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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 29.1926

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Bollettino Bibliografico
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BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

IV. - Arte gotica.
E. Gall, Die gotische Baukunst in Frankreich und
Deutschland. Teil I: Die yorstufen in Nordfrànk-
reich von der Mitte des elften bis gegen ende
des zwbljten Jahrhunderts. Leipzig, Klinkhardt
Biermann, 1925, pp. 390 con 118 tavole.
Un’altra opera viene ad aggiungersi alle numerose già
esistenti sull’architettura gotica. La questione delle origini
di tale architettura seguita ad appassionare gli studiosi, e
giustamente, se si pensa quanto grande è l’importanza del
gotico nella storia dell’arte europea, e particolarmente in
quella dell’arte dei popoli del Nord.
Il primo volume, ora uscito, riguarda precisamente le
prime manifestazioni dell’architettura gotica nella Francia
del nord. L’A. in una serie di capitoli corredati di copiose
note espone i risultati delle sue ricerche sull’evoluzione delle
varie forme costruttive, cominciando dagli edifici sorti nella
seconda metà dell’undicesimo secolo in Normandia e nel-
l’Ile-de-France.
L’architettura è concepita sotto l’aspetto puramente
costruttivo, e il Gall cerca di stabilire le varie fasi dell’evolu-
zione delle singole parti di una chiesa. Così egli parla in al-
trettanti capitoli del coro, del transetto, della navata prin-
cipale e dell’ornamentazione. È questo un indirizzo volen-
tieri seguito dagli studiosi d’architettura, i quali lo amano
forse per la sua generalità e astrattezza.
Nessuno può negare l’utilità di simili ricerche; osserviamo
però che i risultati non sempre sono sicuri e non sempre
hanno quel significato che in essi trova l’indagatore. Inoltre
nello studiare lo svolgersi delle forme architettoniche non
possiamo trascurare il fattore estetico. Le necessità pratiche
e tecniche sono certo le condizioni necessarie dello svolgi-
mento di quel fattore, ma ne sono a lor volta naturalmente
modificate.
Nello svolgimento delle forme romaniche che originano
il gotico non è stato dato dal Gall all’Italia il posto che le
spetta. L’autore rifiuta le conclusioni del Rivoira e del Porter,
secondo i quali le volte a costoloni in Italia erano già usate
nell’undicesimo secolo. Di questo suo rifiuto egli non adduce
le ragioni. Il Gall è nel suo pieno diritto di non dividere e di
combattere le conclusioni di molti studiosi, secondo i quali
le volte a costoloni, che dànno origine in Francia all’archi-
tettura ogivale, sono ritenute originali dell’Italia, o almeno
sorte prima in Italia che in Francia, dove non appaiono che
nel dodicesimo secolo; ma avrebbe fatto bene a trattare la
questione con molta larghezza.

Il volume che è redatto nel modo or tanto in voga anche
in Italia, consta di una parte teorica, cui seguono numerose
nitidissime tavole con brevi cenni esplicativi, le quali uni-
tamente a disegni di piante e spaccati illustrano copiosa-
mente il testo.
V. Golzio.
X. - Varia, Manuali, Documenti, Cataloghi,
Guide, Iconografia, Spigolature, ecc.
O. Grosso, Storia dell’Arte giapponese, con 100
illustr. «Apollo», Bologna, 1925. L. 27.
Questa che il Grosso à chiamato Storia dell'Arte giapponese
è in verità una intelligente guida-catalogo del Museo d’arte
giapponese « Edoardo Chiossone » di Genova, museo ricco
ed ordinato nelle sale dell’Accademia Ligustica a spese del
Comune, dai professori Oka Kura e Luxoro.
Ma il titolo del libro non è presuntuoso nè sproporzionato
all’importanza del lavoro perchè non si tratta della solita
guida fatta di elementi, di schede, di nomi: descrizioni,
topografìa, notizie ci sono, ma c’è anche un largo studio
introduttivo che </ senza alcuna pretesa di voler giungere
a definitive e nuove conclusioni » permette al visitatore
intelligente di comprendere singolarmente ogni opera e di
inquadrarla storicamente. Così prima di passare all’esame
critico e storico dei singoli oggetti, l’A. dà notizie degli
studi e delle esposizioni europee d’arte giapponese e dopo
una rapida sintesi di storia del Giappone, accennando ai
costumi, alla vita, alle leggende, alla religione nelle parti
che hanno attinenza alle opere d’arte, viene a tracciare,
sia pure brevemente, la storia dell’Arte giapponese.
Opera divulgativa dunque, utilissima, che à promosso
una guida a dignità di studio compiuto.
G. Delogu,
A. de Eisner Eisenhof, Le porcellane di Capo-
dimonte, «Bottega di poesia», 1925. L. 40.
Nella collezione delle monografie d’arti decorative, che
« Bottega di poesia » in bella veste tipografica vien pubbli-
cando, è recentemente apparsa quella delle porcellane di
Capodimonte dovuta al barone Angelo De Eisner Eisenhof.
L’A. comincia coll’affermare come, contrariamente alla
comune opinione che dà il merito della diffusione e della
imitazione delle porcellane cinesi agli olandesi, egli creda
che i primi ad introdurle furono, nientemeno cent’anni
prima, verso il 1507, viaggiatori portoghesi e i primi ad imi-
tarle gli italiani e precisamente certi Ulisse Aldovrandi e
 
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