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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 7.1861

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Spano, Giovanni: Spiegazione del diaspro riportato nella tavola del n. di settembre
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https://doi.org/10.11588/diglit.10806#0161

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Galleria di Firenze vediamo una mano che leggermente
pizzica V estremità di un orecchio , ed anche V iscrizione
MNHMONEYE ricordatevi. Se F iscrizione in discorso, che
il Noel riporta , e di cui tuttora esisterà il diaspro nella
Galleria di Firenze, non fu mal copiata, è certo che il dia-
spro sardo non è più copia, stante la diversità dell' epi-
grafe , ma è originale (i).

Questo diaspro sarà stato offerto da qualche amante alla
sua fidanzata, col qual pegno le faceva sentire di non di-
menticarlo , presa la scena da questo gesto degli antichi
che dicevano veliere aurem, da cui prende schiarimento il
testo di Virgilio: Cum canerem reges et praelia Cjnthius
aurem - Vellit et admonuit (Ecì. VI5 3). Gli antichi collo-
cavano la sede della memoria in fondo dell'orecchio, quindi
Plinio (XI, 45 , io3) disse a proposito, che est in aure
ima memoriae locus quem tangentes antestamur (2). Per
la qual cosa era costume presso i Romani, allorché si chia-
mava uno in giudizio, e ricusava intervenire, si serviva di
un testimonio per poter provare la chiamata presso il giu-
dice, toccando leggiermente la punta dell' orecchio al te-
stimonio, quasi per ammonirlo di ricordarsi della deposi-
zione da fare contro il reo.

Attesa la delicatezza e maraviglia di questo membro del
corpo umano, gli antichi avevano finto una Dea col nome
di Memoria, alla quale avevano consacrato 1' orecchio. Si
trovano di questi voti, tra i quali uno se ne trovò in Thar-
ros, se pure non era giuocarello di fanciullo (3). L'uso
però di toccar l'orecchio per ricordare uno di qualche fatto

lai fifo oilgoì ni òinaJninp ais àiBtnrioì sdo mirisi bus

(1) Il Ch. Cavedoni quando lesse la scoperta nel Ballettino, così ci scrisse con
lettera del 50 luglio. Mi ha piaciuto segnatamente V intaglio della mano che
vellit aurem. Parrai se ne conosca altra simile della Galleria di Firenze.

(2) V. Forcellini ad v. Jntestor.

(3) Nelle opere d' arti antiche, nessuna parte del corpo umano veniva così ac-
curatamente eseguita che l1 orecchio, per cui il Winckelmann scorgeva in esso
e sapeva distinguere le opere antiche dalle moderne 0 restaurate.
 
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