38 Serie de’ Ritratti di Pittori
—" Non ottante però , che Tiziano fi fotte di gran lunga al-
vecelli lontanato dalla maniera languida de’ Bellini , e che per le fud-
dette opere , nome fi fotte acquiftato di valentuomo ; contutto-
ciò egli medefimo nell’ operare non finiva di piacere a se ftett-
fo . Laonde avendo oflervato i vaghiflimi dipinti , che coloriva
Giorgio da Caftelfranco , fiato fuo condifcepolo , defiderò d’ ap-
prender da lui il modo di mifchiar le tinte , le quali tanto
naturalmente impattava . Compiaciuto dall’ amico , ed appretto
quanto bramava , perfettamente 1’ imitò ; indi in breve lo ttu-
però ancora ; come con pubblico applaufo feguì nella pittura
del Fondaco de’Tedefchi, fatta in fua concorrenza.
S’ accinfe pure allora a dipignere diverfe cotte con altri
maeftri , i quali tutti rimattero inferiori alla fua maniera ; co-
me accadde in Venezia ed in Vicenza . Il limile gli occortte
in Padova nelle pitture da lui condotte nella compagnia di
Sant’ Antonio , in competenza d’ altri bravi proiettori ( « ).
Diede pure compimento ad alcune opere , che Giorgione
avea lafciate imperfette ; e per la chietta di Santo Rocco dipin-
fe la divotifllma immagine del Crifto ftrafcinato da’ manigol-
di ( » ) ; e la bella tavola , che è collocata nella chiefa di
San Marziale .
Trasferitoli pofcia alla corte d’ Alfonfo I. Duca di Ferra-
ra , condufle due quadri di Baccanali , che accompagnavano un
altro limile , principiato già dal Bellini fuo maettro ; e a que-
llo diede 1’ ultima mano . Ritratte al naturale il Duca , ed al-
tri perfonaggj , ed il celebre poeta Lodovico Ariofto . Per tali
pitture , e pel fuo graziofo contegno , fu oltremodo cariflimo a
quel Principe , che fovente feco lo menava ne’ viaggj , che da
Venezia a Ferrara intraprendeva .
Ma quantunque Tiziano avelie pubblicamente dimoftrata
tante volte qual fotte la fua abilità ; nondimeno fin qui non
avea provato cangiamento alcuno di fortuna ; che anzi fe la
pattava in mediocre flato ; talché eragli duopo di ricercare i
lavori j e dipoi prezzare tenuamente le pregiabilillime. opere
fue . In sì fatta maniera dipinfe le due ftupcnde tavole per la
chietta de’ Minori Conventuali , detti i Frati , in una delle
quali
(1) Quefti furono Domenico Campagnuola Padovano, ed (2) Alcuni attribuifeono quella pittura a Giorgione «
altri pittori fuoi concittadini . z
—" Non ottante però , che Tiziano fi fotte di gran lunga al-
vecelli lontanato dalla maniera languida de’ Bellini , e che per le fud-
dette opere , nome fi fotte acquiftato di valentuomo ; contutto-
ciò egli medefimo nell’ operare non finiva di piacere a se ftett-
fo . Laonde avendo oflervato i vaghiflimi dipinti , che coloriva
Giorgio da Caftelfranco , fiato fuo condifcepolo , defiderò d’ ap-
prender da lui il modo di mifchiar le tinte , le quali tanto
naturalmente impattava . Compiaciuto dall’ amico , ed appretto
quanto bramava , perfettamente 1’ imitò ; indi in breve lo ttu-
però ancora ; come con pubblico applaufo feguì nella pittura
del Fondaco de’Tedefchi, fatta in fua concorrenza.
S’ accinfe pure allora a dipignere diverfe cotte con altri
maeftri , i quali tutti rimattero inferiori alla fua maniera ; co-
me accadde in Venezia ed in Vicenza . Il limile gli occortte
in Padova nelle pitture da lui condotte nella compagnia di
Sant’ Antonio , in competenza d’ altri bravi proiettori ( « ).
Diede pure compimento ad alcune opere , che Giorgione
avea lafciate imperfette ; e per la chietta di Santo Rocco dipin-
fe la divotifllma immagine del Crifto ftrafcinato da’ manigol-
di ( » ) ; e la bella tavola , che è collocata nella chiefa di
San Marziale .
Trasferitoli pofcia alla corte d’ Alfonfo I. Duca di Ferra-
ra , condufle due quadri di Baccanali , che accompagnavano un
altro limile , principiato già dal Bellini fuo maettro ; e a que-
llo diede 1’ ultima mano . Ritratte al naturale il Duca , ed al-
tri perfonaggj , ed il celebre poeta Lodovico Ariofto . Per tali
pitture , e pel fuo graziofo contegno , fu oltremodo cariflimo a
quel Principe , che fovente feco lo menava ne’ viaggj , che da
Venezia a Ferrara intraprendeva .
Ma quantunque Tiziano avelie pubblicamente dimoftrata
tante volte qual fotte la fua abilità ; nondimeno fin qui non
avea provato cangiamento alcuno di fortuna ; che anzi fe la
pattava in mediocre flato ; talché eragli duopo di ricercare i
lavori j e dipoi prezzare tenuamente le pregiabilillime. opere
fue . In sì fatta maniera dipinfe le due ftupcnde tavole per la
chietta de’ Minori Conventuali , detti i Frati , in una delle
quali
(1) Quefti furono Domenico Campagnuola Padovano, ed (2) Alcuni attribuifeono quella pittura a Giorgione «
altri pittori fuoi concittadini . z