DELLE IMPRESE
Varij vccel
ii d’acqua.
Imprefa di
Don Carlo
d’Aquino.
Ra' gli Vccellicneintorno all’acque viuo”
no, qualisonorAuto, i! Floro, il TrochiJo ^
il Cladorinco, il Senatore, il Velia, l’AJcio"
ne, il Cerilo, il Ceice, il Fenicottero,il Cin”
clo, il Calidre, la Tringa, il CefFo, i] Fuli”
ce, il Brento, l’Harpa, il Rupice, la Folica»
il Laro, il Caradrio, e la Cornacchia mari-
na ; il Mergo, (per corpo assoluto)saràpiii atto di tutti allTm-
presa. di cui hdvoluto far la sua, Don Carlo d Aquino hora
Conte di Martorano, che con la sua generosità và rinouando,
quella nascosta antichità de’suoi maggiori, com’hò accenna-
to nel primo Libro, col motto, MEP\S V S EMEPGMM.
E già dal mergersi cosi fùdetto, come depingendo il Casodi
Esaco Ouiclio, descriue ,
utque nouas humeris ajjìrmpferit alas,
Subuolat, atqne iterum corpusfuper cequora mittit.
Tluma leitat cafus ; Furit Mesacus, in queprosundum
Tronusabit -
e siegue, Mequor amat, nomenq. tenet, quia mergiturillo.
Huomopru Dalla mutatione che suole il Mergo far della voce, han voluto
dente. che fuss'e ieroglisico deìl’huómo prudente, di cui dicono eiser
proprio il mutar consiglio, onde Lucretio,
Eluffibus infalso vicìum vita?nq.petentes,
Longc alias alio iaciunt in ternpore voces.
Oppiano
Varij vccel
ii d’acqua.
Imprefa di
Don Carlo
d’Aquino.
Ra' gli Vccellicneintorno all’acque viuo”
no, qualisonorAuto, i! Floro, il TrochiJo ^
il Cladorinco, il Senatore, il Velia, l’AJcio"
ne, il Cerilo, il Ceice, il Fenicottero,il Cin”
clo, il Calidre, la Tringa, il CefFo, i] Fuli”
ce, il Brento, l’Harpa, il Rupice, la Folica»
il Laro, il Caradrio, e la Cornacchia mari-
na ; il Mergo, (per corpo assoluto)saràpiii atto di tutti allTm-
presa. di cui hdvoluto far la sua, Don Carlo d Aquino hora
Conte di Martorano, che con la sua generosità và rinouando,
quella nascosta antichità de’suoi maggiori, com’hò accenna-
to nel primo Libro, col motto, MEP\S V S EMEPGMM.
E già dal mergersi cosi fùdetto, come depingendo il Casodi
Esaco Ouiclio, descriue ,
utque nouas humeris ajjìrmpferit alas,
Subuolat, atqne iterum corpusfuper cequora mittit.
Tluma leitat cafus ; Furit Mesacus, in queprosundum
Tronusabit -
e siegue, Mequor amat, nomenq. tenet, quia mergiturillo.
Huomopru Dalla mutatione che suole il Mergo far della voce, han voluto
dente. che fuss'e ieroglisico deìl’huómo prudente, di cui dicono eiser
proprio il mutar consiglio, onde Lucretio,
Eluffibus infalso vicìum vita?nq.petentes,
Longc alias alio iaciunt in ternpore voces.
Oppiano