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Capaccio, Giulio Cesare
Delle Imprese Trattato Di Givlio Cesare Capaccio: In tre Libri diuiso. Nel Primo, Del Modo Di Far L'Impresa da qualsiuoglia oggetto, o Naturale, o Artificioso con nuoue maniere si ragiona. Nel Secondo, Tvtti Ieroglifici, Simboli, e cose Mistiche in lettere Sacre, o Profane Si Scuoprono; e come da quegli cauar Si ponno l'Imprese. Nel Terzo, Nel Figvrar Degli Emblemi di molte cose naturali per l'Imprese Si tratta (Band 2): Del Trattato Dell'imprese Di Givlio Cesare Capaccio, Libro Secondo. Ove Mentre Delle Molte Qvalità Di Ieroglifici Si Tratta, E Dell'Imprese che da quegli nascono si ragiona Niente Si Lascia Che A Qvesta secretissima materia conuenga — [Napoli], 1592 [Cicognara, 1871]

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.31702#0255

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L I R B O SECONDO. 12?

ingegni si compiace, come neli’acerbità de i Pomi immaturi.

Ma che la maturità tempestiua, apporta soauità ; i’altra fuor

tii tempo, si putrefà. Fù fatta vn’Impresa dell’Amendola sec-

ca, colmotto, 7\p£ C DVM CESSIT M M O J\, perdimo-

strar l’amor dopò morte i ma chi potrà conoscere ch’vn’Arbor Amor dopò

secco, sia l’Amendola ? morce.

Cap. LXXIIII.

V t t 1 i Fiori sono Ieroglisico della Speran- Fiorì, Sim*
za 5 la qual se quella che aspetta il bene, co- b°I 0 spe-
meladeftnisce Speusippo Platonico; come ranza*
peril contrariola Paura, è vn certo moto
nell’aspettar il male ; nulla cosa ci fà sperar
più sicuramente il bene de i frutti, che i fio-
ri . Ma quantunque sia di tutti i Fiori que-
sta prerogatiua , hanno gliAntichi concefìàlamaggiore al
Giglio. E quante volte si vedono Fiori nelle Medaglie, come
in quella di Alefìandro Pio, conI’Inscrittìone, STES rP V-
&LICM, in quella di Claudio con leparole, STEI VV-
BL 1 C ME ; in quella di Adriano , STESB^T. nonsotioal-
tro che Gigli. E Virgilio parlando della Speranza conceputa
di Marcello hauendo detto,

Intantumjpetollctauos
Finì con queste parole,

Tu Marcellus eris ; manibus datc Liliaplenìs »

Et
 
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