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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 29.1926

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Beltrami, Giuseppe: Martino Ferabosco architetto
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https://doi.org/10.11588/diglit.55345#0047

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MARTINO FERABOSCO ARCHITETTO

Accanto agli artefici luminosi che, per lungo
periodo d’anni, s’adoprarono col vigore della
loro genialità ad innalzare sulla tomba del Prin-
cipe degli Apostoli la nuova Basilica Vaticana,
è doveroso ricordare i nomi di quegli artisti mi-
nori i quali —- se non con pari ingegno, certo
con eguale volontà ed entusiasmo — portarono
il loro contributo al compimento della mole mera-
vigliosa che è una superba affermazione della
Rinascenza.
Martino Ferabosco è fra questi astri minori:
ed il suo nome, per quanto degno di ricordo, era
caduto completamente nell’ombra, coperto dalla
rinomanza dei più grandi.1 Architetto e scul-
tore, incisore e stuccatore di buon gusto, egli
cooperò con tutta la lena del suo spirito ai la-
vori della risorgente Basilica, gareggiando a
fianco dei nomi più illustri.
Le notizie biografiche ripetute qua e là sono
assai scarse, imprecise e spesso grossolanamente
erronee: come quella che lo dice nato a Napoli
nel 1629, quando invece era già morto.2 Da inda-
gini fatte, posso ora stabilire alcuni capisaldi si-
curi intorno alla vita di lui e serviranno a meglio
chiarirne la figura, spesso confusa fra i parecchi
omonimi che vissero più o meno al suo tempo.3 4
Martino Ferabosco nacque, non sappiamo in che
anno, a Capolago (Codilago) nel Canton Ticino,
sull’estremità meridionale del lago di Lugano:
piccolo paese che apparteneva allora alla diocesi
di Milano, presentemente invece a quella di Lu-
gano.

1 L’unico che abbia trattato espressamente del Ferabosco
è Antonio Munoz in un breve studio che ha per titolo:
Martino Ferabosco architetto. Il baldacchino di S. Pietro. Gli
stucchi del Quirinale. Estratto dal n. 39 di Vita d'Arte, VII
(1911), pagg. 21.
2 Cfr., per esempio, Gori-Gandellini, Notizie degli inta-
gliatori, ecc. (Siena, 1811), IX, pag. 279; Nagler, Kunstler-
Lexikon, (1837).
3 Per le omonimie cfr. il Kunstler-Lexikon del T’hieme-
Becker. Si noti che il nome del Ferabosco ha non poche
varianti; in una firma autografa però troviamo: Martino
Feraboscho. Cfr. Bertolotti, Artisti Subalpini, in Atti della
Società di Arch. e Belle Arti per la Prov. di Torino, voi. I
(i875), pag. 293.

Il primo documento certo che possediamo è
una nota di pagamento del 21 aprile 1616 quando,
già abbandonato l’incanto del suo lago magnifico,
lo troviamo nell’Urbe intento ad eseguire gli
stucchi della Cappella Paolina del Quirinale.1
Che se il maestro Martino, scarpellino, di cui
si fa il nome in alcuni pagamenti pubblicati dal-
l’Orbaan si identificasse col nostro, allora la sua
attività di lavoro in Roma risalirebbe ad un
tempo anteriore, cioè al 21 agosto 1608.2 Nè è
del tutto improbabile se si pensi che anche il
Borromini, venuto a Roma in quel tempo, la-
vorò per parecchi anni come scalpellino, inta-
gliatore e disegnatore col Maderno, suo zio o cu-
gino materno.3
Ultimati gli stucchi al Quirinale, il Ferabosco
passò ad altri lavori nel Palazzo Pontificio e nella
Basilica di S. Pietro ove ebbe agio di concorrere
con svariati disegni e progetti — in gran parte,
per vero, non eseguiti — al compimento delle
monumentali opere vaticane che, sotto il ponti-
ficato di Paolo V, si avviavano ad una definitiva
sistemazione. Nel 1617, infatti, incominciò la
costruzione della Porta principale del Palazzo
Vaticano; nel 1620 diede alle stampe VArchitet-
tura della Basilica di S. Pietro in Vaticano; dal
1620 al 1621 lavorò attorno agli stucchi della
Cappella del Coro e del Sacramento. La sua man-
sione però, quella ufficiale diremmo, fu sempre
la manutenzione delle fontane del Palazzo Apo-
stolico, del Quirinale e di Borgo: a Paulo V
Vaticanis Quirinalibusque fontibus praepositus, lo
dice il suo contemporaneo Gianfattori.4

1 Cfr. A. Munoz, op. cit., Appendice II, Doc. XIII.
2 Cfr. Orbaan, Der Abbruch Alt-Sankt-Peters, 1605-1615,
in Jahrbuch der Kóniglich Preuszischen Kunstsammlungen,
Beiheft zum 39 Band (1919), pag. 68, 95, 97, 135.
3 Bricarelli C., Arte Barocca. Francesco Borromini, in
Civiltà Cattolica, 17 gennaio 1925, pag. 120.
4 Gianfattori, Templum Vaticanum (Cod. Vat. Lat.
10742, f. 15). Anche nelle note di pagamento che possediamo,
dal 21 aprile 1617 al 3 settembre 1921, Martino Ferabosco
appare sempre come il « fontaniero », il « soprastante delle
fontane ». Cfr. Orbaan, Documenti sul Barocco in Roma
(1920), passim.
 
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