Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 29.1926

DOI Artikel:
Brizio, Anna Maria: Studi su Gaudenzio Ferrai, [1]
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.55345#0136

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
104 ANNA MARIA BRI ZIO
Trovasi per la prima volta indicato il Perugino come maestro di Gaudenzio nell’in-
dice del trattato stesso de] Lomazzo:1 « Pietro Perugino degno pittore maestro di
Raffaello e Gaudentio ». E probabile che l’indice sia stato aggiunto al testo in epoca po-
steriore e da altra mano, ma prova ad ogni modo che questa credenza ha origini molto
remote e andava già diffondendosi alla fine del '500. Quanto all’alunnato presso Raf-
faello, un primo accenno riscontrasi nella Lettera diretta il 6 febbraio 1606 da Torino a
Pier Leone Casella da Federico Zuccari, il quale, descrivendo una visita fatta al Sacro
Monte di Varallo, loda con calde parole « Gaudenzio di Ferrari Milanese che fù discepolo
già di Raffaello d’Urbino ».2
Su questa semplice trama gli storici del ’6oo e '700, sopratutto quelli che scrissero
dell’Urbinate, innestarono particolari sempre più numerosi, e finirono col rendere più
radicata e verosimile la primitiva affermazione, che si trasformò in una tradizione non
più discussa, ma accolta anzi con gioia dagli storici locali che vedevano da questo fatto
riverberarsi nuova gloria sul pittore paesano.
Chi apra il Celio,3 lo Scannelli,4 il Tifi,5 l’Orlandi,6 il Baldinucci,7 troverà la par-
ticolareggiata indicazione delle ipotetiche opere eseguite da Gaudenzio a Roma, agli
appartamenti di Torre Borgia, alla Farnesina, alle Logge. Al quasi ignoto Stefano
Scotto s’erano dunque ormai aggiunti chiari e illustri Raffaello e il Perugino. Nè ciò
bastava.
Nel Ragionamento letto il giorno 18 aprile 1778 a Torino, il Conte Durando di Villa
annunziava che dietro una tavoletta in proprietà del Ranza trovavasi scritto « Jeronimus
Juvenonis maestro de Gaudcncio »; e su questo tenue e fallace fondamento gli eruditi pie-
montesi ripeterono per un secolo che Gaudenzio Ferrari aveva ricevuto, avanti di recarsi
nell’Italia Centrale, una prima iniziazione all’arte a Vercelli da Girolamo Giovenone. Da-
vano apparenza di verità alla tesi, oltre la scritta, dimostrata in seguito apocrifa dal Co-
lombo, le innegabili relazioni stilistiche fra i due pittori. Senonchè ulteriori ricerche e più
precise conoscenze cronologiche dimostrarono che il processo d’influenza aveva seguito
un cammino inverso: non Girolamo Giovenone aveva influito su Gaudenzio, ma quest’ul-
timo sul primo, a lui contemporaneo.
Nell’800 s’incominciò a ritenere che anche Leonardo da Vinci, educatore di tutta una
generazione di pittori lombardi, fosse stato uno dei maestri di Gaudenzio; e l’opinione
parve trovare una valida controprova nella segnatura della Pala di Arena, così firmata:
« Gaudentius de Vincis ». Il Rio giunse ad affermare che il pittore aveva in questa ancona
assunto il nome di Gaudenzio da Vinci « per significare fino a qual punto si fosse immede-
simato col suo maestro e come tenesse in conto d’onore la pratica dei suoi precetti ».8 Ma
si potè accertare in seguito che De Vinciis era il suo casato materno e ch’egli s’era con esso
firmato seguendo un’usanza abbastanza diffusa nell’Italia Settentrionale.
A tal punto si era quando uscì nel 1881 il libro del Colombo 9 a scompigliare queste
arbitrarie costruzioni prive di base storica. A prova di documenti egli dimostrò che
Gaudenzio dal 1508 alla morte era stato ogni anno presente ed operoso nel Piemonte
Orientale e nel Milanese senza neppure un breve intervallo che lasciasse adito alla cre-
denza in un suo ipotetico viaggio a Roma e in Toscana. Fece inoltre notare che nessuno

1 Ed. cit., pag. 693.
2 Edizione Lanciarmi, Roma, 1853, pag. 34.
3 Delti nomi dell’artefici delle pitture che sono
in alcune chiese, facciate e palazzi di Roma, Napoli,
1638, pag. 117 e 127.
4 Microcosmo della pittura, Cesena, 1657, p. 313.
5 A mmaestramento utile e curioso di pittura,
Roma, 1686, pag. 28 e 427.

6 Abbecedario pittorico, Napoli, 1763.
7 Notizie dei professori del disegno, Torino, 1770,
voi. II pag. 402.
8 Rio, Leonardo da Vinci e la sua scuola, trad.
De-Castro, Milano, 1856, pag. 122.
9 Colombo G., Vita ed opere di G. F., Torino,
1881.
 
Annotationen