LIBRO SECONDO. i3*
mite frenano esncacemente la Libidine . E nella Testa de’Ta-
bernacoli, ogniuno ne’Padiglioni hauea il Ramo di Salice, si-
gnificandola Continenza . Era leroglisico della Sterilità ; e
Virgilio il colioca tra gli Arbori insecondi, doue Seruio dice
chemangiato dalle Donne, infeconde diuégono. Ma quei che
dicono, che sono sterili questi Arbori, per che non han seme,
sappiano che nelle frondi han certi grani, ne’quali è vigor di
serae, che couerto in terra, sà sorgere il tronco. Per le parole
deliaScrittura, ouesilegge, InSalicibus sujpendimus organano-
sira, han detto ch’è leroglisico dell’ otio ; poi che i Giudei in
quella Cattiuità, assisi ne’Fiumi di Babiione, eran forzati me-
nar vitaotiosa, ancor ch’altri han detto che significhi l’ora-
tione. Ma volendomostrar ilcrescere dialcunoin vn’adole-
scéza che superi gli altri, pingeano il Salice, il qual dice Ver-
rio ch’è cosi detto, a faliendo, ancor che sia da Festo Pompeio
ripreso. Volendo vn Gentil’huomo dir che piangendo haureb-
be fattapenitenza del suo errore, si formò per Impresa il Sali-
cè prefìo vn Fiume, con queste parole , LMCPJMIS ST
T V M MEVM PJGMBO’, attribuendo la penitenza al Sa-
lico per i’amarezza. Vn’altro volendo signisicar che la Pàrsi-
monia, sacea le ricchezze , pinseil Salice, elaVite jper che
ancor che sterile quello , sostentae liga questa ch’èfeconda,
colBreue, MVTVO FIT COVIM 7SJE X V*
DEL M O R O. Cap. LXXXI.
O l Moro han significato la Prudèza,che fpi-
rando Aura piaceuole germogiia, come l’al-
tre piante all’Impressa i manda a terra molti
fiori, per i’inconstanza del tempo. Et acciò
cheil gielo non l’ostenda, non germogliapri
ma che in tutto sia pastato lTnùerno . Et ac-
ciò che nonpatisca trauaglio .dal caldo, fà
presto queì c’hàda fare, per chein vnaNotte germina, eto-
fìo s’ingrandisce, e matura.
Serior at Morus nuncjuam nìsisrigore lapfo
Germinat :<£rsipiens nomina salsagerit.
* dicc
Fefta di Ta
bernacoli.
Scerilicà.
Otia>
Crescere o!
tre modo*
Impresa di
penitenza.
Impresa a
ciir che 1 a
Parfitnonia
sà le ric-
chezze.
Proprietà
del moro.
mite frenano esncacemente la Libidine . E nella Testa de’Ta-
bernacoli, ogniuno ne’Padiglioni hauea il Ramo di Salice, si-
gnificandola Continenza . Era leroglisico della Sterilità ; e
Virgilio il colioca tra gli Arbori insecondi, doue Seruio dice
chemangiato dalle Donne, infeconde diuégono. Ma quei che
dicono, che sono sterili questi Arbori, per che non han seme,
sappiano che nelle frondi han certi grani, ne’quali è vigor di
serae, che couerto in terra, sà sorgere il tronco. Per le parole
deliaScrittura, ouesilegge, InSalicibus sujpendimus organano-
sira, han detto ch’è leroglisico dell’ otio ; poi che i Giudei in
quella Cattiuità, assisi ne’Fiumi di Babiione, eran forzati me-
nar vitaotiosa, ancor ch’altri han detto che significhi l’ora-
tione. Ma volendomostrar ilcrescere dialcunoin vn’adole-
scéza che superi gli altri, pingeano il Salice, il qual dice Ver-
rio ch’è cosi detto, a faliendo, ancor che sia da Festo Pompeio
ripreso. Volendo vn Gentil’huomo dir che piangendo haureb-
be fattapenitenza del suo errore, si formò per Impresa il Sali-
cè prefìo vn Fiume, con queste parole , LMCPJMIS ST
T V M MEVM PJGMBO’, attribuendo la penitenza al Sa-
lico per i’amarezza. Vn’altro volendo signisicar che la Pàrsi-
monia, sacea le ricchezze , pinseil Salice, elaVite jper che
ancor che sterile quello , sostentae liga questa ch’èfeconda,
colBreue, MVTVO FIT COVIM 7SJE X V*
DEL M O R O. Cap. LXXXI.
O l Moro han significato la Prudèza,che fpi-
rando Aura piaceuole germogiia, come l’al-
tre piante all’Impressa i manda a terra molti
fiori, per i’inconstanza del tempo. Et acciò
cheil gielo non l’ostenda, non germogliapri
ma che in tutto sia pastato lTnùerno . Et ac-
ciò che nonpatisca trauaglio .dal caldo, fà
presto queì c’hàda fare, per chein vnaNotte germina, eto-
fìo s’ingrandisce, e matura.
Serior at Morus nuncjuam nìsisrigore lapfo
Germinat :<£rsipiens nomina salsagerit.
* dicc
Fefta di Ta
bernacoli.
Scerilicà.
Otia>
Crescere o!
tre modo*
Impresa di
penitenza.
Impresa a
ciir che 1 a
Parfitnonia
sà le ric-
chezze.
Proprietà
del moro.