33
DOSSO DOSSI
P I T T 0 R E.
irca agli anni 1474. nacque nella città di^'""^
Ferrara il valente pittore Dosso Dossi , del dossi
quale per avventura rifaltò maggiore il gri-
do al fuo nome dalla penna dell’ Ariofto ( • ) ,
che dalla fquifitezza ed eleganza dell’ ope-
re proprie . Il Superbi (=) gli affegna per
maeftro Lorenzo Colla <n ; altri lo fan-
no della fcuola di Tiziano . Ma fe con
quell’ ultimo veramente avelie lludiato , co-
fi dimollrò poi molto infelice nell’ imitazio-
ne di quella Itupendiifima maniera .
Molte fono le pitture , che Dodo in Ferrara lavorò , non
tanto di figure , quanto di paefi , che di buona pratica condu-
ceva in compagnia di un altro fuo fratello , nominato Gio-
vambatifta . Di quelle alcune lono colorite a olio , altre a fre-
fco , e molte a guazzo . I quella Cattedrale vien rammenta-
to , eh’ ei facelfe una tavola a olio , terminata con diligenza
e lludio .
Siccome quello pi tore godeva la grazia del Duca Alfon-
fo , il quale grandiflimo piacere prendevafi del di lui allegro
e faceto naturale ; casi gli ordinò anche il colorire varie dan-
ze a frefeo nel fuo palazzo ; e nel cortile di quello, a chiaro-
feuro , le azioni di Ercole . Pel Duomo di Modana dipinfe
una tavola da altare , che fu affai lodata . Indi trasferitoli a
Trento lavorò in quel maggior palazzo , e in concorrenza di
altri maeftri , diverfe ftorie a frefeo .
Chiamato dal Duca d’ Urbino a lavorare in un luogo,
detto 1’ Imperiale , dove Girolamo Genga architetto ( ♦ ) vi fa-
ceta alcuni abbellimenti ; colà vi fi portò col fratello . Ivi
Voi, I. E giun-
me pretendono ,
(1) Cant. 33. St. 2. del Furiofo . (3) V. il Vajarì t e il Malvasìa ,
(2) Nell’apparato degli uomini illuftri di Ferrara ecc. (4) V. il Vafavì, il Baldinucci ecc.
DOSSO DOSSI
P I T T 0 R E.
irca agli anni 1474. nacque nella città di^'""^
Ferrara il valente pittore Dosso Dossi , del dossi
quale per avventura rifaltò maggiore il gri-
do al fuo nome dalla penna dell’ Ariofto ( • ) ,
che dalla fquifitezza ed eleganza dell’ ope-
re proprie . Il Superbi (=) gli affegna per
maeftro Lorenzo Colla <n ; altri lo fan-
no della fcuola di Tiziano . Ma fe con
quell’ ultimo veramente avelie lludiato , co-
fi dimollrò poi molto infelice nell’ imitazio-
ne di quella Itupendiifima maniera .
Molte fono le pitture , che Dodo in Ferrara lavorò , non
tanto di figure , quanto di paefi , che di buona pratica condu-
ceva in compagnia di un altro fuo fratello , nominato Gio-
vambatifta . Di quelle alcune lono colorite a olio , altre a fre-
fco , e molte a guazzo . I quella Cattedrale vien rammenta-
to , eh’ ei facelfe una tavola a olio , terminata con diligenza
e lludio .
Siccome quello pi tore godeva la grazia del Duca Alfon-
fo , il quale grandiflimo piacere prendevafi del di lui allegro
e faceto naturale ; casi gli ordinò anche il colorire varie dan-
ze a frefeo nel fuo palazzo ; e nel cortile di quello, a chiaro-
feuro , le azioni di Ercole . Pel Duomo di Modana dipinfe
una tavola da altare , che fu affai lodata . Indi trasferitoli a
Trento lavorò in quel maggior palazzo , e in concorrenza di
altri maeftri , diverfe ftorie a frefeo .
Chiamato dal Duca d’ Urbino a lavorare in un luogo,
detto 1’ Imperiale , dove Girolamo Genga architetto ( ♦ ) vi fa-
ceta alcuni abbellimenti ; colà vi fi portò col fratello . Ivi
Voi, I. E giun-
me pretendono ,
(1) Cant. 33. St. 2. del Furiofo . (3) V. il Vajarì t e il Malvasìa ,
(2) Nell’apparato degli uomini illuftri di Ferrara ecc. (4) V. il Vafavì, il Baldinucci ecc.