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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 29.1926

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Labò, Mario: Studi di architettua genovese, la villa Battista Grimaldi a Sampierdarena e il Palazzo d´Oria in "Strada Nuova"
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https://doi.org/10.11588/diglit.55345#0076

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STUDI DI ARCHITETTURA GENOVESE

LA VILLA DI BATTISTA GRIMALDI A SAMPIERDARENA
E IL PALAZZO D’ORIA IN “STRADA NUOVA,,

(Continuazione e fine)

II.
Il Palazzo D’Oria in « Strada Nuova »
Il palazzo D’Oria (Via Garibaldi, 6) è uno dei meno studiati dell’antica Strada Nuova;
perchè la trasformazione settecentesca ha svogliato tutti dal considerarne la struttura
originaria.
Eppure anch’esso fu riprodotto dal Rubens nella sua preziosissima opera. È il primo
della seconda parte, indicato come di Niccolò Spinola (hgg. i, 2, 3). I disegni mostrano,
che nel 1622 o poco dopo, quando quella seconda parte fu pubblicata, esso aveva an-
cora forme genuine.
La quali meritano di essere guardate bene. Il peristilio del cortile sostenuto tutto
da colonne, è sgomberato da pilastri, inizii di scale, od altri intoppi che ne intralcino la
visibilità, ne interrompano la linea. E mostra la tendenza a rimaner tutto aperto verso
il giardino; da cui lo divide una sottile parete che sembra posticcia, ed è traforata,
alleggerita da una porta e due finestre. Sembra evidente che sieno state ragioni pratiche,
di sicurezza, il desiderio di potersi ben chiudere in casa (il giardino prospettava su brutti
vicoli) a consigliare questa parete. Il confronto col piano superiore suggerisce perfino
l’ipotesi ch’essa sia un’aggiunta, posteriore per quanto immediata. Si potrebbe soppri-
merla, e l’organismo architettonico rimarrebbe inalterato. E la parte centrale del palazzo
risulterebbe allora sostenuta unicamente da colonne, trasparente alla visione del giardino.
L’importanza che gli architetti barocchi diedero all’ingresso nell’atrio come punto di
vista è già intuita in tutto il suo valore. La magnifica prospettiva che Pietro Antonio
Corradi realizzò, alla metà del Seicento, nel palazzo Balbi è già contenuta in potenza
nella pianta del Palazzo D’Oria in Strada Nuova.
Il piano superiore (che si può conoscere soltanto nelle incisioni del Rubens, per i
rimaneggiamenti subiti) era egualmente ammirabile. Una profonda loggia si apriva tra
giardino e cortile, e poi si estendeva su altri due lati di questo, protendendosi nell’in-
terno della massa del palazzo, e spargendo entro tutta la casa la luminosità ed il colore
del giardino.
La facciata verso la strada era compatta e chiusa; simile a quella del palazzo Gam-
baro; del tipo che avrà poi nel Seicento il suo sviluppo massimo. Ma il desiderio di sole
e di verde prendeva la sua rivincita sul lato opposto, verso il giardino col ninfeo, dove
valeva veramente la pena di squarciare i muri, e spalancare gli arconi di una loggia.
 
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