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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 29.1926

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Venturi, Adolfo: Ritratti del Tintoretto
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https://doi.org/10.11588/diglit.55345#0234

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i96 ADOLFO VENTURI
soprattutto la prima, in cui prevale l’ombra, d’improvviso desta da guizzi, frange, spruzzi
di luce. Nel quadro Nicholson, il fondo è verdastro, la zimarra, di velluto rosso con bordi
d’ermellino, tutta rilievi di pieghe, lampeggia tra l’ombra sanguigna.
Indescrivibile l’effetto ottenuto con la posa ad arco di quella immagine che tien la
mano sui bracciali di una poltrona e non sembra posare, china di fianco a guardar nel

Fig. 2. — Tintoretto: Ritratto. Vienna, Raccolta Auspitz.


basso l’invisibile folla. Dal mondo della realtà, che il ritratto, più fedelmente, suole rap-
presentare, il Tintoretto ci trasporta in un mondo fantastico, mostrandoci la figura quasi
sospesa nel vuoto, tra lampi d’argento, in un’atmosfera verdognola, stagnante e triste
come lo sguardo senile. In alto, sopra la folla, fuori del mondo, s’innalza la nobile
immagine, e s’inarca sul fondo spento, come strascico di cometa che un prodigio abbia
arrestato nell’ombra di un cielo notturno. Ogni particolare della figura segue la traiet-
toria arcuata della luce; anche le rade ciocche, filettature d’argento nell’ombra, si flettono
come spruzzi che accompagnino il cadere dell’onda nel vuoto. La luce è anche qui la
protagonista del quadro e infonde all’immagine misteriosa vita. Tutto luce è il [viso,
emaciato e abbrividente, nel pallore] che trae riflessi dal verde morto del fondo: e in
 
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