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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 29.1926

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Venturi, Adolfo: Un´ opera dimenticata di Tiziano a Napoli
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https://doi.org/10.11588/diglit.55345#0087

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UN’OPERA DIMENTICATA DI TIZIANO A NAPOLI

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nello sforzo di spezzar le catene. L’impressione da Michelangelo, anzi dagli Schiavi per il
monumento di papa Giulio, è evidente in questa figura di lottatore che si prepara allo
slancio, come è evidente quella dagli ignudi nel quadro di Napoli. L’ombra si addensa, in
entrambe le opere, attorno al nudo ciclopico, e appena una luminosa nebbia dà velluto
ai blocchi di marmo nel quadro di Roma, ai sassi e alla riva del fiume nel quadro di
Napoli. I tocchi argentini, che brillano sui denti e le punte della mascella spezzata,
accanto al Sansone Borghese, riappaiono sulla bocca dell’anfora che il Fiume rovescia e sui
fiotti di liquida madreperla. In entrambi i quadri la testa si reclina nell’ombra, a con-
trasto col gorgo di luce che avvolge il torso.
Nella stanza della Pinacoteca di Napoli, ove è il quadro di Tiziano, Ercole al Bivio
dipinto da Annibaie Caracci grava col massiccio corpo sopra la roccia di base. Lo svi-
luppo della forma e l’atteggiamento scultorio offrono il miglior termine di confronto con
il colosso fluviale di Tiziano; la fonte d’ispirazione è la stessa: Michelangelo. E nulla di
più distante che le due opere. L’Èrcole dalle membra quadrate, dai muscoli gonfi, è
una macchinosa mole di quella rossa argilla che il Caracci modella con studio di morbi-
dezze di lontana origine correggesca, e lascia sentire lo sforzo dell’imitazione classica
nella testa dai lineamenti regolari, dagli occhi fissi, dai cincinni disposti con cura, in
serrato ordine; la divinità fluviale di Tiziano cela il volto in un’ombra piena di riflessi,
e trae movimento e vita dal fluido luminoso che la circonda. Il corpo gigante, che per
Annibaie Caracci sarebbe stato un’« accademia », diviene, trattato dal focoso pennello
di Tiziano, un’eroica visione. Michelangelo rappresentò un fiume quasi personificando
una corrente impetuosa; Tiziano, per magia di colore e di tono, svolse in un gorgo di luce
l’immagine del colosso creatore sul pendio del monte da cui traggon vita le acque.

Adolfo Venturi.
 
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