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Quest' uso passò indi a tutti i popoli, adoperando il sigillo
per altri usi. Si segnavano le porte dei Tempj ( Dan.
XIV, io), le case (r), le robe, i vasi, i sacchetti dei denari,
ed i voti che si appendevano nei Tempj.
Degli anelli ne fecero anche un bisogno di lusso per gli
dei, ornandone le loro statue : ma più imitarono 1' uso
nelle statue delle persone distinte. Cicerone afferma di aver
conosciuto la statua di Scipione Africano dall' anello. E
segno adunque che lo portava in vita. Le gemme avevano
i ritratti di dei o di re. Alessandro , vinto Dario , suggel-
lava con un anello di costui. Augusto segnava con una
testa di Alessandro , e dopo che Dioscoride , insigne inci-
sore ? scolpì il di lui ritratto suggellava sempre con questo.
Nel medio Evo si sigillava pure con gemme incise. Peppino
sigillava con una pietra figurante Bacco. Carlo Magno con
un Serapide , e così via dicendo di altri.
I Vescovi principiarono 1' uso dell' anello verso il tempo
di Carlo Magno per denotare il signaculum secretorum
( Can. IX Conc. Aquisgr. ). I sovrani prendevano 1' inve-
stitura dei Regni col segno dell' anello : indi i Conti , Mar-
chesi e titolati ; e da questo pure venne 1' uso nelle
accademie per le lauree dottorali.
La materia poi che riceveva 1' impressione era la cera
e la creta che si metteva sopra i fili ( Unum ) , indi s' im-
primeva sopra il sigillo o la gemma, che prima veniva
bagnata, e perciò detta dagli autori gemma uda (2) ; come
per levar il sigillo , o aprire una lettera, dicevano incidere
(1) Tal1 era V anello di cui parla Diogene Laerzio , che narrando del filosofo
Lacide, dice che soleva, dopo aver sigillato la porta coli'anello , in vece di
metterselo nel dito , gettarlo dentro per lo stesso Luco della porta.
(2) Cioè saliva tactum. V. Giovenale , Sat. I , ed Ovid. lib. V. Trist. A.
quest1 uso si riferiscono quelle parole di Plauto , Cedo te cercini ac Unum ,
obliga j obsigna cito. Le bolle del medio evo eh' erano in piombo e cera ,
ed alcune volte in argento ed oro, corrispondono a queste segnature. I diplomi
dei regoli sardi sono ditti marcati in piombo.
Quest' uso passò indi a tutti i popoli, adoperando il sigillo
per altri usi. Si segnavano le porte dei Tempj ( Dan.
XIV, io), le case (r), le robe, i vasi, i sacchetti dei denari,
ed i voti che si appendevano nei Tempj.
Degli anelli ne fecero anche un bisogno di lusso per gli
dei, ornandone le loro statue : ma più imitarono 1' uso
nelle statue delle persone distinte. Cicerone afferma di aver
conosciuto la statua di Scipione Africano dall' anello. E
segno adunque che lo portava in vita. Le gemme avevano
i ritratti di dei o di re. Alessandro , vinto Dario , suggel-
lava con un anello di costui. Augusto segnava con una
testa di Alessandro , e dopo che Dioscoride , insigne inci-
sore ? scolpì il di lui ritratto suggellava sempre con questo.
Nel medio Evo si sigillava pure con gemme incise. Peppino
sigillava con una pietra figurante Bacco. Carlo Magno con
un Serapide , e così via dicendo di altri.
I Vescovi principiarono 1' uso dell' anello verso il tempo
di Carlo Magno per denotare il signaculum secretorum
( Can. IX Conc. Aquisgr. ). I sovrani prendevano 1' inve-
stitura dei Regni col segno dell' anello : indi i Conti , Mar-
chesi e titolati ; e da questo pure venne 1' uso nelle
accademie per le lauree dottorali.
La materia poi che riceveva 1' impressione era la cera
e la creta che si metteva sopra i fili ( Unum ) , indi s' im-
primeva sopra il sigillo o la gemma, che prima veniva
bagnata, e perciò detta dagli autori gemma uda (2) ; come
per levar il sigillo , o aprire una lettera, dicevano incidere
(1) Tal1 era V anello di cui parla Diogene Laerzio , che narrando del filosofo
Lacide, dice che soleva, dopo aver sigillato la porta coli'anello , in vece di
metterselo nel dito , gettarlo dentro per lo stesso Luco della porta.
(2) Cioè saliva tactum. V. Giovenale , Sat. I , ed Ovid. lib. V. Trist. A.
quest1 uso si riferiscono quelle parole di Plauto , Cedo te cercini ac Unum ,
obliga j obsigna cito. Le bolle del medio evo eh' erano in piombo e cera ,
ed alcune volte in argento ed oro, corrispondono a queste segnature. I diplomi
dei regoli sardi sono ditti marcati in piombo.