammannitura di tinta
a olio nel tergo pare rimonti ad epoca posteriore.
Ho creduto necessario richiamare l’attenzione degli studiosi su questi lavori che,
malgrado la loro importanza artistica, sono stati dimenticati e descritti nell’inventario
manoscritto soltanto come opere del sec. xvi, senza alcuna attribuzione e specificazione
di scuola.
Non vi sono vere e proprie interpretazioni di un dato soggetto allegorico o mitologico,
perchè le composizioni avevano uno scopo puramente decorativo, e, come tali, dovevano
concorrere alTabbellimento di qualche apparato di festa. Trattandosi dunque di elementi
ornamentali il cui uso era di temporanea durata, in una speciale circostanza, era naturale
che all’artista non si richiedesse una eccessiva elaborazione, ma una sollecita esecuzione
che mettesse però sempre in valore la sua abilità in una specie di gara nella quale si cimen-
tavano altri maestri. Era pure logico fosse preferita la pittura a monocromato per la
facilità delia sua tecnica e fosse scelta la tela anziché il legno per la sua facile applica-
zione su costruzioni provvisorie già pesanti di materiale. Nei chiaroscuri di questo genere,
come nei disegni, noi conosciamo più intimamente l’artista nella sua immediata e sincera
ispirazione, libera da soverchia preoccupazione compositiva.
Nel più grande dei chiaroscuri (fig. 1) che ha il numero d’inventario 91461 (A: 0.553 -
L: 1.44) con le due donne nude semigiacenti ed i putti che scherzano con le armature, noi
troviamo tutto lo stile caratteristico di Andrea Del Sarto. I vispi fanciulli sono i fratelli
di quelli a monocromato che costituiscono il frontone dei camino nell’affresco della Nascita
della Vergine nel chiostro della SS. Annunziata a Firenze, recante la firma del pittore
e la data di esecuzione 1514. La donna voltata di schiena che guarda con occhi maliziosi
ed atteggia la bocca ad un lieve sorriso, ripete il tipo e-l’espressione dell’ancella, che, nel-
l’affresco ricordato, porge il vassoio alla puerpera. Nelle forme opulenti e solide è ben
reso il senso della carnosità, nonostante i ritocchi e l’alterazione dei chiari che da bianchi
sono diventati cinerei. L’effetto di certe rotondità, come nel braccio e nella coscia, è otte-
nuto con deciso tratteggio a pennello, come i ritocchi a secco in un affresco.
L’altro nudo femminile appare più tozzo di forme e più floscio, nei lineamenti si nota
una certa secchezza con la modificazione del naso che, in un primo tempo, era più spor-
gente, mentre ora segue la linea diritta della fronte, il profilo si identifica con quello del-
l’ancella che nell’affresco ricordato della SS. Annunziata è seduta accanto al camino con la
neonata in grembo. Da mano inesperta è alterata nel chiaroscuro la forma delle spalle ed
una raschiatura che lascia scoperta la preparazione a gesso della tela ha distrutto le parti
inferiori delle gambe, lasciando appena visibile uno dei piedi.
 
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