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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 5.1859

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Spano, Giovanni: Erma di Bacco biforme
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https://doi.org/10.11588/diglit.15996#0007

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nete , e questo marmo, che subito per mezzo di terza
persona ci venne offerto, ed oggi forma parte della nostra
raccolta. E danneggiato appena nel naso tanto da una parte
che dall'altra della faccia , ed alquanto nella base cui ter-
minava. Il marmo però può dirsi intiero ? mancando sola-
mente la stela lunga e quadrata sopra della quale basava,
come si osserva in tutti gli altri monumenti di questo genere.

La faccia messa a man sinistra è virile^ ed ha l'aria,
come in atto pensieroso , di una grave serietà, la fronte
alquanto prominente , e cinta di pampani, ossia di foglie
di vite. Quella poi collocata a destra è più presto giovanile,
ed in aria gioviale , coronata parimenti di pampani.

Se queste figure così unite non avessero avuto la corona
di questi pampani, facilmente si sarebbe potuto credere
che avessero rappresentato Giano Bifronte , o Biceps, cioè
di due teste o di due volti, come Virgilio ed Ovidio l'hanno
dato al Dio Giano per esprimere la sua sapienza e la
cognizione del passato e del futuro ; ma dal carattere delle
foglie di vile non si può dubitare che rappresentino Bacco
Biforme, cioè di due forme o di due figure (i)

Diodoro Siculo fa menzione d'un Bacco a due teste, che
non può esser altro che il soprannome di Biforme che gli
hanno dato gli autori dacché si travestì da donna per sot-
trarsi dalle persecuzioni di Giunone per L* odio che questa
aveva ai discendenti di Cadmo da cui discendeva Bacco ,
per parte di madre. Il volto della parte destra del nostro
monumento è veramente femminile che conferma questa
mistica tradizione. Altri spiegano d'esser simbolo del vino
che rende gli uomini doppj, ora lieti e gioviali, ed ora
malinconici e gravi, come sembra dimostrarlo la faccia della

(i) Non vi è altro eroe nella scienza mitologica che abbia assunto più sopran-
nomi come Bacco. Se ne po.-sono annoverare più di cento, colla scorta degli
autori. Questa varietà di soprannomi; come pure delle sue rappresentazioni, na-
sce dalla mescolanza delle ti adizioni dei popoli.
 
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