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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 29.1926

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Salmi, Mario: Il Duomo di Carrara
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https://doi.org/10.11588/diglit.55345#0160

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IL DUOMO DI CARRARA

Raramente un edifìcio narra con maggiore evi-
denza la propria storia a traverso le sue parti de-
corative come il Duomo di Carrara. Fu eretto allo
sbocco della stretta valle cui fluivano dalle Apuane
i candidi marmi ed ebbe una disposizione di pianta
semplicissima: tre navi coperte con capriate e finite
con una sola abside (fig. i), una pianta cioè in-
valsa durante il periodo romanico (di rado nel
sec. xi; quasi sempre in quello successivo) nelle
pievi di Toscana, composte da maestranze non
intente alla ricerca di complicati organismi archi-
tettonici, ma paglie solo di nobilitar le loro opere
con sculture ornamentali e, quando fu possibile,
con materiale marmoreo che giucca (così avviene
anche nel monumento che consideriamo) in vivaci
accostamenti policromi.
Il Duomo di Carrara era in origine una semplice
pieve, che si ritiene antichissima, divenuta arci-
pretura nel 1137 al tempo di Gottifredo II, vescovo
di Luni, il quale, per bolla di papa Eugenio III,
nel 1151, la donò al priore di S. Frediano di Lucca
dei Canonici Regolari Lateranensi.1 Alla distanza
di oltre due secoli, nel 1385, Gian Galeazzo Vi-
sconti nuovo signore di Carrara aderiva al desi-
derio dei carraresi che i marmi fatti lavorare per
finir la chiesa dal suo zio Bernabò alla chiesa, e
non ad altro uso, fossero destinati. Nel 1490, forse
in seguito ad ulteriori lavori, l’edificio fu consa-
crato dal vescovo di Luni; nel 1770 da papa Cle-
mente XIV fu tolto ai Canonici Lateranensi e
cinque anni dopo da Pio VI ebbe il titolo di col-
legiata. 2
1 P. Andrei, Cenni sul Duomo di S. Andrea Apostolo
di Carrara, Massa Carrara, 1866. C. Lazzoni, Carrara e le sue
ville, Carrara, 1880.
Il Kehr, Regesta Pontificum Romanorum, Italia Ponti-
ficia III, Berlino 1908, pag. 432, ricorda la donazione della
chiesa in data 11 marzo 1151 eia conferma da parte di Papa
Eugenio III, in data io maggio dello stesso anno, della con-
cessione del fonte battesimale.
2 Andrei, op. < it.; Lazzoni, op. cit.; Giova osservare che
l’edifìcio considerato impropriamente si chiama Duomo
perchè è soltanto chiesa collegiata.
L’Ispettore on. dei monumenti di Carrara Conte Carlo
Del Medico ha facilitato in ogni modo questo studio e desi-
dero ripetergli qui il mio animo grato; come ringrazio pub-
blicamente il prof. Angeli, presidente di quella Accademia
di Belle Arti, cui debbo la pianta riprodotta alla fig. 1.

Queste le maggiori notizie relative al monumento;
un esame del quale ci dirà assai più — nei riguardi
dell’arte — che non l’arida elencazione di date e
di fatti. All’esterno (fig. 2) il Duomo di Carrara è
romanico nella parte inferiore della facciata: sul
paramento a marmi bianchi e neri con filari di
diversa altezza, risaltano lesene riunite da archi
due a due pensili e nel campo mediano alle lesene
s’innesta un portale aggettante sul fondo. La parte
superiore della facciata è gotica nel suo ricco ro-
sone fiancheggiato da una loggia ad archi acuti
e trilobi; ma è rimasta incompiuta nel frontone
finale ed ha una copertura a due soli spioventi o a
capanna non consueta alle chiese romaniche to-
scane nelle quali fu norma che la nave di mezzo
si elevasse sulle laterali e preannunziasse in tal
modo l’interiore struttura. Possiamo dunque ri-
tenere che questa seconda parte del nostro edificio,
grave e pesante nelle proporzioni, stia ad indicarci
— anche a prescindere dal carattere stilistico dei
suoi singoli elementi — un concetto diverso soprav-
venuto a quello dei primi costruttori. Lungo i
fianchi, i muri della nave centrale, tutti candidi,
sono coronati da archetti pensili e acuti che in-
scrivono eleganti finestre di analoga forma o si
allietano di trafori gotici corrispondenti per la
loro esuberanza a quelli intorno alla rosa di fac-
ciata, salvo gli ultimi quattordici verso l’abside,
a sesto acuto essi pure ma semplicissimi, di pro-
porzioni assai minori.1 I muri delle navi di lato sono
pausati irregolarmente da lesene (una sola anima
il fianco sinistro) e compiuti con archetti a semi-
cerchio e falcati; mentre bensì in quello di sinistra
continua per un certo tratto il paramento dicromo
della facciata, quello di destra è a marmi bianchi
con neri riquadri rettangolari fino circa alla metà
della chiesa e prosegue quindi — come il muro del
lato opposto — con un rivestimento tutto bianco.
E poiché nel primo tratto sul fianco destro è in-
scritto un portale romanico e nel secondo tratto
si aprono due finestre a sesto acuto, non mi sem-
bra dubbio che il rivestimento sia cominciato dalla
facciata verso la tribuna. In questa (fig. 3), can-
1 Veramente i primi dieci archetti, movendo dalla fac-
ciata, sono più ampi di quelli che seguono sebbene di uguale
decorazione; e continuano della stessa foggia nel muro di
facciata che prospetta sui tetti delle navi minori.
 
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