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citta' distrutte dai vandali
oarirttn lab a ?sij9Ìq eliso BsxsbflB'ig 3 f;ss9figniil £l obnsv
Non ha molto tempo tante erano le tenebre sulle pelÉ
antichità che ci rimanevano ascose le varie epoche in cui
caddero le antiche città ond'era coronata la Sardegna. Se non
che i nuovi codici d'Arborea vennero a dissiparle in gran-
dissima parte: e prova ne dà quest'articolo con cui si asserisce,
che le città di Neapoli, Sorovile, Feronia , e Plubio scompar-
vero dal sardo suolo per opera dei Vandali, uno di quei po-
poli che s'impossessarono e mandarono in rovina quest'isola.
Questi barbari conquistatori tutto posero a ferro ed a
fuoco, e*la loro ferocia si spingeva al colmo quando tro-
vavano inopinata e forte resistenza nelle città e terre che
.ofndmolok.)' il 30iu ssxioo- 9 .fiSQjiisò 00S¥3x»*i3s9 18 soBionovA
volevano occupare.
Tanto più pongo mano a queste memorie, in quantochè
i mentovati codici ne porgono i seguenti particolari sulla
ahwhèSzoa iloapa fon Jsj éfiiii . , iq san b gs
distruzione delle dette quattro citta.
Di Neapoli che in quei codici si chiama Marcellino.,
prossima allo stagno detto di Marceddì (i), sappiamo
che dessa emulando gli esempi ed il valore dei cittadini
di Tarros più volte si ribellava ai Vandali. A tal che
sfidai';iloii3_feÒ£t-fcf-coròJ sà uj i ,.
questi esasperati ne depredavano ed ammazzavano gli
abitatori, in modo che pochi scamparono dall'eccidio, ramin-
gando prima pei boschi, e poi rifuggendosi in Tarros.
Ciò fatto i barbari poneano fuoco alla città, che in un
—Q9/j.G3 flOU I&OO 9 S\D • i • • - i B'^litìfWflàCI 9?àQl JO 9lì°^ I81S19bf2t
tratto diventò un mucchio di rovine.
Uguale sorte toccò all'altra città di Sorovile (posta in
prossimità dell'odierno Fonni (vedi questo bullettino, anno
(l) È degna di osservazione la qualità, o l'attributo che l'Autore della cro-
llai •s> delle distrutte città dei Vandali ha dr.io a ciascuna .(Idlfeaeijflinnomi-
nate, indicando in essi attributi l'origine, o le qualità degli a bilami : cosi disse
la Alai cellina Neapolis, forse cosi detta dal suo fondatóre,' V.IhduSlriOsà FU
Ridilla j, VEgi/Hia Tharros, te Sardo-Po (ri c/tarissj'inn Osea eie.
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citta' distrutte dai vandali
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Non ha molto tempo tante erano le tenebre sulle pelÉ
antichità che ci rimanevano ascose le varie epoche in cui
caddero le antiche città ond'era coronata la Sardegna. Se non
che i nuovi codici d'Arborea vennero a dissiparle in gran-
dissima parte: e prova ne dà quest'articolo con cui si asserisce,
che le città di Neapoli, Sorovile, Feronia , e Plubio scompar-
vero dal sardo suolo per opera dei Vandali, uno di quei po-
poli che s'impossessarono e mandarono in rovina quest'isola.
Questi barbari conquistatori tutto posero a ferro ed a
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vavano inopinata e forte resistenza nelle città e terre che
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Di Neapoli che in quei codici si chiama Marcellino.,
prossima allo stagno detto di Marceddì (i), sappiamo
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