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Il senso adunque dell1 iscrizione è che T. Flavio Giu-
stino, che ebbe l'onore del triumvirato e della questura
nella Colonia di Torres, promise di pagare in contanti, per
l'onore della magistratura quinquennale, trentacinquemila
sesterzj, che come questore doveva esigere, difatti li versò
nel tesoro della Repubblica: di più fece un laco dalle fon-
damenta col proprio denaro, ed a sue spese introdusse
l'acqua da distribuirsi poscia pei diversi quartieri della
Città.
Che questa iscrizione stesse sopra il laco o serbatojo
d'acqua, è chiaro dal modo come è lavorato il marmo ,
cioè in forma di cornicione con lettere semiunciali incise
nella lunghezza delle righe; e dalla grandezza del marmo ,
due metri circa, possiamo argomentare che fosse un'opera
non di tenue dispendio. Altronde è da considerare, che
quando dice sumptu suo aquam induocit, deve intendersi
che portò l'acqua dal castello a sue spese, e quindi avrà
fatto i canali, se pure non sia autore dell'acquidotto sca-
vato nei visceri della vicina collina, come di sopra si è
detto, che tuttora ha conservato in modo lo smalto, da
poter servire nei tempi attuali.
G. Spano
SARCOFAGO ED ANTICHITÀ' DI DECIMO
Facendo seguito a quanto è stato detto nel nostro Bui-
lettino ( an. IV , p. i5 ), vale a dire che nell'Archivio Re-
gio si trovano documenti che si riferiscono a ritrovamenti
di monumenti antichi , o a permessi di scavare nei
perimetri delle distrutte città per estrarne oggetti antichi,
stantechè tutti i tesori erano di regio patrimonio nei tempi
addietro, riportiamo qui un prezioso documento che si
Il senso adunque dell1 iscrizione è che T. Flavio Giu-
stino, che ebbe l'onore del triumvirato e della questura
nella Colonia di Torres, promise di pagare in contanti, per
l'onore della magistratura quinquennale, trentacinquemila
sesterzj, che come questore doveva esigere, difatti li versò
nel tesoro della Repubblica: di più fece un laco dalle fon-
damenta col proprio denaro, ed a sue spese introdusse
l'acqua da distribuirsi poscia pei diversi quartieri della
Città.
Che questa iscrizione stesse sopra il laco o serbatojo
d'acqua, è chiaro dal modo come è lavorato il marmo ,
cioè in forma di cornicione con lettere semiunciali incise
nella lunghezza delle righe; e dalla grandezza del marmo ,
due metri circa, possiamo argomentare che fosse un'opera
non di tenue dispendio. Altronde è da considerare, che
quando dice sumptu suo aquam induocit, deve intendersi
che portò l'acqua dal castello a sue spese, e quindi avrà
fatto i canali, se pure non sia autore dell'acquidotto sca-
vato nei visceri della vicina collina, come di sopra si è
detto, che tuttora ha conservato in modo lo smalto, da
poter servire nei tempi attuali.
G. Spano
SARCOFAGO ED ANTICHITÀ' DI DECIMO
Facendo seguito a quanto è stato detto nel nostro Bui-
lettino ( an. IV , p. i5 ), vale a dire che nell'Archivio Re-
gio si trovano documenti che si riferiscono a ritrovamenti
di monumenti antichi , o a permessi di scavare nei
perimetri delle distrutte città per estrarne oggetti antichi,
stantechè tutti i tesori erano di regio patrimonio nei tempi
addietro, riportiamo qui un prezioso documento che si