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Österreichisches Archäologisches Institut [Editor]
Jahreshefte des Österreichischen Archäologischen Institutes in Wien — 12.1909

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Beiblatt
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Abramić, Mihovil: Zwei Bronzebeschläge vom norisch-pannonischen Limes
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De Campi, Luigi: Tombe Langobarde della necropoli barbarica di Civezzano
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https://doi.org/10.11588/diglit.45357#0415

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119

L. de Campi

I 20

kann, so scheinen die technologischen und epigraphi-
schen Indizien auf das dritte Jahrhundert n. Chr.
zu verweisen. Nach A. Riegls grundlegenden Aus-
führungen (Spätrömische Kunstindustrie I 140 if.)
waren die durchbrochenen Metallbeschläge besonders
im zweiten und dritten nachchristlichen Jahrhundert
sehr beliebt. Durch den Durchbruch sollte eine an
Licht- und Schattenspiel reiche Flächenornamentik
geschaffen werden; wollte man diese Wirkung
— natürlich erst in zweiter Linie — auch bei Ver-
wendung von Buchstaben erzielen, so mußten auch
sie mehr oder minder zum dekorativen Element
werden; daher erklären sich ihre merkwürdigen, beim
ersten Anblick sogar unrömisch wirkenden Formen.

Zu einem späten Zeitansatz, also etwa der ersten
Hälfte oder Mitte des dritten Jahrhunderts, würde
auch stimmen, daß nach Th. Mommsen (Die Kon-
skriptionsordnung der römischen Kaiserzeit, Hermes
XIX, 1884, S. 229) „numerus“ als Truppenabteilung
überhaupt zum ersten Male auf einer spanischen
Inschrift aus der Zeit von Marcus und Verus begegnet
und die konventionellen Abkürzungen der Bezeich-
nung „numerus“ erst auf Steinen aus den letzten De-
zennien des zweiten Jahrhunderts vorkommen, wie ja
auch die den Formeln der Beschläge analogen Münz-
legenden erst seit dem Ende dieses Jahrhunderts
häufiger werden.
Wien. MICHAEL ABRAMIC

Tombe Langobarde della necropoli barbarica di Civezzano.

Nell’ etä di mezzo Civezzano grossa terra ad
Oriente di Trento era tenuta dai Langobardi come
lo attestano le deposizioni a file scoperte nell’ anno
1885x), la cui suppellettile funebre passö al museo
di Innsbruck.
Seguirono nell’ anno 1902 altre importantissime
scoperte sommariamente descritte nella Rivista Tri-
dentina II Aprile 1902 n. 2 pag. 186 — 190 dalla quäle
prendo di pianta la descrizione conservando ladizione
e 1’ ordine tenuti dall’ autore S. Weber.
„Nello stabile ex feudo Alessandrini, vicino a
Castel Telvana a destra dell’ antica strada romana —
forse la Claudia Albinate — ehe da Civezzano metteva
a Castelvetro, e di qui a Trento, alcuni uomini ese-
guendo lo sterro per le fondamentazioni d’ un nuovo
caseggiato, ad uso della societä agricola operaia catto-
lica di Civezzano, scopersero sette tombe distanti
qualche metro una dall’ altra. Tre erano disposte nella
direzione da mezzodi a settentrione e costruite con
tegoloni color rossiccio senza marca di fabbrica.
Giacevano alla profonditä di circa 80 cm e contene-
vano soltanto pochi resti umani ehe andarono dis-
persi. Le altre quattro si trovavano a circa m Γ50
sotto il piano del campo circondate da ciottoli por-
firici, ed orientate cosi, ehe gli scheletri riposavano

col capo ad occidente ed i piedi a levante. Due di
coteste tombe erano sfornite di tutto; la terza con-
teneva otto piccoli grani di corallo ed una piastrella
di bronzo dorato ornata di tre bullette ehe probabil-
mente servivano per attaccarla ad una cintura. Lo
scheletro ehe era in questa tomba, secondo il parere
del medico Dr. Dellabona, ehe ne esaminö le ossa
apparteneva ad un uomo di statura superiore all’ ordi-
naria. Di speciale importanza sono gli oggetti estratti
dalla quarta tomba parallela alla precedente e distante
dalla stessa m 2'8o. Attorniata di ciottoli stava alla
profonditä di m i'5O ed era lunga m 2 e larga m 070.
Un sasso di porfido rozzamente incavato a colpi
di punta sosteneva un pezzo di cranio, le braccia
erano distese lungo al corpo, i piedi adagiati in un
bacile di bronzo, cosi ehe le ossa apparivano colorate
dall’ ossido del metallo. La suppellettile funeraria
rinvenuta intorno al cadavere ci e data dai seguenti
oggetti:
1. Un pettine di osso senza denti. L’incertezza
delle condizioni di giacitura e la forma del pettine
lasciano dubitare ehe sia veramente uscito da questa
tomba.
2. Uno spillone di argento privo di capocchia,
lungo 18*5 cm: adorno di sette nodi fatti a spira e

Campi, Archivio Trentino V (1886) p. 1 ss.; Wieser, Zeitschrift des Ferdinandeums Innsbruck 1886,
p. 279 ss.
 
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